IL FISCO AMERICANO, MAMMA MIA CHE PAURA!

Le aliquote comparate relative all’imposta sul reddito delle persone fisiche
(non imprenditori):

 
USA    (Federale)                                                              Italia

Imponibile fino a USD. 7.150
(€ 4.923,23):
10% Imponibile fino a Euro 4.923,23: 23%
Sull’imponibile da USD. 7.150 a USD. 29.050 (€ 20.002,75): 15% Sull’imponibile da Euro 4.923,23 a  Euro 15.000 23%
    Da Euro 15.000,01 e Euro 20.002,75: 27%
Sull’imponibile che supera i USD. 29.050 fino a Usd 70.350
(€ 40.440,41):
25% Sull’imponibile da  Euro 20.002,75 a Euro 28.000 27%
    Da Euro 28.000,01 a Euro 40.440,41: 38%
Sull’imponibile che supera i USD. 70.350 fino a Usd 146.750
(€ 101.046,62):
28% Sull’imponibile da  Euro 40.440,41 a Euro 55.000 38%
    Da Euro 55.000,01 a Euro 75.000: 41%
    Da Euro 75.000,01 a Euro 101.046,62: 43%
Sull’imponibile che supera i USD. 146.750 fino a Usd 319.100 (€ 219.720,45): 33% Sull’imponibile da  Euro 101.046,62 a Euro 219.720,45: 43%
Sull’imponibile che supera i USD. 319.100 (€ 219.720,45): 35% Sull’imponibile che supera  Euro 219.720,45 : 43%

 
In USA alla tassazione federale si aggiunge la tassazione statale e, in alcuni casi (ad es. municipio di New York)anche  locale. Tuttavia, in molti stati non v’è alcuna imposizione statale e l’aliquota massima applicata è pari al 12% dello Stato dello Iowa.  Dette tasse, inoltre, si deducono dall’imponibile che costituisce la base di calcolo per l’imposta federale . Se posso dedurre il 12%, ad esempio  dello Iowa, l’aliquota massima sul residuo non sarà del 47% (35% + 12), bensì del 42,8 (35 + 12 – 12*35%). In Italia, invece, le addizionali regionali e comunali non vengono dedotte dall’imponibile dell’imposta statale e le aliquote “federali” si cumulano a quelle statali, aumentandole sistematicamente di circa due punti percentuali .
Va ricordato, infine, che negli USA non c’è l’IVA (VAT), tranne qualcosa di simile in alcuni stati, ma entro un’aliquota  massima del 9%.
E’ facile constatare che, rispetto all’Italia, il tanto denigrato sistema fiscale americano, è da vero paese del bengodi.   
Un esempio? Un impiegato con un reddito lordo di 45.000 Euro, in Italia paga di tasse 13.085,5 Euro, mentre, se risiedesse e lavorasse negli Stati Uniti, ne pagherebbe solo 9.003,55 con un risparmio netto di Euro 4.081,95 equivalenti a 340,16 Euro netti in più al mese.
Inoltre, non pagherebbe l'IVA sui prodotti di consumo.
Chiaramente, in Italia, per poter veramente pagare meno tasse, sarebbe indispensabile  – ad esempio – che il presidente della Regione Basilicata non disponesse d'un appannaggio superiore a quello del presidente degli Stati Uniti.
La barzelletta che dalla lotta all'evasione deriveranno meno imposte per tutti, è solo uno specchio per le allodole.
In primo luogo, attenzione: quando si stima il livello dell'evasione fiscale (quel presunto 30% del PIL), rientra nel conteggio non solo l'evasione derivante dalla sottrazione di proventi leciti, ma anche quella che deriva dagli enormi introiti della criminalità organizzata, come il narcotraffico, la prostituzione, il gioco d'azzardo, il traffico di clandestini, l'ecomafia, il mercato della contraffazione, i laboratori gestiti dalla triade cinese, ecc. ecc. ecc.; tutti guadagni che, per ovvi motivi, non potranno mai e poi mai essere recuperati a tassazione. Specialmente nel Sud, questi introiti malavitosi sostengono una vera e propria economia parallela che, se venisse improvvisamente meno, metterebbe quasi tutte quelle regioni in ginocchio e sul lastrico milioni di famiglie.
 Al contrario, anche se si recuperasse gran parte di quella quota d'imposte corrispondente a proventi derivanti da attività lecite, che sfugge al nostro fisco solo in quanto non dichiarata e non perché d'origine criminale, la voracità dei politici non conosce limiti: i soldi in più finirebbero inevitabilmente in altri sprechi, perché è solo grazie alle maglie dello spreco che il sistema olocratico vigente riesce a nutrire il proprio consenso (lo spreco, in realtà, maschera il meccanismo delle tangenti). Pertanto, maggiori introiti derivanti da minore evasione, significherebbero solo maggiori sprechi, indispensabili per nutrire l'insaziabile sottobosco elettorale di coloro che detengono il potere. La vera lotta all'evasione non godrà mai di plauso generalizzato se, contemporaneamente alle misure repressive verso gli evasori, non si agisce in maniera veramente decisa anche sul piano della spesa, dimostrando a coloro che (volenti o nolenti) pagano le tasse, che i loro sudati denari non vengono dissipati e non servono solo ad arricchire i furbi collusi con il potere.
Mi chiedo perché mai un cittadino debba lavorare sette mesi su dodici pro-fisco, col solo risultato di aiutare il ministro Scajola a comprarsi l'appartamento.
La moralità da parte di coloro che sono delegati ad amministrare il nostro denaro è conditio sine qua non perché si formi una coscienza civile di ampia diffusione, assolutamente indispensabile per ridurre ai minimi termini il fenomeno evasivo. 
Accetto scommesse.

9 Risposte a “IL FISCO AMERICANO, MAMMA MIA CHE PAURA!”

  1. Il discorso è molto complesso. Non voglio certo fare l'avvocato del diavolo, ma il calcolo della tassazione in italia, soprattutto per quanto riguarda i redditti più bassi non è così semplice.
    Ci sono prima le detrazioni che riducono l'imposta e che cambiano in funzione del reddito. Se davvero venisse applicato il 23% al reddito di un poveraccio con 4000 euro annui, bisognerebbe davvero fare una rivolta subito. In più la tassazione funziona a scaglioni, con calcolo progressivo (ma può essere che anche in USA funzioni ugualmente).
    Va poi aggiunto che in Italia abbiamo maggiore copertura per quanto riguarda la sanità (mentre in USA con la storia dell'assicurazione sanitaria, le cose non funzionano meglio che da noi); ma qui non mi addentro perchè non sono competente.
    Di certo c'è che il costo del lavoro è spaventoso, perchè quello che un dipendente costa all'azienda è uno sproposito. Quando i sindacati chiedono di aumentare gli stipendi (inteso come lordo) in fase di rinnovo del contratto, partecipano a un meccanismo che non porta a un miglioramento. Basta rifletterci: il mio dipendente mi costa di più, aumento i prezzi dei prodotti che vendo. Questo si ripercuote sull'intero sistema, con l'adeguamento di tutti i settori e il dipendente, anche se ha 50 euro in più, non se ne fa una cippa.
    Dare da mangiare all'inflazione non serve a nulla.

  2. Ciao ragazzi.
    Rispondo a Sandro.
    1) Le detrazioni che abbattono il reddito fino a 4.000 euro, valgono solo per i redditi di lavoro dipendente e d assimilati. Se sei titolare di reddito d'impresa o da fabbricati o altro, l'aliquota è quella, anche se prendi solo 4.000 euro annui.
    2) Negli USA, la tassazione non solo è progressiva a scaglioni (siamo stati noi a copiare da loro; fino al 1973 – riforma Vanoni se non erro – la nostra tassazione era proporzionale), ma  ti puoi anche dedurre ogni tipologia di costo (riscaldamento, luce, telefono, gas, manutenzioni, benzina per raggiungere il luogo di lavoro) che sia ritenuto essenziale per poter vivere. Pertanto, l'incidenza effettiva dell'imposta diventa ancora più bassa. In Italia questo non è possibile.
    3) In Italia, la sanità copre anche chi non ha un lavoro, questo è vero. Negli Usa, la copertura sanitaria completa fa parte di solito della retribuzione come risultato della contrattazione tra sindacati e rappresentanze datoriali. Per i pensionati, alla copertura sanitaria provvedono i fondi pensione. In USA c'è perciò discriminazione sanitaria tra chi lavora (o ha lavorato) e chi no. In Italia, le tasse e i contributi di quelli che lavorano servono a pagare la sanità per chi il lavoro non ce l'ha.
    Questo non sarebbe ingiusto, se su tale sistema non vi fossero sprechi e furti continui. Non capisco perché un paio di sandali da infermiere, se vai a comprarli in negozio, ti costano  25 euro, mentre quando li compra la ASL ne costano 50. E questo vale per gli approvvigionamenti alimentari, gli indumenti, le biancherie, i prodotti di pulizia; per non parlare dei farmaci. Gli USA riescono a tenere sotto stretto controllo gli sprechi. Lì , se evadi le tasse, vai in galera; ma vai in galera a vita anche se frodi l'amministrazione. Qui da noi, ci sono troppe coperture a tutti i livelli,  perché questo si realizzi. Per questo la tassazione è percepita come ingiusta: perché non c'è equità rispetto all'appropriazione indebita, alla corruzione e alla concussione, nonché ai privilegi della classe politica, fenomeni nei quali sono implicate tutte le forze parlamentari, senza differenza di parte o di colore.  

  3. Anche se con premesse differenti siamo comunque d'accordo: la situazione fa schifo. Per non pensarla così, bisogna essere idioti o tra quelli che beneficiano di questo sistema corrotto.
    Il problema sta proprio nel fatto che siamo messi nella condizione di ragionare con l'ottica del "Sodoma e Gomorra", ovvero dato che me lo mettono nel c**o, anch'io faccio altrettanto. Qui fare il nero in certi ambienti diventa ormai la prassi. È ovvio: non sono i bar che non rilasciano lo scontrino per un caffè a mettere in m**da il bilancio dello stato, quanto i professionisti (avvocati, dentisti, ecc…. ovviamente sto generalizzando) che fanno migliaia di euro in nero al mese. E oltre a questo sono gli enormi sprechi (dalla classe politica agli appalti con costi gonfiati, il fancazzismo nel settore pubblico e così via). Ormai è una questione di mentalità radicata e finchè non saranno i piani alti a cambiare, sarà difficile che l'onestà aumenti, anche perchè sempre più spesso "onesto" sta diventando sinonimo di "fesso".
    Che speranze abbiamo, ormai? Domanda retorica, ovviamente.
    Ciao

  4. "sempre più spesso "onesto" sta diventando sinonimo di "fesso".
    Hai centrato in pieno il punto cruciale del problema. Se non si sradica questa concezione, non riusciremo mai a vivere in un paese civile, come lo sono, ad esempio, i paesi nordici.
    Del resto, chi glielo fa a fare, al dipendente pubblico serio e lavoratore, di sobbarcarsi il lavoro dei suoi tre o quattro colleghi che non fanno un cazzo? Chi glielo impedisce, al funzionario delegato all'assegnazione degli appalti, di non intascare la tangente se, poi, qualora lui non l'accetti, c'è sempre il suo collega pronto a tendere la mano?
    Se tu paghi tutte le tasse, non potrai vendere i tuoi prodotti allo stesso prezzo del tuo concorrente che non le paga; ma chi te lo fa fare di morire di fame?
    Ci sarebbero dei soggetti che potrebbero rappresentare i fari della pubblica moralità: magistrati e giornalisti. In realtà, corruzione e corporativismo diffusi non risparmiano neppure queste due categorie. Al contrario.
    Purtroppo, sono convinto che da questa fogna se ne uscirà solo in concomitanza d'una grande catastrofe che metterà in ginocchio il paese e aprirà gli occhi ai suoi abitanti sul fatto che così non si può andare più avanti. Spero di essere cattivo profeta.
    Un caro saluto. 
    smHhhhhHaiHai detto 

  5. Ciao lector,

    il paragone è molto difficile. Hai ragionissimo a dire che il sistema fiscale italiano fa schifo. Ma negli USA ci sono un sacco di costi nascosti, e in generale un sistema di welfare molto meno efficace.

    Ad esempio:
    1) mezzi pubblici di trasporto: in italia fanno schifo, ma in molte città degli USA semplicemente non esistono
    2) pensione: un bel problema negli USA. Quando ci sono stato 10 anni fa, mi impressionava il numero di persone anziane (>70 anni) costrette a lavoretti di fortuna (ad esempio riempire i sacchetti dei clienti ai supermercati) per racimolare qualche spicciolo.
    3) sanità: non ne parliamo: tutto costa il doppio che in Canada, e le assicurazioni private sono care e passano molto poco.

    In particolare per il punto 2: stavo a pensione a casa di una signora anziana vedova (anche lei più che settantina), che si manteneva in parte con il mio affitto, e in parte cercava lavoretti come baby sitter o cose analoghe. E si lamentava sempre di non sapere come fare a finire di pagare il mutuo della casa. Mi ha fatto molta pena, devo dire. Eppure, vivevo in una regione "ricca" (il North Carolina). Ma il contrasto povertà-ricchezza mi ha colpito molto, devo essere sincero.

    Insomma, fu lì che presi la decisione di tornarmene in Italia. Ora forse me ne sto pentendo…. la mia impressione è che i posti migliori per vivere stanno nel nord europa (a parte il clima), dove certo la tassazione non è molto bassa.

  6. Ciao Giuseppe.
    Innanzitutto, grazie per il tuo contributo. Ritengo sia sempre molto importante ottenere informazioni da chi ha potuto vivere una realtà in prima persona.
    Non metto in dubbio che il sistema americano sia oltremodo carente per quanto riguarda la tutela delle persone prive di occupazione o sottoccupate.
    La mia "vis polemica" voleva solo stigmatizzare l'aspetto puramente tributario della questione, dove, a fronte d'un immaginario collettivo che si prefigura il fisco americano come implacabile ed insaziabile, abbiamo una realtà (ribadisco: esclusivamente sotto il profilo del prelievo) migliore della nostra. Ad una analisi più attenta, il diavolo è risultato meno brutto di come c'era sempre  stato dipinto. Per quanto riguarda il fisco nordico, ho un conoscente svedese con il quale mi ripropongo sempre di andare a fondo della questione. Quando avrò ottenuto delle soddisfacenti risposte in proposito, ci scriverò su un post.
    Un caro saluto. 

  7. Quello che a me fa più rabbia del sistema italiano è il poco e nullo rispetto per le persone, viste quasi sempre come evasori o polli da spennare. E le prese per i fondelli: la pressione fiscale non aumenterà, e poi ti mettono il bollo sui risparmi. Tutto questo fa veramente schifo.

  8. E', inoltre, un sistema ferocissimo con chi già dichiara e assolutamente inefficace nei confronti degli evasori.
    Ti segnalo questo pregevole articolo di Enrico Zanetti, sulla cedolare secca, che credo fotografi bene anche la tua situazione, come professore universitario e, dunque, come appartenente a quella categoria di persone (detta "ceto produttivo") che il proprio reddito se lo guadagnano tutto onestamente e che si vedono sistematicamente rapinati d'una grossa fetta del frutto del proprio lavoro, senza poterci fare nulla:
    http://librescamente.splinder.com/post/23746516/il-paese-dove-lovvio-risulta-incomprensibile-ai-piu 
      

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.