LUCA LAURENTI E L’INSOSTENIBILE ARROGANZA DEL POTERE

Luca Laurenti non ha evaso il fisco. Com’è facilmente comprensibile da tutti gli addetti ai lavori, lui, le tasse e, nello specifico, l’Irap, le ha regolarmente – e sottolineo regolarmente – dichiarate,  senza però pagarle. Perché? Lo spiego subito. In base a una notissima sentenza della Corte di Cassazione, peraltro ormai ampiamente consolidata, l’IRAP non è un’imposta sul lavoro, bensì sul capitale impiegato nella produzione. Se così non fosse, tutti i lavoratori dipendenti, compresi i signori dell’Agenzia delle Entrate, di Equitalia e i giudici tributari che hanno deciso la vicenda in primo grado, sarebbero obbligati a pagarla, ma questo non avviene e non deve avvenire ogniqualvolta nella formazione del proprio reddito vi sia la prevalenza dell’elemento lavoro rispetto agli altri fattori della produzione. Laurenti, per quanto i suoi guadagni risultino essere elevati, è un artista, ossia un professionista dello spettacolo, il cui reddito è determinato non da macchinari, personale dipendente, automezzi, scaffalature, impianti, ecc. ecc,. bensì esclusivamente dalla sua bravura e capacità d’intrattenere.

Torniamo al punto. Fino ad alcuni anni or sono, la questione era ancora controversa e, in attesa che la Corte Europea si pronunciasse in proposito, veniva generalmente consigliato ai contribuenti che si fossero trovati nelle medesime condizioni dell’attore, da parte dei rispettivi consulenti, di dichiarare il reddito ai fini dell’IRAP, senza tuttavia pagare questo tributo (pagando, cioè, l’IRPEF e le addizionali regionali e comunali, ma non l’IRAP), per poi eventualmente far valere le proprie ragioni in sede contenziosa, ossia davanti ai giudici. Lo Stato, tuttavia, si rifiuta di accettare questo modo di procedere e, in base a una mai riconosciuta presunzione di legittimità del proprio operato,  pretende il c.d. “solve er repete“: meccanismo che, dichiarato incostituzionale tantissimi anni or sono dalla Consulta, venne a quel tempo espulso dal nostro sistema, sembrava definitivamente, per essere poi reintrodotto di soppianto dall’Amministrazione, con la compiacenza d’una magistratura oggi più attenta a questioni di bilancio pubblico che all’effettiva  applicazione della giustizia.

Laurenti è incappato, suo malgrado, in una delle tantissime contraddizioni del sistema Italia in cui, un cittadino tutto sommato onesto, che intenda rispettare la legge senza però rinunciare alla difesa dei suoi legittimi diritti (diritti ribaditi, lo ricordiamo, oramai in più sedi giudiziarie), viene stritolato da perversi meccanismi che – col loro agire – finiscono sempre per premiare il farabutto e il delinquente a discapito dell’onesto. Quest’ultimo, alla fine, si chiederà inevitabilmente: ma chi me lo fa fare?

Per aver affermato questa evidenza  e stigmatizzato l’inefficienza e l’ingiustizia della macchina burocratica italiana – ed è qui che volevo in realtà arrivare –  il commercialista di Laurenti (tale dott. Silvio Ceci) – è stato denunciato da Equitalia e dall’Agenzia delle Entrate. A lui va tutta la mia solidarietà.

Quando ci si chiede cosa sia una dittatura fiscale, si faccia mente locale a questa vicenda, Signori miei e mi si dica se l’Italia sia ancora un paese nel quale valga effettivamente la pena di vivere.

Pubblicato da hannibalector

"Nessuno è il mio nome: Nessuno mi chiamano mia madre e mio padre e tutti gli altri compagni"

4 Risposte a “LUCA LAURENTI E L’INSOSTENIBILE ARROGANZA DEL POTERE”

  1. Bell’articolo, purtroppo non ci capisco molto di leggi e sentenze, mi affido quindi alle tue conoscenze, senza meravigliarmi del fatto che l’Italia sia alla frutta oramai.

    Un abbraccio.

  2. Fidati. La situazione sta diventando veramente insostenibile. Se non puoi permetterti neppure di criticare l’agire dell’apparato, come si può definire la nostra una democrazia?
    Un caro saluto.

  3. IL COMMERCIALISTA SILVIO CECI, DEVE ESSERE VERAMENTE UN EROE, IL CORAGGIO NEL DIFENDERE LUCA LAURENTI E LA VERITA’ DELLE COSE è EVIDENTE ! UOMINI COME QUESTI POTREBBERO SALVARE L’ITALIA, CHE PURTROPPO MARCISCE OGNI GIORNO DI PIU’, PER COLPA DI ROMA LADRONA. BEFERA DIRETTORE DELL’AGENZIA DELL’ENTRATE E’ UN UOMO ANONIMO INSIGNIFICANTE INCOMPETENTE INPUNITO E CODARDO, COME TUTTI I FANNULLONI DELLO STATO,

  4. A me girano un pò i coglioni!!!
    Sono un pensionato ed ovviamente ( ma che cazzo dite ! ) mi hanno porcodio
    ( guarda caso ) diminuita la pensione, pago per le figlie ( di 27 e 25 anni ) da oltre 10 anni ( tramite INPDAP ) e da pochi anni viene dichiarato, sul cedolino ” Recupero Obbligatorio ” qualcuno potrà spiegarmi il tutto porcodio ?

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