SANTA CLAUS

santa claus

Fu verso i cinque o i sei anni, non ricordo bene, che smisi di credere in Babbo Natale. Troppe incoerenze, troppi particolari che non collimavano nei racconti dei miei genitori, troppe questioni che non trovavano una risposta convincente.

Fin da piccolo, sono sempre stato un fanatico della plausibilità. Se cercavano di raccontarmi una balla, sezionavo le argomentazioni che mi venivano proposte, come farebbe un patologo al tavolo dell’obitorio. Lo facevo con gli amici, con i genitori, a scuola con gli insegnanti.

Verso i dodici anni, cominciai a pensare al roveto in fiamme, alla manna del deserto, alla storia della resurrezione, alla guarigione dei lebbrosi, ai serpenti che parlano e offrono mele, alla camminata sulle acque e a tanti altri racconti con i quali i preti pretendevano d’impressionare il mio candore di fanciullo.

C’era più d’un particolare che proprio non riusciva a convincermi ….

 

7 Risposte a “SANTA CLAUS”

  1. detta in questo modo sembra che la capacita’ di critica sia innata o genetica. Ma l’esperienza conta molto. Specie quella trasmessa (o subita) in ambito familiare. Io(per conto mio) apprezzo molto le persone che guardano ai particolari con occhio critico…

    🙂

    ps

    ma apprezzo anche quelli che sanno amare, e per amare davvero non si puo’ essere troppo critici.

    🙂

  2. Secondo me, tutte le capacità sono innate o genetiche. Non abbiamo alcun merito, se non quello di saperle riconoscere e raffinare. Sono d’accordo con te che l’eccessiva capacità critica è incompatibile con l’amore.

    Infine, va detto che bisogna anche saper essere i più spietati critici di se stessi.

  3. e’ un pensiero determinista il tuo? Cioe’: un clone di Hitler manifestera’ sempre le stesse medesime caratteristiche anche se “collocato” in uno spazio e in un tempo e in un contesto e con un’infanzia diversa da quelli storici?

    ??

    E se la mente prendesse il sopravvento sui geni…..?!

  4. Red, siamo solo chimica. C’è senz’altro un’influenza dell’ambiente, ma la base è chimica. Non è determinismo, perché una medesima “base”, reagisce comunque diversamente a seconda del contesto dove viene collocata. Uno zolfanello ha una reazione chimica differente, se lo sfreghi contro la carta vetrata oppure se lo immergi in acqua. Non confondiamo la causa con gli effetti: se Hitler, anziché nominato cancelliere, fosse stato preventivamente internato in un ospedale psichiatrico, pur a parità di condizioni mentali del nostro soggetto, le conseguenze sarebbero state ben diverse.

  5. siamo solo chimica.

    Mah, non ne sarei tanto sicuro.

    Non sappiamo neancora cosa sia veramente la vita, né come facciamo a decidere…

    Ce n’è di strada da fare, scientificamente parlando.

    Ad esempio in questa direzione.

    Saluti, sperando di non essere molesto, da queste parti.

  6. @–>Piccolo Uomo

    No, non sei molesto; anzi, sei un conversatore affabile e piacevole. Grazie per il tuo contributo.

Rispondi a redhero Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.