OCLOCRAZIA O COPROCRAZIA?

IL NULLA CONTRO IL NIENTE

 

L’uno, ricco da far schifo ma sospettato dalle procure di mezza Italia d’aver accumulato la propria fortuna in maniera quanto meno dubbia, tanto privo di scrupoli quanto pieno di sé. L’altro è "il vecchio bancarottiere dell’Iri, il democristiano per tutte le stagioni, quello che all’estero è il peggior presidente della commissione europea mai esistito". Non vale neanche il detto "meglio ladri intelligenti che onesti stupidi", visti i dubbi che sorgono sull’intelligenza d’entrambi quando li senti farfugliare. Malgrado ciò, ciascuna metà dell’Italia è schierata con uno di questi due personaggi, di questi "leader".

Possibile che una democrazia non sia proprio capace di produrre qualcosa di meglio?

10 Risposte a “OCLOCRAZIA O COPROCRAZIA?”

  1. La democrazia non produrra` mai di meglio.

    Se da questa si passera` ad un sistema dove sia per candidarsi, ma anche e soprattutto per votare occorrono criteri di merito, allora forse si avra` un sistema politico decente.

    Peccato sia utopico.

  2. @–>Kendros

    Sì, come dice Ivo, il merito non è misurabile. Nell’articolo di Steven Pinker (La vispa Teresa), risulta anche molto chiaro che la percezione d’un merito non sempre si basa su criteri omogeneamente condivisi.

    Secondo me, solo l’accrescimento intellettuale del singolo individuo potrà portare a un miglioramento delle scelte collettive. Non c’è altra strada.

  3. @–>Ivo

    Indubbiamente una selezione di merito avviene già ora, solo che i nostri parametri di valutazione sono quelli che in effetti legittimano certe scelte. Un’amica italiana che vive in Svizzera da molti anni, paese che credo tu conosca molto bene, mi dice che lì certe cose sarebbero inconcepibili. Della stessa opinione è un amico tedesco, che invece vive e lavora in Italia. Non è che anche lì certi fattacci non succedano, ma non sono tollerati dal comune sentire. Se ricordi, Fabristol – dall’Inghilterra – ha raccontato che, in quanto italiano, lo guardano come fosse di un altro pianeta. E’ di oggi la notizia delle dimissioni di un ministro inglese per il solo fatto di essere inquisito per presunti fondi illeciti elettorali. Da noi non si dimettono neppure se condannati (vedi Cuffaro).

  4. Secondo me, solo l’accrescimento intellettuale del singolo individuo potrà portare a un miglioramento delle scelte collettive. Non c’è altra strada.

    Si, indubbiamente. Speriamo che oltre all’accrescimento intellettuale si pervenga anche ad un accrescimento della sensibilità. In modo tale che i fatti propri coincidano almeno un pochino con quelli della collettività.

    red

  5. concordo con chi prospetta come certezza del miglioramento della nostra società solo se vi sarà un accrescimento intellettuale ma soprattutto della sensibilità individuale affinchè non si pensi più solo ai fatti propri ma anche e principalmente alla collettività – ma purtroppo siamo ancora molto lontani da che ciò si avveri. e nel corso della storia, benchè sia ignorante in materia, non mi pare di ricordare che sia mai esistita una società che mettesse al centro la collettività. neanche per brevi periodi. da che mondo è mondo, l’uomo ha sempre avuto mire espansioniste e la volontà di imporsi sugli altri per un beneficio individuale

  6. @–>Luigi

    Io ho una mia teoria in proposito. Fintanto che le donne preferiranno gli uomini in ordine al loro potere e alla loro ricchezza, gli uomini cercheranno di assicurarsi questo potere e questa ricchezza prevaricando gli altri uomini.
    E’ un meccanismo di selezione della specie, nel quale le donne fungono da fattore selettivo.
    Purtroppo. anni fa, un ricercatore genetista dell’Università di Padova, al quale scrissi personalmente manifestando tutta la mia solidarietà, ebbe l’ardire di affermare pubblicamente (venne addirittura intervistato al telegiornale) la stessa cosa: fu trattato come un fenomeno da baraccone e suscitò l’ira funesta e le proteste dei tanti comitati femminili.

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