13 Risposte a “IL BLOG DI PIERGIORGIO ODIFREDDI”

  1. Ho letto i primi dieci commenti e mi è venut<a la nausea: in fondo son sempre i soliti discorsi e ognuno rimane della sua opinione. Odifreddi fa finta di non capire che non serve a un cazzo argomentare logicamente sulla questione di dio: per la stragrande maggioranza dei credenti di qualsiasi religione il problema riguarda la sfera delle emozioni e dei sentimenti, non quella razionale.
    Filoapolo

  2. @—>Filopaolo
    Hai perfettamente ragione che "argomentare logicamente" in materia di religione non serve pressoché a nulla; tuttavia, in un sistema democratico, è l'unica maniera per controbattere le affermazioni del tuo avversario, senza l'uso della forza.
    Per farti un esempio, senza "argomentare logicamente", come potremmo altrimenti far accettare alle gerarchie ecclesiastiche – e, soprattutto,  ai loro accoliti – che l'omosessualità non è figlia del demonio, ma solo uno dei tanti approcci che l'evoluzione ha sviluppato in relazione all'impulso vitale? 
    Ritengo che Odifreddi, come me, come te, come Deicida, come Kefos e tanti altri, sia assolutamente indifferente all'intimo credo di ciascuno, ma molto preoccupato delle conseguenze sociali che detto credo può comportare, se tradotto in prassi politica. Demolirne sistematicamente  l'apodittica pretesa di verità e di logica, tramite quell'argomentare "sterile" che tu critichi, è la pregiudiziale che consente di renderne inefficace la traduzione legislativa e regolamentare, quando si tratta poi di agire in campo istituzionale. Meno gente risulta circuita dalla pretesa origine "divinina" di certe affermazioni, meno i politici saranno disposti a perorarne le insulse battaglie.
    Un abbraccio.

  3. @ Lector

    ammetto che hai ragione. Argomentare serve solo a cercare di limitare i danni che inevitabilmente ci minacciano. Però che fatica mantenersi sempre sulla difensiva !
    Filopaolo

  4. Purtroppo, quelli come noi, chiedono solo che a ciascuno sia consentito di potersi fare la propria vita in santa pace, senza con ciò rompere i coglioni agli altri. Ma, a quelli come loro, questa semplice e legittima aspirazione non  sta affatto bene.

  5. Apprezzo grandemente l'impegno di Odifreddi,ma mi chiedo quanto pubblicare articoli su internet (seppur con argomenti schiaccianti) possa servire davvero.
    Cosa sono qualche centinaio di argomenti con MILIONI di persone che ancora si bevono le cazzate di B16?

    Sono sempre più pessimista,e ogni giorno sempre più.

    Purtroppo,nonostante il mondo sia proiettato ineluttabilmente verso una maggior comprensione del mondo mediante il metodo scientifico (introdotto praticamente l'altro ieri), osservo esterefatto forme di integralismo religioso che mi lasciano allibito.

    Il mondo è spaccato in due: tra la favola e la realtà.Tra l'accettazione di una nostra completa origine naturale e il rifiuto di ogni trascendentalismo,e i sogni deliranti di questi ciarlatani.Paradosso pesante quello della modernità: chi professa la trinità di dio,e chi ha fotografato l'universo neonato.

  6. @—>Deicida
    Se vogliamo continuare a vivere in un occidente civile, illuminista e laico,  dobbiamo – nostro malgrado – continuare a combattere. Loro contano molto sul fatto che, alla fine, saremo noi a mollare per sfinimento, per poi prevaricarci, riportando l'orologio del tempo indietro di duemila anni.
    Teniamo duro, anche se sono altrettanto altrettanto "scojonato" quanto te: come osservi giustamente, abbiamo appena cominciato.

  7. Al mio collega sudanese che in questo periodo sta facendo il ramadan, oggi pomeriggio al lavoro volevo leggere uno dei post di Odifreddi: mi ha impedito di farlo chiudendo la pagina internet e tappandosi gli orecchi…
    Filopaolo

  8. @—>Filo
    In quel caso, sarà un percorso duro. Mancano i fondamentali che derivano dallo studio della filosofia. Per mia esperienza personale, all'ateismo autentico arrivi solo dopo un cammino filosofico quasi obbligatorio. 
    La filosofia funge al medesimo scopo compensativo della sabbia in un marchingegno d'allarme che funzioni a contrappesi.

  9. Bah, non credo sia sempre vero che per arrivare ad essere atei bisogna ave bazzicato un pò di filosofia. Io per esempio mi sono sempre dichiarato ateo. La filosofia invece l'ho iniziata a praticare soltanto pochi anni fa e prima non ne sapevo quasi nulla. Ma forse mi dicevo ateo senza sapere che cosa davvero significasse. O forse lo facevo per tradizione familiare (in casa mia il massimo che ho avuto è stata una nonna credente ma non praticante e, da buona toscana, mangiapreti pure lei).

  10. Infatti, io parlavo di scelta consapevole, fatta a mente fredda, senza che v'intervengano ragioni di cuore o di passione. Un ateismo che non sia così fondato, secondo me, si differenzia poco dalla "fede". Per questo ho sempre sostenuto che noi non si debba fare proselitismo: il proselitismo è una violenza alla dimensione psicologica altrui; implica raggiro, circonvenzione. Noi ci si deve limitare a proporre argomentazioni, che per la loro evidenza non possano essere ignorate e che siano finalizzate ad instaurare il dubbio. Già poter arrivare alla dimensione del dubbio, è un grandissimo risultato. Una persona che dubiti sistematicamente, non avrà "verità rivelate" che ne ottenibrino le facoltà intellettive e sarà sempre disponibile a porre tutto in discussione. Dunque, non ti metterà mai sul rogo, convinta di essere nel giusto, perché avrà capito che "il giusto", come assoluto,  non esiste.  

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