IL PAPIRO 52

papiro 52

Il più antico manoscritto del Nuovo Testamento sinora ritrovato è conosciuto come Papiro 52. Viene datato attorno al 125 a.d., all’incirca 30 anni dopo la redazione finale del Vangelo di Giovanni, che gli studiosi collocano verso la fine del I secolo d.C. Proviene dalla valle del Nilo e prova che il IV Vangelo, per quanto redatto in Asia, a quel tempo era già conosciuto in Egitto. Nella facciata anteriore del papiro sono contenuti i versetti 31-33 del capitolo 18 del Vangelo di Giovanni, mentre in quella posteriore i versetti 37-38 dello stesso capitolo. Questa la traduzione delle parole greche rimaste sul frammento:

i giudei…a noi…
nessuno…cosicché la parola…
disse indicando…
Morire. Rientrò…
pretorio Pilato
e disse…
dei giudei.

Gv 18, 31-33: Allora Pilato disse loro: “Prendetelo voi e giudicatelo secondo la vostra legge!”. Gli risposero i Giudei: “A noi non è consentito mettere a morte nessuno”. 32 Così si adempivano le parole che Gesù aveva detto indicando di quale morte doveva morire. 33 Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse: “Tu sei il re dei Giudei?”.

(per questo) sono nato…
mondo per testimoniare…
dalla verità.
Gli dice…
e questo…
i giudei…
nessuna

 

Gv 18, 37-38: Allora Pilato gli disse: “Dunque tu sei re?”. Rispose Gesù: “Tu lo dici; io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce”. 38 Gli dice Pilato: “Che cos`è la verità?”. E detto questo uscì di nuovo verso i Giudei e disse loro: “Io non trovo in lui nessuna colpa.

4 Risposte a “IL PAPIRO 52”

  1. Ciao Lector,

    ho apprezzato molto il tuo post e volevo chiederti una opinione sul famoso frammento trovato a Qumran che retrodaterebbe il vangelo di marco a (se non ricordo male) il 45 circa, facendone da un lato la Urquelle, dall’altro contrastando la ricostruzione dei primordi del cristianesimo che fa risalire i Vangeli alla fine del primo secolo e quindi li slega, sostanzialmente, dalla figura storica del “personaggio” Gesù per legarli invece alla figura di Paolo.

    Di questa cosa si è negata/accertata la validità, con il risultato che siamo (mi sembra) più o meno allo stesso punto della questione relativa alla Sindone 🙂

    Certo si tratta di materia altamente specialistica e le mie conoscenze (e quindi capacità di comprensione) sono certamente superficiali, ma mi piacerebbe sentire cosa ne pensi 🙂

    grazie!

    medita partenze

    http://no-fog.ilcannocchiale.it/

  2. Ciao Medita Partenze.

    Evitiamo fraintendimenti: non sono assolutamente un esperto, ma solo un curioso appassionato, da buon “lector in fabula”. Prendi perciò con le pinze quello che dico. Credo che Monsignor Gianfranco Ravasi potrebbe risponderti con tutt’altra competenza e cognizione di causa. Il frammento di cui parli è quello denominato 7Q5, cioè il quinto frammento ritrovato nella grotta 7 di Qumran, scritto in greco su papiro. Risultando scritto solo su un lato, doveva trattarsi d’un rotolo e non d’un codice. L’identificazione come Marco 6, 52-53, è stata proposta nel 1972 dal papirologo spagnolo Josè O’Callaghan. Il frammento è sicuramente antecedente al più vecchio manoscritto attribuibile con certezza al NT sinora ritrovato, cioè al P52 di cui si parla nel post, scritto attorno al 125/150 d.C., e ciò viene desunto in via paleografica principalmente dal modo con cui è scritta la lettera “a”. L’identificazione del testo è stata dibattuta soprattutto a colpi d’analisi sticometrica. Le tesi in proposito sono molteplici e piuttosto contrastanti tra loro. La questione più controversa riguarderebbe soprattutto l’identificazione di una “mi” in luogo della “ni” indispensabile per la lettura neotestamentaria proposta da O’Callaghan. Altri studiosi propongono di converso un’identificazione vetero testamentaria, come ad esempio P. Carnet che l’identifica con Esodo 36,10-11.

    Quindi, che si tratti proprio del Vangelo di Marco è senz’altro affascinante ma ancora tutto da dimostrare.

  3. Grazie Lector, in effetti mi piaceva confrontarmi con te su questa storia, che come di consueto vive uno sviamento informativo. Avevo infatti – dalla vulgata comune – sentito che a Qumran si era trovata la prova provata della retrodatazione di Marco. POi ho cominciato a leggere e a sentire timidamente che i dubbi erano molti.

    Il papiro di cui parli nel post è invece collocabile ragionevolmente anche nel quadro delle altre testimonianze sull’attività dei cristiani.

    Grazie ancora e alla prossima!

    MP

    http://no-fog.ilcannocchiale.it/

    PS – per quanto riguarda Luttazzi, ti ho +/- risposto da me, ma il problema di ieri per me non era lui, ma la censura 🙂

  4. Ciao Medita. Ho visto la risposta sul tuo blog e sono d’accordo. Anche perché la censura rappresenta tutta la stupidità del potere per antonomasia. :-))

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