DEDICATO A MARMULAK

Marmulak il film

Spulciando nel web, ho trovato questo interessante scambio di battute tra Marmulak e Giorgio Israel. Ne riporto il testo, non omettendo per correttezza intellettuale anche la replica di Israel, ma neppure nascondendo che io, ovviamente, sono totalmente d’accordo con Marmulak (il blog da cui ho tratto gli interventi è accessibile cliccando sul link).

Questo il post di Israel:

Odifreddi promette: se fosse in Iran, spernacchierebbe l’islam. Mandiamocelo

Come dimenticare “Il matematico impertinente”, quell’incoerente “pastiche” di divulgazione scientifica di mediocrissimo livello, intessuto di imprecisioni e autentiche bufale, e inframezzato di ridicole interviste a Hitler, a Gesù o a Saramago? Già allora l’autore, il professor Piergiorgio Odifreddi, dichiarava il suo intento: contribuire a rendere «il mondo un luogo più sensato e la vita più degna di essere vissuta» facendo sì che «la matematica e la scienza prendano il posto della religione nella scuola e nei media». I risultati gli debbono essere sembrati insufficienti se ha tirato fuori un nuovo libro, “Perché non possiamo essere cristiani”, in cui passa direttamente alle vie di fatto: il Cristianesimo è una religione «per letterali cretini», «indegno della razionalità e dell’intelligenza dell’uomo» e la Bibbia un’accozzaglia di «assurdità scientifiche, contraddizioni logiche, falsità storiche sciocchezze umane, perversioni etiche e bruttezze letterarie». Per l’intanto, lui ha provveduto a fornircene una “disamina” che è un’accozzaglia di sciocchezze, di affermazioni superficiali e ignoranti, scodellata con una tracotanza e un’incoscienza non degne di un docente universitario, per giunta di logica.
Per descrivere il modo di ragionare e la cultura dell’Impertinente basterà ricordare un paio di affermazioni che ha fatto alla trasmissione radiofonica Zapping. Dapprima ha osservato che il noto libro di Bertrand Russell “Perché non sono cristiano” era un po’ deboluccio – infatti il pusillanime Russell ha soltanto spiegato perché lui non era cristiano, non perché non si dovesse esserlo e poi non aveva la competenza nell’esegesi biblica del Nostro – e quindi bisognava dare un rinforzino. Quindi, ha risposto ai critici affermando che è una bestemmia confondere il Dio di Cartesio e di Einstein, che regola il mondo e anzi si identifica con le leggi che lo governano, con il Dio dell’Antico e del Nuovo Testamento. Doveva andarlo a raccontare a Cartesio, che chissà perché era dualista e sosteneva che l’infinito non può essere attinto dall’uomo perché appartiene soltanto a Dio; o a Einstein che sosteneva che senza mistero non c’è scienza. E doveva raccontarlo a Newton, che sosteneva che il Divino Operaio opera nel mondo correggendo attivamente le perturbazioni del sistema planetario, e tentava di spiegare la gravitazione universale in chiave teologica. Un emerito cretino, non c’è dubbio.
Ma il capolavoro dell’Impertinente è stato quando ha replicato all’accusa di non aver avuto il coraggio di prendersela con la religione musulmana, dicendo che lui se la prende con il Cristianesimo perché vive in Italia, ma che se vivesse in un paese islamico se la prenderebbe con l’islam… Tanto non ci vive, e il gioco è fatto. Viene da chiedere come mai non abbia aspettato di andare a vivere in Israele per prendersela con l’ebraismo. Nè varrebbe rispondere che lo ha fatto perché in Italia ci sono ebrei: di musulmani ce ne sono molti di più. Bel maestro di logica e di ragionamento! Probabilmente, quando prepara la pastasciutta gratta il parmigiano sull’acqua, e appena bolle l’acqua la butta sugli spaghetti.
Potremmo venirgli incontro. Facciamo una colletta per inviarlo in sabbatico da Ahmadinejad. Sono aperte le scommesse per vedere cosa succederà. Nelle speranze dei suoi adoratori – che in rete lo divinizzano: «libro straordinario, dovrebbe sostituire la Bibbia» – convertirà milioni di musulmani all’odifreddismo. Ma è più probabile che tornerà pubblicando un libro dal titolo “Il matematico talebano”.

Giorgio Israel

intervento di Marmulak:

Gentile professore, la risposta a fabio medoro contiene curiose argomentazioni.

Innanzitutto non si capisce cosa c’entrino le speculazioni teologiche di Newton: il valore scientifico del lavoro di Newton non risiede appunto nelle sue elucubrazioni metafisiche (che infatti oggi interessano solo i suoi biografi, e nessun fisico – in quanto fisico).

Tuttavia l’affermazione più bizzarra è certamente: “ma non dica che la scienza è per sua natura atea, perché è un’assurdità”.
In realtà è vero proprio il contrario: la scienza agisce, cresce, produce conoscenza prescindendo totalmente dall’”ipotesi” di dio (per usare l’espressione del celebre aneddoto, magari apocrifo, su Laplace).
Non solo quindi non è affatto un’assurdità affermare che la scienza è per sua natura atea, ma definire atea la scienza è un modo molto efficace per descrivere questa attività dell’intelligenza umana.

Basta aprire un qualsiasi libro di fisica, astronomia, medicina, biologia, geologia, chimica e verificare quante volte gli autori ritengono necessario far ricorso al concetto di “dio” per impostare, affrontare o risolvere i loro problemi scientifici. Questo semplice esame è un indice di sufficiente accuratezza per verificare quale sia la presenza degli dèi nella scienza.

La scienza è essenzialmente, strutturalmente a-tea. Essa è atea per sua natura, anche se, per paradosso, tutti i suoi singoli cultori dovessero risultare accesi teisti. Essa rimane atea persino se l’ispirazione dietro ogni singola scoperta fosse un’inquietudine religiosa. Ciò che trasforma quell’inquietudine in scienza è proprio un particolare modo di trattamento razionale, intersoggettivamente verificabile (e/o falsificabile) etc. dei problemi.

Così, se in un testo di genetica (o di matematica), per il resto impeccabile, si pretendesse improvvisamente di risolvere anche un solo punto di difficile soluzione facendo ricorso a dio, proprio in quel punto gli autori non starebbero più facendo scienza (non starebbero più giocando quel "gioco linguistico", per citare Wittgenstein).

Le sarei grato se mi spiegasse il significato della proposizione: “è un’assurdità affermare che la scienza è per sua natura atea”.

Cordiali saluti

(kommissarlohmann.splinder.com)

replica di Israel:

A Marmulak. Rifletta. In fin dei conti, i temi di cui lei parla sono il mio mestiere. Non pretendo che mi si creda per principio di autorità. Ma crede che sia una buona base di discussione definire quel che dico "curioso" e "bizzarro" opponendo quattro osservazioni che mostrano chiaramente che di questi temi lei sa per qualche lettura estemporanea. Niente di male. Ma si permetterebbe di apostrofare un fisico o un matematico a proposito di quanto dice in questo modo? A questo modo di discutere vi educa appunto Odifreddi, che insegna a risolvere questioni controverse con una sparata, un insulto e quattro epiteti. Per questo sostengo che lui è un disastro per la diffusione di una mentalità critica.
Nel merito, che devo rispondere? Vi sono migliaia di pagine di storiografia che dimostra che l’idea che le concezioni filosofiche, teologiche ecc. di un Newton (al pari di tantissimi altri scienziati) sono parte costitutiva della formazione delle sue idee. Che non si trovino considerazioni teologiche in un trattato di meccanica razionale è banale. Che il concetto di spazio assoluto in Newton sia diretta derivazione della sua concezione teologica dello spazio è altrettanto chiaro.
Einstein era uno spinoziano, ed era quindi religioso a questo modo. Disse che "la scienza senza la religione è zoppa e la religione senza la scienza è cieca". Frase profonda su cui riflettere.
Laplace è un ottimo esempio. Il suo concetto di determinismo si avvale dell’idea di un’intelligenza infinita, ecc. (il cosidetto demone di Laplace), per cui la sua affermazione di non aver avuto bisogno di quella ipotesi (di Dio) è banalmente contraddetta: ne ha bisogno più di altri. Il fatto che la stragrande maggioranza degli scienziati fosse credente – in vari modi! – non è un epifenomeno o una manifestazione di schizofrenia. Bisognerebbe studiare seriamente la storia della scienza, invece di accontentarsi di qualche formuletta positivistica, o della demagogia di Odifreddi. Il quale poi, quando ci si confronta direttamente con lui in una discussione, mostra una fragilità argomentativa sconcertante.

6 Risposte a “DEDICATO A MARMULAK”

  1. Qualche osservazione alla replica di Israel è doverosa:

    Non pretendo che mi si creda per principio di autorità

    Ci mancherebbe!

    crede che sia una buona base di discussione definire quel che dico “curioso” e “bizzarro”

    Erano eufemismi, tanto per non usare termini peggiori!

    si permetterebbe di apostrofare un fisico o un matematico a proposito di quanto dice in questo modo

    Se dicesse delle emerite idiozie, sì!

    A questo modo di discutere vi educa appunto Odifreddi

    Il fatto è che ci siamo stancati di vedere insultata l’intelligenza altrui!

    Vi sono migliaia di pagine di storiografia che dimostra che l’idea che le concezioni filosofiche, teologiche ecc. di un Newton (al pari di tantissimi altri scienziati) sono parte costitutiva della formazione delle sue idee

    Secondo il nostro insigne professore, la fisica newtoniana discenderebbe dunque dalle sue idee filosofiche e teologiche!

    Che il concetto di spazio assoluto in Newton sia diretta derivazione della sua concezione teologica dello spazio è altrettanto chiaro.

    Sarà chiaro per lui!

    Einstein era uno spinoziano, ed era quindi religioso a questo modo. Disse che “la scienza senza la religione è zoppa e la religione senza la scienza è cieca”. Frase profonda su cui riflettere.

    Questo significa non aver capito proprio nulla di ciò che Einstein intendeva affermare con quella frase.

    Il fatto che la stragrande maggioranza degli scienziati fosse credente – in vari modi! – non è un epifenomeno o una manifestazione di schizofrenia.

    Forse per lavorare dovevano dichiararsi tali, in periodi storici nei quali la chiesa deteneva il potere di stabilire quali opere potessero venir divulgate e quali no. Addirittura al giorno d’oggi, non son pochi coloro che sarebbero disponibili a mettere nel cassetto la propria dignità e i propri scrupoli per un bel riconoscimento da parte della Pontificia Accademia delle Scienze

    Bisognerebbe studiare seriamente la storia della scienza, invece di accontentarsi di qualche formuletta positivistica, o della demagogia di Odifreddi. Il quale poi, quando ci si confronta direttamente con lui in una discussione, mostra una fragilità argomentativa sconcertante.

    Mi sembra che se ne sia accorto solo lui, di questa presunta fragilità argomentativa.

  2. E’ un comportamento interessante: nessuna risposta diretta, da parte del signor Israel, ma solo riferimenti autoreferenziali nei confronti della propria autorità, nonché di misteriose ed esoteriche fonti storiografiche. Autoritario, certamente, ma non autorevole. Non si capisce perché tema di esporre le proprie idee in modo argomentato e preciso. Le critiche al signor Odifreddi dovrebbero essere più focalizzate, magari con un’analisi dei passi fraintesi dal noto matematico, o con citazioni ad hoc.

    Io certa gente, laureata o ignorante che sia, proprio non la capisco.

  3. La frase senz’altro più bella è “non pretendo che mi si creda per principio d’autorità”. Il famoso “Lei non sa chi sono io”, dei film di Totò… ma mi faccia il piacere!

  4. Ecco un altro imbecille che non ha capito niente della vita. Sarà il fratello gemello di A. Zichichi (A sta per Acefalo).

    Nessuna novità dunque.

    Però è a suo modo divertente:

    “A questo modo di discutere vi educa appunto Odifreddi, che insegna a risolvere questioni controverse con una sparata, un insulto e quattro epiteti.”

    Invece lui è un vero maestro dell’arte oratoria infatti:

    “Per l’intanto, lui ha provveduto a fornircene una “disamina” che è un’accozzaglia di sciocchezze, di affermazioni superficiali e ignoranti, scodellata con una tracotanza e un’incoscienza non degne di un docente universitario, per giunta di logica.”

    Grazie per insegnarci a discutere con moderazione e rispetto della parte avversa, o sommo maestro.

    E poi:

    “…che mostrano chiaramente che di questi temi lei sa per qualche lettura estemporanea”

    Dove lui invece è un grande acculturato informato ad esempio del fatto che la teoria dello spazio assoluto di Newton, proprio quella di derivazione teologica è quella che si è rivelata clamorosamente falsa nel 1905.

    Altrettanto sicuramente è anche informato che Einstein tra le sue frasi celebri ha anche “L’idea di un Dio personale è un concetto antropologico che non sono capace di prendere seriamente.” e “La possibilità che un individuo possa sopravvivere alla morte fisica va al di là delle mie capacità di comprensione, e nemmeno posso fare altrimenti. Queste opinioni sono dettate dalla paura, assurdo egoismo o debolezza d’animo.”

    Che dire, un autentico pio religioso Einstein nevvero??

    Inoltre sicuramente Israel ha letto il libro di Odifreddi più e più volte per non cadere nell’errore dei suoi avversari… talmente tante che non ha ancora afferrato il concetto di “cretino letterale” che ha a che fare con l’etimologia della parola (che deriva da cristiano esattamente, anzi dalla traduzione francese di cristiano “Chretien”) e non con un insulto a tutti coloro che credono in Dio & Co.

    “Bisognerebbe studiare seriamente la storia della scienza.”

    Già vero?

  5. @–>Kendros

    Grazie per le tue precisazioni, come al solito d’encomiabile precisione e puntualità.

    @–>Varde

    Toh, non l’avrei mai detto :-))

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