MEGLIO MORTA O VIOLENTATA?


il-maniacoUna delle troppe conseguenze esiziali della morale cristiana, sedimentata nel nostro subconscio collettivo per effetto d'una tradizione millenaria, risiede nell'incapacità della nostra società d'affrontare le cose per quello che sono, senza ammantarle con quel velo d'ipocrisia che è un diretto derivato dell'altrettanto millenaria  maniera ecclesiastica di glissare i veri problemi.
Così, come per il papa la soluzione del problema dell'AIDS tra le popolazioni dell'Africa deve trovarsi invitando quei popoli all'astinenza sessuale, piuttosto che all'uso del preservativo, alla stessa maniera ci si nasconde che ogni maschio adulto, sessualmente eccitato, può rappresentare per una donna – giovane o meno che sia – un potenziale aggressore e, spesso, un altrettanto potenziale assassino. Ciò in ragione del fatto che, l'eccitazione sessuale, qualora superi un certo livello di guardia, diviene del tutto incontrollabile per il soggetto che la subisce, con una scarica ormonale di così elevato livello da renderlo praticamente capace di qualsiasi cosa.
Quanto sia impressionante l'aggressività che deriva dall'impulso alla riproduzione e dalle sue varie perversioni, lo si può constatare dai fatti di cronaca che vedono coinvolti, molto spesso, diretti congiunti delle vittime in atti di tali gravità ed efferatezza, da risultare financo indicibili. Senza distinzioni sociali o culturali che tengano.
Orbene, c'è un programma televisivo che si chiama, mi sembra, "L'ultimo sopravvissuto", in cui il protagonista, tale Bear Grylls, ex delle forze speciali britanniche, insegna al pubblico a sopravvivere nelle situazioni più difficili in cui un essere umano possa venire a trovarsi, a tal fine alimentandosi con tutto ciò che si può reperire in natura, dai grossi vermi schifosi, agli scorpioni crudi, nonché alla merda di cammello spremuta per ricavarne liquido da bere.
Ecco, se avessi una figlia, probabilmente le insegnerei fin dalla più tenera infanzia che è meglio essere violentata piuttosto che uccisa e, poichè una cosa non esclude automaticamente l'altra, di stare molto attenta agli uomini eccitati, senza nessuna esclusione, così come di stare altrettanto attenta al "dopo", quando il violentatore ha consumato e si trova afflitto dai sensi di colpa e di timore delle conseguenze di ciò che ha fatto, preso dall'ansia di cancellarne le prove unitamente a una depressione post-coito, che lo rendono altrettanto pericoloso e temibile quanto prima d'aver commesso il proprio efferato crimine. Uno stato d'allucinazione che di solito dura circa dieci, quindici minuti, nel corso dei quali può succedere veramente di tutto.
Non avrei né remore né timore nel dirglielo, raccontandole le cose così come stanno, conscio che ciò, magari, potrebbe salvarle la vita.
Ovviamente, pur risultando questa mia affermazione estremamente improbabile, qualora dovesse mai capitare di trovarmi in una situazione analoga a quella d'una fanciulla insidiata da un possibile violentatore – ad esempio, alla prima esperienza di carcere, mentre ci si fa la doccia comune – non avrei la benché minima esitazione nell'offrire il mio peloso culetto vergine al muscoloso detenuto pluriomicida di turno, onde rimanere vivo. In fondo, è sempre meglio violentato che morto.
 

11 Risposte a “MEGLIO MORTA O VIOLENTATA?”

  1. ci si nasconde che ogni maschio adulto, sessualmente eccitato, può rappresentare per una donna – giovane o meno che sia – un potenziale aggressore e, spesso, un altrettanto potenziale assassino

    Impressionante analisi della realtà.
    E' noto infatti che i padri di famiglia cattolici sono usi mandare senza preoccupazioni le proprie figlie in discoteche e quant'altro fino a notte fonda e senza accompagnatori, salutandole con un'alzata e di spalle e un disinvolto "vai cara vai, che mai ti potrà succedere?!?"
    Infatti è parimenti noto che i cattolici, poverini, non credono nella malvagità umana e pensano che tutti siano buoni per natura.

    ma non c'è l'emoticon per la pernacchia?

  2. La frase
    "ma non c'è l'emoticon per la pernacchia"
    rappresenta una critica intelligente e ragionata alla quale uno deve rispondere nel merito, riconoscendo all'interlocutore il rispetto che doverosamente gli compete.
    Tesorino bello, se credi d'aver trovato qui lo scoglionato che ti porge l'altra guancia, hai proprio sbagliato indirizzo.
    Se ti comporti civilmente, sarai trattato civilmente. Se ti comporti da cafone, sarai ripagato con la stessa moneta più gli interessi.

  3. Ok, riconosco d'aver esagerato nel mio tirare in ballo una pernacchia.

    Resta la critica seria che tu finora eludi: ma ti rendi conto di aver attribuito ai cattolici una teoria e una visione del mondo che è all'opposto di quanto da essi sempre sostenuto? Ti rendi conto di quanta scarsissima conoscenza tu abbia appena dimostrato sull'argomento chiesa?

  4. lector visto che ti trovi, a tua figlia insegna pure che prima che comincino quei 15 minuti è cosa buona e giusta assestare un calcio tra le gambe e scappare di corsa

  5. @—>Metropoleggendo
    Non ho una figlia, ma stai sicura che, se l'avessi avuta, le avrei fatto fare un corso di arti marziali

    @—>Claudio
    Il post, in realtà, non ha come interlocutori diretti i cristiani, in generale, né i cattolici, in particolare, cui ascrivo semplicemente la generica responsabilità, oramai perduta nei meandri del tempo, d'aver plasmato in una certa maniera il pensiero occidentale, permeandolo con atteggiamenti di maniera che, tuttavia, oggi costutiscono patrimonio cumune sia di confessionali che di laici.
    Il post era diretto principalmente a una certa sinistra, che ruota attorno a una versione estremizzata di femminismo, la quale si rifiuta di prendere atto della realtà delle cose, per privilegiare piuttosto una sorta di "libro dei sogni" che, alla luce dei fatti, è ancora tutto da realizzarsi.
    Cercherò di spiegarmi con un esempio. Alcuni anni or sono, durante una sua trasmissione, Maurizio Costanzo se la prese duramente con chi sosteneva che le ragazze (e le ragazzine, in particolar modo) dovessero evitare di vestirsi in maniera molto succinta, con minigonne inguinali e top che non lasciano nulla all'immaginazione, soprattutto in determinati luoghi ed ore, al fine di non rischiare di provocare esse stesse la violenza. Il noto presentatore iniziò ad urlare, dicendo che ciascuno ha il diritto di vestirsi come meglio crede e che è la società a dover impedire che certi fatti accadano. Orbene, in quell'occasione nessuno ebbe l'idea di chiedere a Costanzo come mai lui se ne andasse in giro ben protetto da una scorta e perché qualsiasi persona, dotata di comune buon senso, eviti di attraversare i Quartieri Spagnoli di Napoli con al polso, ben in evidenza, un Rolex Daytona da 25 mila euro.
    Ecco, quello che io asserisco è che, se vi fossero meno remore a parlare di queste cose, affrontandole per quello che – purtroppo – sono, e perciò preparando adeguatamente i nostri figli a guardare il mondo per ciò che è veramente, senza ipocrisie o falsi pudori,  forse riusciremmo a salvare qualche vita innocente in più.
     
     
      

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