SPIGOLANDO SUL WEB

suore violentate dai sacerdoti

Roba vecchia ma sempre buona

Il Vaticano: “Sì, sapevamo dei preti che violentavano le suore”

4 marzo 2011

Drammatiche rivelazioni: religiose messe incinta da sacerdoti venivano costrette ad abortire. Da Roma, nulla. 

Tutto il marcio nascosto fra le pieghe della Chiesa Cattolica sta venendo fuori ogni giorno di più: dopo la tragedia dei preti pedofili, altri casi di violenza sessuale all’interno dei sacri palazzi scuotono l’opinione pubblica. Soprattutto perchè il Vaticano sta venendo costretto ad ammettere che sapeva tutto, e non ha fatto nulla.
VIOLENZE ALLE SUORE – La vicenda è drammatica, ed arriva dall’America. Il National Catholic Reporter sarebbe venuto in possesso di documenti che proverebbero come alcuni sacerdoti avrebbero violentato e, in alcuni casi, messo incinta delle suore che sarebbero poi state costrette ad abortire (documenti però non reperibili online, ma rilanciati da blog molto attendibili sulle notizie dal Vaticano). La Chiesa Cattolica Romana ieri ha ammesso di essere stata a conoscenza degli incidenti in almeno 23 paesi riguardanti abusi sessuali e violenze di suore da parte di preti. Secondo il Vaticano, la maggior parte degli abusi sessuali e delle violenze è stato perpetrato in paesi africani, in cui sedicenti preti celibi avrebbero abbandonato i servizi delle prostitute per paura di contrarre l’Aids e avrebbero iniziato a violentare le suore. Documenti confidenziali sono filtrati la settimana scorsa al National Catholic Reporter, e non sono stati smentiti dalle autorità della Chiesa.
Come dicevamo, si tratterebbe di autentiche violenze a danno di religiose, perpetrate da chi avrebbe dovuto condividere la propria scelta di vita. E come ripiego rispetto al sesso a pagamento, per di più.

ABORTI – In casi estremi, arrivando fino a dover praticare aborti di urgenza. Il che, per chi fa capo alla Chiesa che chiede al mondo di proibire la pratica, è invero abbastanza curioso.
Molti dei cinque rapporti sono stati in circolazione per più di sei anni, mentre altri sono relativamente più recenti, ma in ogni caso i preti avrebbero chiesto sesso in cambio di favori. In casi estremi, le suore sarebbero state messe incinta e costrette ad avere aborti.
Si tratterebbe di rivelazioni davvero in grado di mettere in imbarazzo il Vaticano, che sapeva ma non ha fatto niente. I casi sono dei più disparati e curiosi, e davvero non gettano una buona luce sulla gerarchia cattolica: inoltre, mettono in seria difficoltà gli sforzi di Papa Ratzinger per recuperare il dialogo col mondo dopo lo scandalo dei preti pedofili su scala globale. Ora, avrà un altro fronte da tappare.

TUTTO BENE – Le autorità vaticane interrogate in merito, nicchiano.
Le autorità della Chiesa, apparentemente, avrebbero fatto ben poco per affrontare il problema, anche se i documenti citano innumerevoli casi di violenza ed abuso sessuale da parte di membri del clero. In un caso, una suora incinta sarebbe morta per colpa di un aborto; in altri 29 le suore in una congregazione sarebbero tutte rimaste incinte per mano di preti della stessa chiesa. Obbligati a riconoscere la portata del problema, dal Vaticano cercano di tenere bassa l’attenzione. Un portavoce, ieri, ha attribuito il problema “ad un area geografica ristretta” e ha ricordato ai reporter del buon lavoro effettuato dalla stragrande maggioranza delle suore e dei preti.
Insomma, sarebbero le solite mele marce a rovinare il lavoro di tutti i bravi operatori della Chiesa: il che, seppure vero, non rimuove il problema. Da Roma sapevano e non hanno agito, pur potendo. Perchè?

LA STORIA – La questione appare ancora più grave se, come detto peraltro dagli stessi portavoce vaticani, ci si rende conto che l’intera vicenda sarebbe centralizzata nelle diocesi africane, le più povere ma anche le più importanti per il futuro della Chiesa. Molti anni fa, 10 ormai, c’era stata una suora che aveva deciso di uscire allo scoperto per raccontare del prete che la violentava.
Laura entrò nella vita religiosa nell’Africa occidentale con tante speranze ed ideali, in un convento della diocesi nonostante le obiezioni del padre che voleva che si unisse ad un ordine internazionale. Aveva 17 anni quando è entrata, 27 quando è stata violentata da un prete.

Si tratta stavolta di un reportage dal National Catholic Reporter. E racconta uno spaccato della vita di una novizia, che viene letteralmente assaltata dalle avances sessuali più che esplicite dei preti. Che le chiedono, in maniera cristallina, di avere rapporti sessuali con lei. E dire che aveva voluto farsi suora per rinunciare ad una vita che comprendesse vicende del genere.

Nonostante gli avvertimenti della madre superiora, Laura non era preparata a ciò che sarebbe avvenuto dopo aver preso i voti definitivi. “Non ho realizzato quanto brutto sarebbe stato”, ha detto. “Appena sono uscita dal noviziato, era come un incubo. I preti ci chiedevano sempre sesso, non solo i preti diocesani ma anche quelli africani membri di ordini internazionali. Gli dicevo: “Ma sono una suora”, ho preso i voti; e loro dicevano: “Va tutto bene fino a che non facciamo figli”.

Tutto questo era noto fin dal 2001. E da Roma nessuno fece niente: centinaia di donne – prima che suore, donne – venivano violentate nelle parrocchie e nei conventi. Oggi escono i rapporti segreti, e dal Vaticano non riescono nemmeno a chiedere scusa.

http://www.giornalettismo.com/archiv…vano-le-suore/

Pubblicato da hannibalector

"Nessuno è il mio nome: Nessuno mi chiamano mia madre e mio padre e tutti gli altri compagni"

6 Risposte a “SPIGOLANDO SUL WEB”

  1. Ma mi chiedo: che cazzo, sono rimaste tutte incinta? Se dovevano arrivare all’aborto a questo punto non era più semplice usare un preservativo?
    Comunque complimenti Chiesa Cattolica, quando penso che non puoi fare più schifo di così ti superi sempre.

  2. E’ una vecchia notizia.
    L’ho riportata perché magari, di fronte alla faccia pacioccona d’un papa ruffiano, ci scordiamo con chi abbiamo veramente a che fare.
    Allora bisogna rinfrescare la memoria.

  3. Io credo che vi sia un problema «specifico» per il clero di certe zone del mondo. Penso sia chiaro come in paesi poveri la «vocazione», il donarsi alla missione pastorale, sia più facilmente una scorciatoia per levarsi dalla fame. Questo sicuramente porta fra le file del clero anche soggetti che, in condizioni di benessere sociale, non avrebbero intrapreso la strada del sacerdozio. Questo lo scrivo non per sminuire la responsabilità di chi tende a minimizzare se non a nascondere il fenomeno. Certamente la sessualità negata e repressa porta dei problemi (ne ha scritto e parlato apertamente anche Don Gallo), ma se un fenomeno ha delle aree geografiche di preminenza è evidente che è anche correlato alle condizioni sociali.

    1. Io credo, piuttosto, che andrebbe messo in discussione il concetto stesso di “clero”.
      Infatti, cosa significa “mediatore tra uomo e dio”? In realtà, in ogni religione istituzionalizzata, dai culti di Iside e Osiride nell’antico Egitto, a quelli Aztechi, per finire a noi, il sacerdote è sempre stato un soggetto che ha speculato sull’altrui bisogno di certezze. Che molti lo facciano per convinzione, non toglie nulla alla inutilità sostanziale di questa figura.
      Purtroppo, Lutero aveva cominciato bene ma poi s’è perso per strada.

      1. sull’inutilità ovviamente, buon lector, ognuno ha le sue opinioni, qui io ho tentato di spiegare un comportamento comunque deviante rispetto anche alle regole che questo clero si dà; la mia opinione personale è che ogni umana organizzazione abbia i suoi «quadri», e che il problema della chiesa non è come è organizzata al suo interno, ma il suo ritenersi in grado di «dettare la linea» di vita anche per chi non vi aderisce, andando incontro a contraddizioni a volte comiche, a volte drammatiche

  4. Io, invece, parto dal concetto opposto, mio buon Diego. Per questo diventa pregiudiziale il discorso che facevo prima. Preti “in prima linea” come Don Gallo, Don Fortunato di Noto, Don Pino Puglisi e altri, sono o furono solo lo specchietto per le allodole. Sono o furono fra quegli sfortunati che “non hanno visto, ma hanno creduto” così consentendo la copertura di gente assai malvagia e potente che occupa i vertici delle gerarchie avvalendosi dell’opera indefessa di questi ingenuotti. Io penso, cioè, che la Chiesa sia in prevalenza composta da individui come quelli descritti nell’articolo riportato dal post – non così trucidi, ovviamente, ma perfettamente in grado di commettere ogni sorta di nefandezza – che sono poi quelli che hanno il pelo sullo stomaco per scalare i gradini della gerarchia e collocarsi nei posti di comando. Sotto, ci stanno pure coloro che s’impegnano e svolgono convinti la loro missione (sulla cui effettiva “filantropia” in ogni caso non voglio qui soffermarmi) ma che consentono in questo modo ai “lupi” di continuare a gettare fumo negli occhi dei “clienti” .
    Anni or sono ebbi per poche settimane come ospite un sacerdote “ateo”, che poi – quando gli spiegammo che tramite l’IP è facilissimo risalire alla fonte, seppure anonima – ci pregò di cancellare ogni riferimento perché temeva ritorsioni qualora fosse stato scoperto.
    Raccontò, a me e a Deicida, che dopo svariati anni di seminario moltissimi tra loro perdono totalmente la fede ma continuano comunque a svolgere quell’attività perché altrimenti non saprebbero come campare. La regola, dunque, non l’eccezione.

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