UCCISA DA UN ESORCISMO UNA BAMBINA DI DUE MESI
POLISTENA – Piangeva Maria Ilenia Politanò, poco più di due mesi, e credevano che fosse posseduta dal demonio. Volevano esorcizzarla ma l’ hanno seviziata, brutalmente, col consenso dei genitori convinti così di toglierla a Satana. E l’ hanno uccisa. I suoi genitori, gli zii, una nonna, una cugina della madre, otto persone in tutto, che hanno partecipato al satanico rito, sono finiti in carcere. “E’ terrificante”, dice il procuratore della Repubblica di Palmi, Elio Costa, che coordina le indagini, “quello che è avvenuto è terrificante. La piccola Maria Ilenia è stata seviziata… in maniera inenarrabile”. In una maniera che ha commosso medici e infermieri dell’ ospedale ai quali ieri mattina, quando ormai non c’ era più nulla da fare, gli stessi parenti hanno portato la bambina. Accade a Polistena, Calabria reggina, in un’ area di cultura contadina che ancora rifiuta modelli culturali così violenti. La famiglia Politanò – il padre Michele, 23 anni, e la madre Laura Lumicisi, di 20, braccianti agricoli con poca cultura e tanti bisogni – vivono in periferia, in via Esperia, un quartiere povero e popolare. Sono convinti che il demonio sia entrato da qualche tempo in casa loro, dicono ai parenti che Satana si è installato da quelle povere mura e non intende andarsene. Addirittura si “preoccupano”: Maria Ilenia piange, diventa paonazza, strilla e non si calma neppure aggrappandosi al seno materno? E’ il diavolo, sospettano, che si è impadronito della piccola. Inizia così la via crucis di Maria Ilenia, che viene attorniata da parenti i quali sperimentano sul suo corpo “riti” chissà dove visti e imparati. Forse lontano dalla regione perché in Calabria, a parte il caso della “Santona” di San Pietro in Amantea che anni fa fece uccidere un adepto che aveva messo in discussione la sua autorità, non si ricordano episodi del genere. L’ autopsia, già effettuata sul corpo di Maria Ilenia, ha accertato che la piccola è morta proprio in seguito a queste pratiche sataniche, con sevizie manuali e percosse, che le hanno letteralmente sfondato diversi organi. La vicenda è stata chiarita in poche ore di indagini. Quando la bimba è arrivata in ospedale si è messa in moto la polizia. Il vice dirigente del commissariato, Carmine Grassi, ha fatto bloccare per primi i due genitori. E sono stati loro a raccontare del diavolo in casa, del diavolo nel corpo di loro figlia, degli esorcismi a cui hanno preso parte numerosi familiari. E si è appreso così che sono stati proprio loro, Michele Politanò e Laura Lumicisi, visti i loro vari e inutili tentativi di “liberare” la figlia, ad affidare la bambina agli zii Vincenzo Fortino, 41 anni, originario di Ariccia ma abitante a Genzano, e Domenico Lumicisi, 22 anni. Il primo considerato una sorta di santone, il secondo suo “apprendista”. Toccava a loro scacciare il diavolo dal corpo di Maria Ilenia. Nessuno ha pensato di portarla da un pediatra perché chiarisse i disturbi che aveva. Quel che è successo poi, sembra una sequenza di film dell’ orrore. Maria Ilenia, poggiata su un tavolo, è stata dapprima bagnata con acqua proveniente da Lourdes. Quindi è stata barbaramente percossa, durante un rituale “misto” di sacro e profano, di preghiere alla Madonna e a tutti i santi e di invocazioni e minacce a Satana. Quello che, secondo i risultati dell’ autopsia disposta dal procuratore Costa, è stato fatto sul corpo di Maria Ilenia, “è meglio tacerlo”, mormora un medico dell’ ospedale. “E’ troppo – spiega – ne abbiamo viste tante in un pronto soccorso dove arrivano spesso le vittime delle lupare mafiose, ma quello che è stato fatto a questa bambina è veramente troppo…”. Gli uomini del commissariato hanno avuto quindi la ricostruzione esatta di quello che si era verificato durante quel “rito”. Così sono stati fermati, ed entro domani compariranno davanti al gip di Palmi per la convalida dell’ arresto, i genitori, il santone Vincenzo Fortino e il suo aiutante Domenico Lumicisi. Questi ultimi sono accusati di omicidio pluriaggravato, i genitori di concorso. Con l’ accusa di concorso in omicidio sono finiti in prigione anche la nonna della piccina, Rosina Lumicisi di 47 anni, lo zio vincenzo Lumicisi, 33 anni, la zia Marisa Pettè, 22 anni, una cugina della madre, Maria Barnabà, 21 anni, mentre la zia Mirella Lumicisi, 39 anni, moglie del “santone”, non è stata accompagnata in cella solo perché disabile.
Questi non vanno messi in galera.
Van messi al muro ed abbattuti senza tante storie.
Esseri inutili che consumano ossigeno.
Ciao Mad! Tutto bene in Valsugana? Com’è andata l’estate?
A proposito del post, non hai idea, invece, di quanti ce ne siano che credono convintamente in stronzate simili. Se iniziamo a ucciderli, salviamo l’umanità dal pericolo della sovrappopolazione.