SANTA MADRE CHIESA E' ANCHE QUESTO


Omicidio volontario, sequestri seguiti da scomparsa e da morte, torture e stupri su oltre 30 mila cittadini. Questi i delitti di cui sono accusati i generali argentini durante la loro violenta dittatura dal 1974 al 1980. A questi delitti avrebbe partecipato, per complicità diretta o indiretta, sicuramente morale, anche l’allora Nunzio apostolico in Argentina, mons. Pio Laghi promosso subito dopo alla nunziatura apostolica degli Stati Uniti, poi elevato al rango cardinalizio da Giovanni Paolo II e oggi felicemente Prefetto del dicastero Vaticano dell’Educazione Cattolica.

Ad essere fermamente convinte di questa complicità sono le Madres de Plaza de Mayo, costituitesi in associazione con lo scopo di scoprire, denunciare e consegnare alla giustizia del loro Paese tutti i responsabili di quegli atroci delitti.

Essendo il card. Pio Laghi di nazionalità italiana, una denuncia contro di lui, promossa da cittadini di uno Stato estero, può essere inoltrata alla Procura della Repubblica solo attraverso il Ministero italiano di Grazia e Giustizia e solo se questo ne ravviserà la legittimità. A questo si aggiunge il fatto che il card. Pio Laghi gode di una particolare immunità in Italia per il suo rango cardinalizio e di dubbia perseguibilità perché come cittadino Vaticano gode del beneficio della extraterritorialità.

Tuttavia queste pur gravi complicazioni burocratiche non hanno scoraggiato le Madres de Plaza de Mayo che, il 19 maggio scorso, con il patrocinio legale del dott. Sergio Schoklender, hanno presentato regolare denuncia.

Secondo le Madri, nel corso della sua permanenza in Argentina con la carica di Nunzio apostolico, mons. Pio Laghi – così si legge nella denuncia – «collaborò attivamente con i membri sanguinari della dittatura militare e portò avanti personalmente una campagna volta ad occultare tanto verso l’interno quanto verso l’esterno del Paese l’orrore, la morte e la distruzione. Monsignor Pio Laghi lavorò attivamente smentendo le innumerevoli denunce dei familiari delle vittime del terrorismo di Stato e i rapporti di organizzazioni nazionali e internazionali per i diritti umani».

Questa l’accusa principale e queste, secondo le Madri, le gravi responsabilità di mons. Laghi. Ma, scrivono nella loro denuncia, fu anche colpevole «di aver messo a tacere le denunce internazionali sulla sparizione di più di trenta sacerdoti e sulla morte di vescovi cattolici. Pio Laghi provvide, con i membri dell’episcopato argentino, alla nomina di cappellani militari, della polizia e delle carceri che garantissero il silenzio sulle esecuzioni, le torture e gli stupri cui assistevano. Questi cappellani avevano l’obbligo non solo di confortare spiritualmente gli autori dei genocidi e i torturatori, ma anche, tramite la confessione, di collaborare con l’esercito estorcendo informazioni ai detenuti».

Per dare forza alla loro accusa, le Madri riportano alcuni passaggi di una omelia del Nunzio, il 27 giugno 1976, tre mesi dopo il golpe militare: «Il Paese ha un’ideologia tradizionale e quando qualcuno pretende di imporre altre idee diverse ed estranee, la Nazione reagisce come un organismo, con anticorpi di fronte ai germi, e nasce così la violenza. I soldati adempiono il loro dovere primario di amare Dio e la Patria che si trova in pericolo. Non solo si può parlare di invasione di stranieri, ma anche di invasione di idee che mettono a repentaglio i valori fondamentali. Questo provoca una situazione di emergenza e, in queste circostanze, si può applicare il pensiero di san Tommaso d’Aquino, il quale insegna che in casi del genere l’amore per la Patria si equipara all’amore per Dio».

Per verificare la fondatezza e la riscontrabilità delle accuse, le Madri forniscono al Ministro di Grazia e Giustizia un elenco di persone che possono essere chiamate a testimoniare. Ecco i loro nomi e i loro ruoli, così come compaiono nella denuncia:

Padre Ludovic Rebillard, che lavorava come Segretario del CEFAL (Comitato Episcopale Francia – America Latina) durante il periodo 1970-1979. Padre Ludovic Rebillard partecipò in Argentina alla missione sacerdotale «Fidei Donum» nella stessa forma in cui vi partecipò padre Gabriel Longueville, che era stato assassinato il 21 settembre 1976 nella provincia argentina di La Rioja.

Padre Charles Plancot, che si trovava nella provincia argentina del Chaco, insieme alla religiosa Alice Dumont sequestrata dal capitano Astiz della Scuola di Meccanica della Marina. Attualmente p. Charles è parroco di Arleux, in Francia.

Monsignor Miguel Esteban Hesayne, attuale vescovo emerito di Azul, nella provincia di Buenos Aires della Repubblica Argentina.

María Ignacia Cercos de Delgado, moglie del giornalista Julián Delgado, scomparso nel giugno 1978, la quale ebbe vari incontri riservati con l’allora monsignor Pio Laghi.

Andrés Castillo, ex detenuto – scomparso, liberato e inviato all’estero attraverso le manovre di monsignor Grasselli (assistente del Vicario castrense Adolfo Segundo Tortolo, ndr).

Juana de Pargament, membro dell’Associazione Madres de Plaza de Mayo, che avviò innumerevoli pratiche presso la Nunziatura ed ebbe vari colloqui con Pio Laghi.

Evel Petrini membro dell’Associazione Madres de Plaza de Mayo.

Hebe de Bonafini presidente dell’Associazione Madres de Plaza de Mayo.

Eduardo Galeano, scrittore e giornalista, perseguitato politico.

Osvaldo Bayer, scrittore e giornalista, perseguitato politico, esiliato e sopravvissuto grazie all’intervento dell’ambasciata tedesca.

Fra’ Antonio Puigiané, frate francescano, attualmente detenuto, conosciuto per la sua lunga militanza a favore dei diritti umani.

Rubén Drt ex sacerdote gesuita, scrittore e docente universitario.

La Madre Superiora Mary Joseph Catteau, superiora della Congregazione «Soeurs Missions Etrangères», delle scomparse Alice Dumont e Leonie Duquet.

Julio Saquero, laico e Piccolo Fratello del Vangelo, membro della Fraternità Charles de Foucauld, consulente del BID su etica e educazione.

Omar Dinelli, ex sacerdote del clero diocesano impegnato nella difesa degli impoveriti e nella lotta per i diritti umani.

Gerónimo Podestá, ex vescovo e sacerdote, di nota militanza nel campo dei diritti umani e nella difesa degli ex sacerdoti.

Carlos Rodríguez, giornalista investigativo, collaboratore di numerose pubblicazioni, specializzato in denunce sul terrorismo di Stato.

Horacio Verbitsky, giornalista investigativo e scrittore specializzato negli avvenimenti di questo periodo. ,

Padre Mario Grippo, Piccolo Fratello del Vangelo della Fraternità Charles de Foucauld, missionario in America Latina e responsabile della Fraternità all’epoca delle scomparse.

Padre François Vidil, responsabile in Francia della Fraternità del Vangelo all’epoca delle scomparse.

Da anni le Madri argentine rivolgono al card. Laghi le accuse ora formalizzate nella denuncia. Il cardinale si è sempre difeso in passato dichiarando che «in quell’epoca non immaginavo nemmeno l’entità di ciò che i militari argentini stavano facendo ai loro connazionali» (intervista all’Ansa, 29 aprile 1995, v. Adista 33/95) e «come potevo fare una denuncia pubblica se non sapevo?» (intervista a «Famiglia Cristiana», n. 22/95, v. Adista n. 41/95). È proprio il «non sapevo» che le Madri hanno sempre contestato. Non poteva non sapere, sostengono, ed è quanto intendono dimostrare con le testimonianze raccolte, e, giacché, sapeva, il non aver denunciato lo ha reso quanto meno complice.

Di fronte al testo della denuncia, ai fatti circostanziati che vi sono descritti, cosa risponde ora il cardinale, al di là dello scarno comunicato che ha inviato all’Ansa e in Sala Stampa vaticana (v. notizie successive)? Mossi da questa legittima "curiosità" e intendendo dare a Pio Laghi la possibilità di replicare anche punto per punto alle accuse, abbiamo telefonato al cardinale chiedendogli se era disposto a rilasciarci un’intervista. Un’attesa di tre, quattro giorni, poi la sua risposta: «No».

(per leggere il resto dell’articolo, fare clic sul titolo …) 

4 Risposte a “SANTA MADRE CHIESA E' ANCHE QUESTO”

  1. ottimo post lector, grande!

    ci terrei ad aggiungere che, al di là delle responsbilità penali e dirette di questo pio laghi, vi è, visto che va di moda ora, un "mandante morale", giovanni paolo II

    ci terrei a dire che lo stesso wojtyla fece finta di non sapere o si schierò apertamente coi dittatori, in primis pinochet (benedizione apostolica particolare a lui e moglie per le nozze d’oro); dipinse il nicaragua di sandino come "la notte scura", nella seconda visita dopo quello che successe, mentre nella prima fu ben diverso da come si mostrò in altri paesi e mai volle ricevere le madri di plaza de mayo che volevano denunciare la dittatura di videla, nonostante glielo avessero chiesto ben due volte.

    alla morte di woitjla ci fu un documento toccante delle madri de plaza de mayo, in cui si ricordavano i massacri di videla e la posizione di indifferenza de papa; il finale diceva all’incirca "non perdonare, signore, giovanni paolo ii", che per donne adulte e cattoliche non è poco.

    mi scuso di qualche imprecisione o vaghezza di riferimenti, sono andato un po’ d’impeto.

  2. Son cose che fan venire i nervi. Questa gentaglia ha il coraggio di farti il predicozzo se ti fai una sega (scusa la volgarità, ma me la ispirano loro) e poi loro di notte van per cimiteri a dissotterrare i cadaveri in putrefazione di cui si nutrono …

  3. mi ricordo di aver letto tempo fa di un tizio nell’ argentina di quegl’ anni bui, che voleva tanto tanto fare il prete e anche se aveva qualche " problemino " psicologico tanto brigo che ci riusci. e si distinse per particolari crudeltà. Pultroppo il nome non lo ricordo
    un bel film sull’ argomento è Garage Olimpo di Bechis
    salam aleikum
    gigi

Rispondi a brunaccio Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.