GLI ANTICHI ALIENI

Sono un po’ scettico sul fatto che l’uomo, infine, accetterà la propria insignificante condizione nell’Universo senza postulare l’esistenza di qualcosa che gli permetta di superarla, almeno nella sua fantasia. Vorrei sperarlo, ma non ci riesco. Non c’è la volontà di reagire all’oppio rappresentato dalle favole sul trascendente; è molto più comodo e rassicurante adagiarsi e continuare come i bambini a credere alle belle storie, piuttosto che affrontare da uomini adulti l’autentica solitudine della nostra vita e la sua fondamentale inutilità. Sono tuttavia convinto che, almeno nel mondo occidentale,  la religione cristiana sia destinata, presto o tardi, a soccombere, schiacciata dalle proprie contraddizioni e dalla sua stessa assurdità.

Con cosa verrà sostituita? Secondo me, da una nuova mitologia sui c.d. Antichi Alieni. La stessa, oggi, si trova in una condizione appena abbozzata ed è per ora priva di sacerdoti, che siano pronti a celebrarne il rito. Ma, non appena se ne creeranno le condizioni, non appena apparirà un novello Paolo di Tarso, intraprendente,  creativo e cialtrone al punto giusto e in grado di trasformare una storia appena plausibile in un vero culto, comincerà ad aprirsi una breccia nel cervello del solito miliardo di creduloni che popola le lande terrestri.

Cosa dice questo mito, in una delle sue tante varianti? Che la vita sul nostro pianeta venne portata da esseri superiori provenienti dallo spazio, i quali continuano tutt’ora a usare la Terra, così come altri pianeti di diversi sistemi stellari, quale centro di selezione per coloro che meritano di godere di un’esistenza praticamente infinita. In estrema sintesi, sulla Terra gli esseri senzienti subirebbero solo una sperimentazione per verificarne l’idoneità sociale, all’interno di corpi che sarebbero meri involucri e, gli idonei, dopo la morte, verrebbero trasportati in una sorta di Iperborea dove acquisterebbero la loro reale natura simile a quella dei loro creatori. I non idonei, cioè i cattivi, gli asociali, i furfanti d’ogni specie, cesserebbero di esistere e basta. Un comodo sistema per evitare conflitti e contrasti in tale società “ultraterrena”.

Bella storia, vero? Vista con occhio distaccato, certamente assai più plausibile di quella d’un dio che manda sulla Terra il proprio figlio per farlo crocifiggere e che sa già in anticipo se uno finisce in Paradiso o all’Inferno, eccetera, eccetera.

Ribadisco che, secondo me, questa mitologia col tempo finirà per sostituire quella cristiana e si creeranno nuovi centri di potere sacerdotale per amministrarla e per trarne profitto. In fondo, si tratterebbe solo d’un ricorso storico, della fine d’un tempo e dell’inizio di un altro.

Pubblicato da hannibalector

"Nessuno è il mio nome: Nessuno mi chiamano mia madre e mio padre e tutti gli altri compagni"

8 Risposte a “GLI ANTICHI ALIENI”

  1. La condizione umana è così inutile e gratuita che per sopportare tale peso la gente si attacca a qualsiasi storia.
    Immaginarsi la fine del cristianesimo implica certo una visione in grande, ma la storia ci insegna che nemmeno gli dei olimpici sopravvissero al nuovo dio. Quindi nulla vieta di pensare alla stessa sorte per il cristianesimo.
    Se non altro la storia degli alieni è molto più realistica di quella minchiata del figlio di dio; alla fine ogni cosa ha il suo tempo: una storia del genere (gli alieni) penso sarebbe stata improponibile 2000 anni fa. Magari sarà ampiamente accettata tra 200 anni.
    Ma in definitiva è sempre la stessa storia: cambia la forma ma non il contenuto. L’uomo ha bisogno di crearsi padroni e giudici sopra di sè per dare un senso ad ogni sua squallida ed inutile giornata su questo sasso.

    Un abbraccio e complimenti per il post.

  2. Ehi, carissimo.
    Mentre scrivevo, m’immaginavo monsignori, vescovi e cardinali, riuniti in conclave attorno al papa, spaventatissimi, con i report delle offerte in mano, che richiedono misure drastiche contro la nuova “eresia” che avanza e che sottrae loro preziose risorse. Un po’ quello che dev’esser successo tra i sacerdoti di Iside e quelli di Mitra quando si sono accorti che il cristianesimo stava falciando loro l’erba sotto i piedi mentre Costantino faceva l’occhietto al nuovo culto.
    Grazie per i complimenti e un abbraccio anche a te.

  3. Francamente, è incredibile come l’uomo riesca a darsi la zappa sui piedi da solo con una costanza ed una protervia impressionanti.
    Peccato, perchè è vero che siamo poco più d’un chicco di grano nella macina dell’ universo, ma il “chicco” su cui stiamo è di una tale meraviglia che da solo dovrebbe bastare a tenere a bada i mostri nascosti sotto al letto.

  4. Per inciso, il mio rammarico rimane comunque quello che non riuscirò mai a vedere il genere umano proiettato nei viaggi interstellari. Quanto mi piacerebbe!

  5. Anche io mi rammarico di esser nato in ques’epoca per lo stesso motivo.
    Tuttavia sono abbastanza scettico sul fatto che l’uomo un giorno potrà giungere a tecnologie tali da farlo avventurare nel profondo spazio cosmico: lasciare il sistema solare non è proprio la stessa cosa di farsi un giretto dietro casa sulla luna…

  6. In effetti le probabilità giocano a nostro sfavore. Ammesso che viaggiare nello spazio sia effettivamente alla nostra portata, non dimentichiamoci che basta una serie di sfortunate coincidenze (guerre, pandemie, l’impatto d’un meteorite, una tempesta galattica, l’arresto del nucleo, la sublimazione dell’atmosfera) per spazzarci via per sempre dalla faccia del cosmo. Così, in un attimo.

  7. …ficata! guarda, se decidi di provarci tu a fare il SanPaolo, ti aiuto, quantomeno sostenendoti.
    tanto il mio dio attuale, il ProdigiosoSpaghettoVolante, non dovrebbe offendersi. E se si offende – dicono a roma – fa due fatiche…
    (ramen, per il momento)

  8. E secondo me, caro mio, c’è pure da farce ‘na valanga de pecunia che, cor nick che te sei scelto, so’ sicuro no’ te puzza proprio. Ramen!
    😀 😀

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