PERDONATECI, NON E’ COLPA NOSTRA SE SIAMO NATI ITALIANI

Alzi la mano colui al quale non è mai capitato di entrare in un negozio di lusso ed essere trattato come un barbone da una commessa del cazzo.

12.08.2013

Su segnalazione dell’amico Diego, riporto doverosamente la versione della commessa, che potrete leggere integralmente selezionando il link qui sotto:

” Non sono razzista e non è vero che mi sono rifiutata di mostrare una borsa a Oprah Winfrey: la commessa al centro della vicenda di presunta discriminazione raccontata dalla celebre conduttrice televisiva americana fornisce ora la sua versione di quanto successo in una boutique di lusso di Zurigo il giorno prima del matrimonio della cantante Tina Turner, nozze cui era invitata la stessa Winfrey.

Dal canto mio, non rettifico il post perché io non sono un giornalista, ma solo un buontempone e ho riportato la notizia all’esclusivo scopo di fare un po’ di satira di costume. Se “gli usi e costumi” da prendere in giro non sono quelli degli italiani, bensì gli statunitensi, credo che l’ingrato compito  competa più propriamente a un “buontempone” americano.

Hasta luego, companeros!

13.08.2013

Ecco l’ultima versione di Oprah.

A questo punto non dico più nulla, perché rischierei di passare io per razzista.

Pubblicato da hannibalector

"Nessuno è il mio nome: Nessuno mi chiamano mia madre e mio padre e tutti gli altri compagni"

8 Risposte a “PERDONATECI, NON E’ COLPA NOSTRA SE SIAMO NATI ITALIANI”

  1. Ciao Diego.
    Sì, può essere. Ma credo che se anche così fosse, non lo sapremo mai.
    Pigliamo la notizia per come ce l’hanno data.
    Io sono solo un “buontempone” (“umorista” sarebbe una parola troppo grossa): volevo fare della satira di costume, non so se mi è riuscita.
    Per il resto, la “verità”, purtroppo, è spesso solo una chimera.

  2. Non sono mai entrato in un negozio di lusso e non penso lo farò mai. Se poi il trattamento standard delle commesse è come questo a maggior ragione.
    Megalomani con la puzza sotto il naso, che andassero affanculo.

    Un abbraccio!

  3. No, Dei. Per fortuna, non sono tutte così.
    A me, ad esempio, qualcosa di analogo è accaduto da Contini, la celebre galleria d’arte di Venezia. Purtroppo, non sono Oprah Winfrey e non ho potuto togliermi la soddisfazione di comperare tutto il negozio. A dire il vero, nemmeno un piccolo quadro.
    Un abbraccio anche a te.

  4. Mah, ho incontrato anch’io parecchie commesse villane e cafone nella mia vita.
    Vuol dire che la prossima volta chiamerò anch’io la stampa e pianterò su un casino della madonna.
    Come la vedo io?
    Probabilmente, alla donna più potente dello showbiz ammeregano (e sottolineo ammeregano, visto che in Europa è, tutto sommato, una signora nessuno come tante) è andato su per il naso il fatto di non essere stata riconosciuta ed è rimasta ancora più stizzita dal fatto che la suddetta commessa non si sia esibita in un doveroso analingus con salto carpiato in avvitamento in avanti con bacio della sacra pantofola.
    Non è scattata la sindrome del “linguetta”, insomma.

  5. @–>MadDog

    In verità. l’ho pensato anch’io, così come avevo pensato alla versione suggerita più su, da Diego.
    Ma non ne abbiamo le prove.
    Da vecchio squalo del video, Oprah ha saputo gestire la vicenda a proprio totale beneficio, traendone probabilmente il consueto enorme profitto.

  6. @–>Diego

    Ho doverosamente riportato la smentita.
    Grazie per la segnalazione.
    Ciao.

    (PS Per il captcha, dovrei averlo tolto. In caso contrario, avvisami).

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