IL CILINDRO SUMERICO DELLA TENTAZIONE DI EVA

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Genesi 3,1-6.

1 Il serpente נָחָש era il più astuto עָרוּם (= nudo)di tutti gli animali selvatici che Yahwè Eloim aveva fatto e disse alla donna: “È vero che Eloim ha detto: “Non dovete mangiare di alcun albero del giardino”?”.
2 Rispose la donna al serpente נָחָש : “Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare,
3 ma del frutto dell’albero che sta in mezzo al giardino Eloim ha detto: “Non dovete mangiarne e non lo dovete toccare, altrimenti morirete””.
4 Ma il serpente נָחָש disse alla donna: “Non morirete affatto!
5 Anzi, Eloim sa che il giorno in cui voi ne mangiaste si aprirebbero i vostri occhi e sareste come Eloim , conoscendo il bene e il male”.
6 Allora la donna vide che l’albero era buono da mangiare, gradevole agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch’egli ne mangiò.

Il cilindro sumerico della tentazione di Eva

Numerosi esempi di similitudini, tutt’altro che casuali, si possono riscontrare dal confronto tra i testi dell’antico testamento e quelli molto più antichi rinvenuti in Mesopotamia. Noto come “Cilindro della tentazione di Eva”, questo reperto è custodito presso il British Museum. Risalente al periodo post accadico, intorno al 2200 avanti Cristo, contiene tutti gli elementi fondanti del racconto biblico.Il reperto proviene dalla Mesopotamia, ed è stato scoperto intorno al 1840.
George Smith, uno studioso del museo, interpreta la scena riportata sul cilindro come la tentazione di Adamo ed Eva nel giardino dell’Eden, raccontata nell’Antico Testamento.Gli elementi sostanziali del racconto, infatti,  sono tutti evidenti graficamente sul cilindro. Sono presenti un uomo ed una donna posti ai lati dello stesso, dei serpenti e al centro un albero con dei frutti. La similitudine al racconto biblico, secondo lo studioso, sarebbe ancora più palese, perché la figura maschile è raffigurata con delle corde, simbolo sumerico della divinità.

Contrariamente a quello che verrebbe da pensare, il Sumeri non erano un popolo semitico, è tanto meno indoeuropeo. E’ stato accertato che questo popolo viveva in Mesopotamia sin dal 4000 a.C. A loro è attribuita l’invenzione della scrittura cuneiforme e come è stato dimostrato, le loro credenze spirituali influenzarono tutte le successive religioni del vicino oriente (tra cui l’ebraismo).

Samuel Noah Kramer, archeologo, ha trascorso la maggior parte della propria vita a studiarne la letteratura, redigendo nel 1944 un libro sulla mitologia sumera.

In questo libro, Kramer si è soffermato sull’importanza che il Sumeri attribuivano alla mitologia. Secondo Kramer: ” i miti più significativi di una cultura sono solitamente riferiti alla cosmogonia, o mito della creazione. Le storie sacre si evolvono e si sviluppano, nel tentativo di spiegare l’origine dell’universo, la presenza e gli dei e l’esistenza dell’uomo.

Il Cilindro della Tentazione conservato al British Museum di Londra, dimostra che la Genesi era già una leggenda sumera che risulta descritta in questo reperto archeologico nelle sue linee principali.
Il manufatto risale infatti all’anno 2200, cioè esisteva già 12 secoli prima che venisse scritta Genesi,  che appartiene alla tradizione jahwista del X° sec. a.C.

(Tratto da QUI)

Pubblicato da hannibalector

"Nessuno è il mio nome: Nessuno mi chiamano mia madre e mio padre e tutti gli altri compagni"

4 Risposte a “IL CILINDRO SUMERICO DELLA TENTAZIONE DI EVA”

    1. Ciao, carissimo. Compatibilmente con il periodaccio che stiamo vivendo tutti e che non consente molte illusioni, abbastanza bene, dai. E tu? Mi fa veramente piacere quando ogni tanto ci si risente. Ho letto le dichiarazioni di Veronesi. Sono veramente importanti, anche perché una personalità come lui ha tantissima influenza sull’opinione pubblica. Chissà che a furia di dai e dai la gente infine non capisca che è inutile crearsi un mondo immaginario dove fuggire dalle proprie angosce; molto meglio cercare di migliorare quello vero. Un abbraccione anche a te, amico mio. A presto.

  1. Io tutto bene, se non altro lavoro e non è poco visto il momento storico.
    Mi fa sempre piacere passare a leggerti quando ho tempo.
    Se cerchi online, Zichichi ha risposto a Veronesi, contrapponendo la sua visione bigotta. Le sue motivazioni (di Zichichi), inutile dirlo, sono a dir poco ridicole.

    Ti saluto carissimo, a presto!

    1. Zichichi si comporta così perché deve la sua carriera ai preti, in quanto sul piano scientifico mi pare che lasci molto a desiderare. Leggiti le “Zichiche” di Odifreddi se vuoi farti un bel paio di sane risate. Ne esce un personaggio che chiamare squallido è fargli un complimento. A presto, amico.

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