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clinica privata prete

DERRATE ALIMENTARI DAI BISOGNOSI A CASA DI RIPOSO: INDAGATO SACERDOTE
Venerdì 25 Marzo 2011 09:09

Don Ruggero Badiale, il prete che dirige la casa di riposo di Borghetto D’Arroscia dell’ente Cuore Immacolato di Maria, è indagato per truffa dalla Procura. Come scrivono oggi Stampa e Secolo, si tratta di una indagine nata dopo l’ispezione dei carabinieri del Nas. Il caso riguarderebbe una serie di derrate alimentari donate dalla Onlus Fondazione Banco Alimentare di Genova e Imperia finite alla casa di riposo e che, invece, erano destinate ai bisognosi. L’inchiesta vede inserito anche il vice presidente dell’ente, Domenico D’Elia, braccio destro di don Badiale. Don Badiale, difeso dall’avvocato Antonella Semino, tra l’altro deve anche rispondere anche di omicidio colposo per la morte di un anziano, deceduto in ospedale ma che sarebbe stato lasciato nel suo letto per due giorni.

I generi alimentari donati dal Banco alimentare erano destinati ai poveri, invece sono finiti nella dispensa di una casa di riposo della diocesi di Imperia-Albenga dove 60 “ospiti” pagano una retta mensile di 1.500 euro.

È quello che secondo i carabinieri dei Nas di Genova sarebbe accaduto nella casa di riposo “Monsignor Enrico Casa”, amministrata da don Ruggero Badiale, ora indagato per truffa, insieme a Domenico D’Elia, vicepresidente della onlus che gestisce la struttura, l’Opera “Cuore immacolato di Maria”. Il religioso si sarebbe fatto assegnare parte delle derrate raccolte nei supermercati dai volontari del Banco alimentare (un’organizzazione nata in Italia 20 anni fa per iniziativa di Comunione e Liberazione che recupera e ridistribuisce eccedenze alimentari e organizza collette fra i consumatori nei supermercati), ma invece di distribuirli ai destinatari naturali, i poveri del territorio, li ha chiusi nella dispensa della casa di riposo e poi li ha utilizzati per i suoi “ospiti”, che però indigenti non sono, visto che pagano una retta mensile che va dai 1.300 ai 1.800 euro.

«Non è vero niente – replica don Badiale –. I Nas sono venuti tempo fa, ed è chiaro che, quando arrivano, una denuncia la fanno sempre. Comunque, non voglio parlare di queste cose». Ma le segnalazioni e le denunce ai carabinieri di diversi dipendenti della casa di riposo dicono il contrario e sembrerebbe proprio che il prete abbia fatto la cresta sul cibo per i poveri.

Quello del pane rubato ai poveri non è l’unico “incidente” capitato alla casa di riposo: invece dei 47 degenti consentiti, i carabinieri ne hanno trovati ben 60; e nella struttura – raccontano diversi testimoni – si farebbe abituale ricorso a metodi coercitivi per tenere buoni gli anziani. Lo stesso don Badiale, poi, è già sotto indagine per omicidio colposo per la morte di un paziente che, in gravi condizioni, sarebbe stato lasciato nel suo letto e soltanto due giorni dopo portato in ospedale, dove è deceduto. (l. k)

Pubblicato da hannibalector

"Nessuno è il mio nome: Nessuno mi chiamano mia madre e mio padre e tutti gli altri compagni"

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