UNA VITA DA PREMIER

berlusconi e il pappagalloIn un noto e costosissimo  ristorante di Milano centro, ogni settimana, di solito al sabato, si ripete la stessa scena: arriva una fuoriserie, con a bordo il guidatore accompagnato da tre donne  stupende, peraltro  sempre diverse  da quelle delle volte precedenti,  e da un pappagallo.
Il gruppo prende posto nel solito tavolo e si fa servire una cena innaffiata da fiumi dello champagne  più caro e più introvabile; ma, mentre gli umani si limitano solo a pizzicare il cibo, il pappagallo s’ingozza a quattro  palmenti, consumando una quantità inverosimile di pietanze e contribuendo a portare il conto a livelli astronomici.
Dai oggi, dai domani, il più ardito e curioso dei camerieri, vincendo ritrosia e timore d’incorrere nelle ire dei titolari, s’azzarda di chiedere al facoltoso ospite una spiegazione per ciò che vede.
Questi, tutt’altro che risentito, benevolmente accondiscende a raccontare la propria storia.
“Vede, mio caro, anni or sono, durante una gita nel Sahara, il fuoristrada ebbe un guasto e ci ritrovammo sperduti tra le dune. I miei compagni di sventura perirono ad uno ad uno per il caldo e la sete  ed io ero giunto oramai a temere per la mia stessa vita. Dopo tre giorni che vagavo all’incirca in tondo, sempre nello stesso luogo, urtai con il piede uno strano oggetto che spuntava dalla sabbia. Era una vecchia lampada a olio, di quelle che oramai non si vedono più. Cercando di rimuovere la sporcizia che la ricopriva, ebbi ad esercitare un certo sfregamento e, con mia somma meraviglia, vidi materializzarsi di fronte a me uno strano personaggio.  Mi disse di essere il genio della lampada e che disponevo di tre desideri che lui avrebbe tosto esaudito. Certo che si trattava d’una allucinazione dovuta al sole e allo sfinimento, mi lasciai andare a quella che reputavo la mia ultima azione da vivo e formulai i tre desideri. So che pare incredibile, ma può vedere che non le sto raccontando una bugia.
Per prima cosa, chiesi al genio di diventare ricchissimo. Le assicuro che  le mie attuali sostanze ammontano a una cifra neppure immaginabile per qualsiasi comune mortale.
Poi chiesi di poter avere sempre donne bellissime. Avrà certo  constatato che le mie usuali accompagnatrici potrebbero vincere qualsiasi concorso di bellezza, da ogni parte del mondo.
Infine, ho chiesto al genio che mi donasse un uccello insaziabile. Ma su questo punto credo proprio che non ci siamo capiti.” 

4 Risposte a “UNA VITA DA PREMIER”

  1. Grazie per l'apprezzamento, Dei.
    Purtroppo, è solo un arrangiamento. Ma l'importante è che faccia ridere.
    Di questi tempi, aiuta.
    Un abbraccio.

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