I manifesti esposti su iniziativa di don Luca Paitoni, a Brescia.
Chi scrive, conosce abbastanza il mercato della cartellonistica pubblicitaria, per informare il lettore sul costo espositivo d’un manifesto del genere: si va dai 20, 25 mila euro annui, finanche a 100 mila e oltre, a seconda del luogo prescelto (se non ci credete, telefonate all’IPAS o alla Gallo Pubblicità, aziende concessionare degli spazi e leaders nel settore: il numero di telefono lo trovate direttamente sui cartelli vuoti, al margine delle strade). A questo costo, che corrisponde al semplice affitto dello spazio d’affissione, deve aggiungersi la spesa di realizzazione materiale dell’impianto, che si aggira mediamente dai due ai cinque mila euro.
Quale può essere il fine che giustifica un’impresa pubblicitaria di simile portata? Lo chiedo ai credenti più sensibili: come si può mettere sullo stesso piano una scelta di vita e una marca di assorbenti? Una cosa così, può essere rivolta solo a chi s’identifichi inconsapevolmente nella celebre etimologia proposta da Odifreddi. Personalmente, ritengo che dei compagni di ventura simili sarebbe meglio perderli che trovarli: discrediterebbero il messaggio e tutti coloro che ci credono.
Il commento che mi suscita immediatamente è che forse quel denaro poteva essere utilizzato meglio in nome di Gesù Cristo. Credo che la migliore pubblicità della propria fede sia la testimonianza personale.
Siamo però in una società libera, dove ognuno può fare l’uso che vuole dei propri soldi, se non commette un reato. E non vorrei che certi impulsi anti-clericali o anti-religiosi aprissero la strada alla censura. Così, pur se personalmente mi lasciano perplesso, lascerei campo libero alla pubblicità degli atei sui bus, come a questa.
Grazie Psico, per aver accolto l’invito.
Sono perfettamente d’accordo con te sulla libertà di poter fare pubblicità.
Quello che mi lascia perplesso è la ricerca di proseliti con sistemi da corporation.
Non credi che si tratti in effetti d’un autogol?
Mi sembra anche che qui si vada in senso diametralmente opposto rispetto alle parole di Ratzinger.
In generale sono d’accordo, chissà perché lo ha voluto fare. Sprechi a parte, penso che non abbia molto senso.
Ti confermo sulla posizione di Ratzinger, che adesso ha ancora maggior rilievo (queste riflessioni sull’utilizzo delle cose risalgono a tutta la sua ricerca, fin dagli anni 1960).
intanto grazie per l’invito
1) mi pare che lo spazio in cui il poster e’ appeso non sia del tutto (come dire) omologato. Anche il messaggio, per quanto d’impatto, mi sembra decisamente low cost. Di conseguenza mi viene da pensare che il padrone del cantiere abbia lasciato che il buon don Luca ci appendesse la sua campagna promozionale. Cosi’ a intuito, magari sbaglio. Di conseguenza non credo che l’affisione in oggetto subisca i costi delle campagne convenzionali da te riportati.
2) nel caso in cui al contrario l’affissione sia del tutto “canonica”, ossia soggetta agli sforzi economici da sostenere per qualsiasi propaganda legata alla pubblica affissione, mi chiedo: ma non sara’ che la fede sta lentamente morendo? E di conseguenza:
– come mai le scritture sacre sono state e continuano ad essere cosi’ pesantemente rivisitate e corrette e/o corrotte nei secoli?
– come mai tra gli strumenti di diffusione della fede il vaticano detiene almeno due potentissimi network radiofonici (radio vaticana e radio maria se non altri) e almeno altre tre reti televisive e una satellitare (tele pace, tele lazio rete blu, sat2000)?
– perche’ allora, visto l’impiego di mezzi cosi’ allineati con i moderni sistemi di comunicazione, non ci si dovrebbe rivolgere anche alla cartellonistica?
– altra domanda, forse la piu’ importatante: la fede e’ business (anche)?
– la propaganda e’ controllo (delle menti e dei cuori)?
Se e’ cosi’ non mi meraviglierei troppo, anche perche’ i costi della cartellonistica sono irrisori rispetto a quelli necessari a sostenere un network. Una volta c’erano i profeti, le voci di chi “strillava nel deserto”, i miracoli…. anche quella era comunicazione, una comunicazione proporzionata ai tempi. Oggi si comunica cosi’. Perche’ la chiesa non dovrebbe giovarsi di questo tipo di comunicazione(come di fatto si giova)?
ps
ho dato un’occhiata al tuo blog e alle ultime produzioni, tutte interessanti come sempre. Sono un po latitante in questo periodo, ma spero di tornare presto. Stavo meditando un post sul quarantennale dello sbarco sulla luna, mi sarebbe piaciuto interrogarmi/vi su quale componente (la scientifica e l’umanistica) abbia avuto piu’ peso nella realizzazione di un impresa titanica come quella. Chissa’ se lo faccio… boh
psps
perche’ non lo fai tu????
🙂
Ciao, Red. Come sempre gentile, hai aderito al mio invito.
Le domande che ti sei posto tu, me l’ero poste anch’io. Non sono d’accordo sull’ultimo inciso (perché la chiesa non dovrebbe giovarsi di questo tipo di comunicazione?). Rispondo: perché la Chiesa – almeno nelle proprie affermazioni – pretende di non essere come la Coca Cola. Poi, in fatti come questo (e come quelli sull’8°/oo) si smentisce clamorosamente.
Non voglio fare il post sullo sbarco lunare (presumo che la blogosfera ne sarà ricolma) ma ti prometto che farò quello per lo sbarco su Marte :-)).
Ora ho in cantiere un succosissimo “Haeresis Lectorianae” ….
Un abbraccio carissimo.
hai risposto alla mia domanda piu’ importante, quella sul business (coca cola):
la fede e’ un genere di consumo?
Evidentemente e’ ANCHE quello.
Abbraccio ricambiato.
P.S.
Riguardo ai costi espositivi, nell’articolo cui rimanda il link, è testualmente asserito che trattasi di “Una campagna di evangelizzazione che non è costata poco”, da cui deduco che gli sconti, anche se importanti, non hanno azzerato del tutto i normali canoni di riferimento ….
mi sono letto il link e a parte la figura di aver scambiato una marca di jeans come marchio originale da cui il vangelo avrebbe tratto ispirazione, mi pare che l’articolo sottolinei in fondo quello che dicevo pure io: comunicare con i mezzi oggi disponibili. Se la coca cola viene affissa ai muri e le veline mostrano le immediate periferie dei loro apparati genito-urinari in tv, questo non significa che tali strumenti siano inopportuni o “satanici”. Restano strumenti che possono essere utilizzati a qualunque scopo. E ovviamente… costano.
domanda:
quali sono i ricavi??????
Sicuramente il lato economico non è da sottovalutare, forse si sarebbe potuto utilizzare meglio quel denaro…
…però…però non mi spiace tutto sommato…infondo nel 2009 comunichiamo così, che la chiesa si stia svegliando?…
Devo ribadire che sono in gran parte d’accordo con lector, e la prima osservazione di redhero è giusta. Non vorrei dire delle sciocchezze, ma mi pare improbabile che dietro queste cose ci siano lasciti o sovvenzioni.
Penso sia la libera iniziativa di un presbitero, certamente supportato da dei fedeli, ma la trovo del tutto inappropriata, e come ho già detto, di pochissima incidenza perché siamo abituati da simili approcci ad identificare “baracconate” simili con una certa cultura protestante (soprattutto statunitense), che non ha pressoché nulla a che vedere con la testimonianza di fede.
@–>BedofNails
Non è il mezzo a lasciarmi perplesso, ma l’obiettivo. Se pubblicizzo un’automobile, una birra o una marca di scarpe, parto dal presupposto dell’esistenza di un bisogno che verrà soddisfatto dal mio prodotto in cambio d’un corrispettivo.
Diamo pure per scontato che vi sia un bisogno di religiosità che potrebbe venir soddisfatto dal messaggio della Chiesa Cattolica. Fra un po’ vedremo apparire i messaggi degli Evangelici del Settimo Giorno, degli Anabattisti, quelli dei Buddisti, degli Ortodossi greci e di quelli russi, degli Islamici Sunniti o di quelli Sciiti, degli Ebrei, ecc.?
“Vieni da me, il mio dio è migliore del suo.”
“La tua vita manca di sprint? Con il Cristo, lascerai tutti gli altri inchiodati alla partenza!”.
“Vieni con noi! Paghi uno, prendi tre!”
@–>piccic
Ti rimando al commento #11.
Ti pare seria una cosa del genere o, piuttosto, tale da risultare un vero e proprio autogol?
Errata corrige:
# 11: Avventisti del 7° giorno. Pardon.
allora per me questo scritto di Lector e’ geniale e risolutore:
“Vieni da me, il mio dio è migliore del suo.” …
…
“Vieni con noi! Paghi uno, prendi tre!”
ESATTO: quando avremo una sufficiente ed inevitabile entropia teologica ci sceglieremo un Dio della nostra taglia dimenticandoci di qualsiasi verita’ che non sia la nostra, un po’ come si fa sulle bancarelle,…
questo era un link di tempi non sospetti (si fa per dire)
http://redhero.splinder.com/post/11739883/Un+dio+XXL
Ehi, Red. Piano con le offese: a me “geniale” non l’aveva mai detto nessuno! :-)))
(sei sempre troppo gentile)
Il discorso che fai nel commento #11 vale appunto quando si lascia da parte il fatto che la conversione è tutt’al più una “conseguenza indiretta” delle opere del cristiano, e affidata alla Grazia, e la si fà diventare invece un fine che si ritiene raggiungibile in virtù di mezzi esterni. In questa maniera si mette la rivelazione sullo stesso piano di realtà disparate animate da un generico sentimento religioso.
Non vedrai mai l’islamismo fare uso di mezzi simili, o il buddhismo, per il semplice motivo che hanno fondamenti completamente diversi (nell’islamismo – lasciando da parte i terroristi – il rapporto con Dio è unicamente diretto e l’imam è solo un officiatore delle preghiere, il buddhismo non contempla una centralità imprescindibile dell’altro, e la presenza del trascendente non ha carattere di persona).
Scusate, ho dimenticato la prima parte:
Ciao Lector: non la trovo poco seria, la trovo poco funzionale, e grossolana. Ma ci sono cose peggiori. Non mi sento in grado di commentarla, dovrei conoscere la persona che l’ha promossa.
Mi scuso per l’evidente ritardo ma era da un bel po’ che non controllavo le e-mail, quindi, ringraziando per l’invito, vo dicendo la mia.
Gesù – sì, quello lì, in croce – ha detto di andare di casa in casa. La cosa interessante è che la cartellonistica ha un impatto impersonale e a senso unico: non è discutibile, non hai una persona davanti con la quale confrontarti.
Quindi, genio Gesù che dice di “fare comunità umana” andando nelle case, mettendo in discussione (possibile, probabile o auspicabile) il messaggio, la Buona Novella. Geniale Gesù perché lascia che l’uomo sia uomo anche nel propagare la Parola, cosa che un cartellone, evidentemente, non fa.
Opinione personale: statico, pigro, scialacquatore, impoverente, chi abbia tentato la propagazione della Parola tramite un secco e misero manifesto.
Il Carnefice
PS: spiace dirlo (molto, spiace) ma riguardo la “propaganda” i TdG battono la chiesa 100 a 0.
====Quale può essere il fine che giustifica un’impresa pubblicitaria di simile portata?===
se chi ha fatto cio’ e’ in buona fede.. non c’e’ altro fine se non quello di condividere con gli altri un dono che si ritiene ci sia stato dato.
Uno sente di aver avuto del beneficio nel ricevere la parola di cristo, una coscienza spirituale ecc. ecc. e trova il modo di darla anche agli altri.
Per un religioso cio’ non e’ esattamente identificabile con la filantropia “regolare”, ovvero, dare spiritualita’ non e’ esattamente dare da mangiare agli affamati anche se puo’ averci a che fare.. per cui un religioso puo’ preferire, secondo le circostanze, spendere risorse per la predica/propaganda piuttosto che per fornire benefici di tipo (senza offesa) “materiali”
====come si può mettere sullo stesso piano una scelta di vita e una marca di assorbenti?==
tutta la comunicazione e’ comunque inquinata da un uso prevalentemente commerciale ed egoistico.. Se un religioso dovesse sentirsi impedito da questo nell’approcciare l’uso di mezzi di propaganda, praticamente dovrebbe ridursi al silenzio..
non si puo’ discutere di propaganda religiosa se non si ritiene la religione un valore.. nel senso che qualsiasi atto di esternazione della propria fede o della propria esperienza trascendentale apparira’, all’ateo, come inutile o dannosa… non solo il super cartellone affisso sui ponteggi..
Yasoda, non credo che un religioso possa mettere sul piatto la stessa “buona fede” e gli stessi metodi di un non religioso.
A parte il fatto che questo tuo discorso apre la possibilità (negativa) di “pubblicizzare” Dio con qualsiasi metodo, basterebbe che il religioso cristiano facesse quello che ha detto di fare Gesù Cristo e, credimi, se si presentasse davvero come gli apostoli, una percentuale molto elevata di persone capirebbero meglio cosa significhi amare Gesù.
Non scherziamo, altro che cartellone: sai quanti panini, scarpe e benzina ci si pagava e a quanti atei avrebbe fatto piacere approfondire in un mistico faccia a faccia? Ma è evidente che il tipo non ha il “fuoco sacro” che ti trasforma.
Il Carnefice
PS: ho contrattato non poco il prezzo con un arancione che mi proponeva un po’ di libri che, poi, ho letto con molto interesse…
Quello, mi è piaciuto!
====A parte il fatto che questo tuo discorso apre la possibilità (negativa) di “pubblicizzare” Dio con qualsiasi metodo==
e’ cio’ che e’ stato fatto dagli apostoli (per esempio).. a quei tempi il massimo possibile dell’espansione della propaganda era viaggiare a piedi e in nave e parlare nelle piazze… lo hanno fatto.. poi sono andati a roma che era la “piazza mediatica” , la “cassa di risonanza” piu’ potente del loro mondo..
===un mistico faccia a faccia?===
sono il primo a sostenere l’indispensabilita’ degli incontri con i santi e i maestri presenti oggi nel nostro pianeta.. praticamente discuto quasi solo di quello e, nel mio piccolo servizio devozionale, e’ cio’ che tento di promuovere maggiormente, differenziandomi volentieri da chi vuol semplicemente alimentare fedi e credenze. E per fare questo servizio puo’ essere usato tutto, anche splinder, anche il mega cartellone sul ponteggio…
===ho contrattato non poco il prezzo con un arancione che mi proponeva un po’ di libri che, poi, ho letto con molto interesse…
Quello, mi è piaciuto!===
se si trattava di un devoto di Krishna (nel senso che “arancione”, di solito indica qualcos’altro..), sono molto felice per te… Ti prego di leggere ancora e iniziare, qui’ o altrove, delle chiacchierate in merito..
ciao!!!
Yasoda,
“…il massimo possibile dell’espansione della propaganda…” io ho scritto: “…quello che ha detto di fare Gesù…” punto e basta (e avanza).
“…per fare questo servizio puo’ essere usato tutto…” DI TUTTO? Non ho voglia di dire dove si potrebbe arrivare. E visto che la linea di demarcazione si sta spostando sempre più verso l’assurdo, direi che sarebbe ora di fare un po’ mente locale sul valore delle cose…
“…se si trattava di un devoto di Krishna…” sì, e mi sono letto BG SB e un altro che ora non ricordo…
==Yasoda,
“…il massimo possibile dell’espansione della propaganda…” io ho scritto: “…quello che ha detto di fare Gesù…” punto e basta (e avanza). ===
gesu’ ha detto che chi si riunisce nel suo nome costituisce la sua chiesa.. per cui ogni sforzo teso a far riunire gente nel nome di gesu’ fa parte di cio’ che gesu’ ha detto di fare.
Un essere buono, come minimo tende a condividere con gli altri i doni che ha ricevuto..
===DI TUTTO? Non ho voglia di dire dove si potrebbe arrivare===
se l’intento e’ pulito, se l’efficacia e’ quella che interessa.. anche la scelta del mezzo sara’ opportuna..
===sì, e mi sono letto BG SB e un altro che ora non ricordo…==
qualche volume dello Srimad Bhagavatam o tutto il bhagavatam (11 volumi? anzi 22?)?
Insomma.. parliamone… sono proprio ansioso di sentire le belle cose che ne hai ricavato..
ciao!!!
Stiamo giocando intorno alla soglia, Yasoda, tu da una parte e io dall’altra. Io parlo di etica e buon senso tu mi parli di bello, puro e altissimo.
Ci stanno entrambi. Soprattutto perché la soglia appare la stessa, da un punto di vista, ma in una visione tridimensionale la questione non si pone perché le cose vivono sui piani differenti.
Sta di fatto che sul piano prettamente etico ci sono limiti che a superarli si fa danno o brutta figura, mentre nel piano spirituale non esistono limiti.
22 volumi? Ma no, ti ho detto tre libri. Oltretutto letti come si legge un libro ( e fanno parte dei sette libri sette che ho letto in tutta la mia vita…) senza guida spirituale e facendo paragoni elementari con il Vangelo.
Ma se mi chiedi cosa io ricordi, mi spiace, ma si parla di decenni fa e la mia memoria è un pianto. La conclusione è che ho un buon ricordo di alcune assonanze con il cristianesimo, ma sono soltanto sensazioni, oramai.
==Sta di fatto che sul piano prettamente etico ci sono limiti che a superarli si fa danno o brutta figura, mentre nel piano spirituale non esistono limiti. ==
yes…
==22 volumi? Ma no, ti ho detto tre libri==
ok.. quindi un volume dello Srimad Bhagavatam..
===Ma se mi chiedi cosa io ricordi, mi spiace===
spiace anche a me.. sei una persona intelligente, mi sarebbe piaciuto dialogare su tali temi…
A volte ho paura che scambiamo intelligenza (tu, io, tutti…) con la cultura. Certamente la cultura aiuta l’intelligenza a intraprendere percorsi mentali complessi, ma ti ricordi quella vecchia conversazione riguardo “il simulatore”? Bene, quella è una prova d’intelligenza, più che di cultura e molti, purtroppo, sebbene molto colti, sono cascati a far ragionamenti inconsistenti rovistando, appunto, nella propria cultura e fermandosi ad essa.
Comunque, per non finire nel classico OT, concludo dicendo che la cultura di Gesù personalmente credo sia meglio proporla con l’intelligenza di capire che, quantomeno, non è solo importante raggiungere un risultato (diffusione con qualsiasi mezzo, compreso “il cartellone”), ma anche con lo stile che sia accettabile ai più.
Il Carnefice
PS: in ogni caso, sai che non mi risparmio nelle discussioni, anche se mi manca la cultura…
Prova d’intelligenza, con il sumulatore, che chiaramente hai passato solo te, nevvero??!
😀
…allora sarai anche intelligente e acculturato ma sei noioso a riproporre stò simulatore dopo anni come se fosse una scoperta eccezionale….scoperta che ti sei partorito e ti sei risposto!
Così non si sbaglia mai ccerto!:))))
ahhahah
Stammi bene genovese:)
Haribol!
===dicendo che la cultura di Gesù personalmente credo sia meglio proporla con l’intelligenza di capire che, quantomeno, non è solo importante raggiungere un risultato (diffusione con qualsiasi mezzo, compreso “il cartellone”), ma anche con lo stile che sia accettabile ai più. ===
“accettabile ai piu'”.. vuol dire “miglior risultato”..
nel senso che io non ho valutato se il cartellone appeso sul ponte sia la cosa piu’ opportuna da fare.. ho solo osservato che di per se si tratta di qualcosa di accettabile e lecito..
(spero di essermi spiegato)
un abbraccio!!!
Isvari, io non la dovevo né passare, né “rispondermela” visto che sono io ad averla partorita, come dici tu (ed è vero). Secondo, non l’ho qui riproposta: era un esempio che stavo facendo a Yasoda. Terzo, il termine “prova” non è basato su una sfida, forse hai capito male, ma semplicemente sul saper/voler discutere un’idea.
Sarà meglio che leggi bene, prima di tirarmi la giacchetta, altrimenti le faccine che ridono e le risatine a seguire ti fanno sembrare inutilmente come quel petulante che aveva una convinzione, solo quella, e a coloro che la mettevano in discussione ribatteva con sufficienza di trovarli solo noiosi, inseguendoli anche per anni, anche quando quelli si erano dimenticati di lui…
Ma tu non sei così, vero?
Yasoda, sì, “miglior risultato” ma con stile. D’altronde, se per te è sufficiente che una realtà sia accettabile e lecita, al di là dello stile (qualità descrittiva dei significati e, soprattutto, in questo caso, della mentalità), niente da dire.
Aggiungo solo che l’attuale società lo stile lo persegue solo se remunerativo. Io dico che sarebbe l’ora di cominciare a rifiutare questo pessimo andazzo.
Il Carnefice
…si sono così carnefice…ma tanto mi hai dimenticata no?……potevi anche non rispondermi.
La bellissima idea del simulatore fù discussa e a lungo, da tutti noi, solo che non venivano date le interpretazioni che volevi te e allora pensavi che non si discutesse….ma giuro che si faceva…anche se non te ne sei mai accorto!
Siete un po’ ermetici. Non vi seguo, ma continuate pure … 😀
scusa Lector…roba vecchia da spolverare:)))
Non ho detto di averti dimenticata, Isvari, semmai era più rivolta alla discussione che non avevo certo intenzione di riesumare. E mi spiacerebbe se fosse vero che sei così, infatti, ho detto che “sembri”…
Comunque: certo che mi sono accorto che se ne discutesse ma se io dico che X=1 e lo pongo come postulato della MIA idea e tu dici che X=0, semplicemente non parti dal mio postulato, ma dal tuo; non è una questione di interpretazioni.
E lì, si capisce, possiamo discutere quanto vuoi, ma non ci porterà mai a nulla.
Scusa, lectorinfabula, ma anche se Isvari mi consiglia di non rispondere, almeno, per chiudere l’argomento, lo faccio. E fine dell’OT.
Ti abbraccio forte:)
Haribol!
Porcaloca, non posso che contraccambiare!
:o)
Grazie.
:-*
simpaticissimi.. 🙂