L'EREDITA' TEOCRATICA DI MONSU' TRAVET

monsù travèt

"Uomini come Silvano (che gli Atti chiamano Sila) – il quale compare nelle vesti di scrivano nella prima lettera di Pietro (1Pt 5,12) e di co-mittente in 1Ts 1,1 e 2Ts 1,1 – o come il sunnominato Terzo, potevano essere ben più che semplici redattori. Qualche neotestamentarista si è addirittura spinto a sostenere l’ipotesi (del tutto arbitraria, per la verità) che la reale paternità di una lettera come quella indirizzata ai Romani debba essere ascritta al suo scrivano. L’ipotesi non è nuova: già O. Roller, nel suo Formulario delle lettere paoline (1933), aveva tentato una seria riconsiderazione del ruolo degli scribi nella redazione dei testi del cristianesimo antico. Stando all’analisi di Roller, per molti versi pregevole, Paolo avrebbe dettato a uno scrivano la seconda lettera ai Tessalonicesi, la prima ai Corinzi, le lettere a Galati e Colossesi, e il biglietto indirizzato a Filemone, autenticandoli con la propria firma (cf. 2Ts 3,17; 1Cor 16,21; Gal 6,11; Col 4,18; Fm 19). Per le altre comunicazioni, invece, Roller supponeva una semplice supervisione da parte dell’apostolo: una tesi estrema, difficilmente accettabile, ma che ci esorta a valutare appieno il ruolo attivo di scribi e di co-redattori come Silvano-Sila, collaboratore di Pietro ma anche di Paolo, o come il Sostene nominato al principio di 1Cor, o come Timoteo, più volte menzionato nelle intestazioni delle lettere." (tratto da qui)

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