"Non condivido la tua opinione ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a esprimerla"
(Evelyn Beatrice Hall)
"Nessuno è il mio nome: Nessuno mi chiamano mia madre e mio padre e tutti gli altri compagni"
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(Evelyn Beatrice Hall)
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Non era di Voltaire, la frase?
Sembrerebbe proprio di no:
http://www.gravita-zero.org/2010/11/la-liberta-delle-idee-il-corriere.html
Anche io pensavo fosse di Voltaire. Anzi l'ho pure letta (sintatticamente diversa, ma semanticamente simile) in un'opera di Voltaire.
Beh, al di là della paternità, cosa vuoi dire?
Il post è titolato "Siamo proprio sicuri"? Poi c'è la frase di Beatrice Hall e, infine, la foto di Adolf Hitler.
L'interconnessione tra i tre momenti vorrebbe significare se siamo proprio sicuri che valga la pena di dare la nostra vita affinché uno come Hitler possa parlare (e, conseguentemente, fare i disastri che ha fatto), oppure se esiste un limite anche rispetto a un'affermazione come quella della Hall.
Lo reputo un interessante argomento di dibattito.
E' il paradosso della democrazia. Ogni vera democrazia liberale permette che democraticamente vengano propugnate idee volte a distruggere la democrazia stessa. Non dimentichiamoci che sia Hitler che Mussolini furono eletti (per non parlare di Bush o di certi personaggi di casa nostra).
Popper sosteneva che i limiti del pensiero liberare devono essere questi. Si può tollerare tutto, tranne l'intolleranza.
D'altra parte poi ci sono quei casi in cui la democrazia viene messa in atto o ripristinata da un atto non democratico, vedi la rivoluzione dei garofani in Portogallo.
Sulla democrazia poi ci sono anche studi insospettabili.
Conoscete il teorema di Arrow?
Il teorema dell'impossibilità, sì.
A che studi insospettabili ti riferisci?
In proposito, ti segnalo di Possenti "Le società liberali al bivio" e di Bobbio "Quale futuro per la democrazia" (spero d'averti dato i titoli esatti).
Appunto di matematici e persone che normalmente non associamo alla politica o alla democrazia.
Grazie per i consigli.
Tu cosa pensi a riguardo?
Per me, costituisce motivo di ricerca. Essendo cultore di problematiche giuriche, e non essendo le discipline giuridiche altro che il travaso normativo del comune sentire etico e sociologico, il teorema di Arrow – così come il paradosso espresso dal post – rappresenta un limite molto serio per una traduzione nell'ordinamento di quei principi d'uguaglianza e di giustizia che dovrebbero ispirarlo.
A proposito, ora che ricordo, anche Laszlo Mero, nei suoi "Calcoli morali", di cui commentai in un mio post agli esordi del blog, affronta la medesima questione da un punto di vista matematico e della teoria dei giochi.
Quando un Assange é costretto ad emigrare… la vedo dura e solo per aver rivelato i segreti del Pentagono!!
Ciao a tutti
Interessanti questioni, ma di portata differente, direi. Un conto è Arrow che sembra un paradosso ma in fondo a pensarci è "abbastanza logico": detta molto male, quando eleggi dei rappresentanti e demandi le decisioni a loro e non alla "assemblea tutta" devi giocoforza aspettarti che "qualcosa si perda per strada" (non rappresenti tutte le idee , non le rappresenti nelle loro esatte proporzioni e similaria); il che però non mina alle base l'apparato democratico, ne evidenzia semmai dei limiti, (se poi limiti sono)
Altro è il discorso sulla frase non-voltairiana (complimenti per la paternità, anzi maternità corretta, da anni ne discuto: che poi se c'era uno che non si sarebbe fatto ammazzare manco per le PROPRIE idee era proprio Voltaire…) che tocca invece le basi, i fondamenti.
Direi che concordo con il Popper citato: non è che ogni "vera" democrazia debba permettere tutto <i>tout court,<i/> ci devono essere degli assiomi (approccio un po' troppo da matematico, eh?), dei paletti, bene o male riassumibili in "la mia libertà finisce dove comincia la tua" o giù di lì (e no, di questa frase altrettanto ipercitata spesso a sproposito – magari anche adesso 😉 – non ricordo la paternità esatta o presunta…)
Sergej
Il concetto che la liberà personale finisca dove inizi quella di un altro è di John Stuart Mill.
Indubbiamente il teorema di Arrow è quasi banale, tant'è logico, ma anche devastante nelle sue conseguenze:
http://www.economia.unimore.it/bosi_paolo/Economia%20Pubblica/Bosi_Arrow_Dardanoni.pdf
Le problematiche di Arrow si legano indissolubilmente al dilemma enunciato nel post, tramite la nota questione della c.d. dittatura della maggioranza, su cui discutono per l'appunto i testi di Possenti e Bobbio che ho indicato ad Asmenos e pure quello di Mero, seppur con differente approccio.
Un esempio molto pratico del problema etico suggerito dal post., è quello dello sciopero e dei crumiri. Gli scioperanti hanno diritto d'imporre (anche con la forza) ai crumiri l'obbligo di scioperare? Gli eventuali benefici derivanti dallo sciopero, poi, ricadranno anche sui crumiri che, col loro comportamento, di fatto lo hanno boicottato….