DAVID DONNINI: IL PROBLEMA DEL TITOLO NAZARENO


gamalaPosto un altro bellissimo articolo preso a pie'  pari dal sito di David Donnini, che consiglio a tutti di visitare, anche perché corredato con ottime fotografie, cartine esplicative e collegamenti ipertestuali, che rendono molto più agevole e completa la lettura del testo che propongo:

Quasi nessuno è al corrente dell'esistenza di un grosso problema storico relativo alla città di Nazareth, basato sostanzialmente su due punti fondamentali:
a – il fatto che la celebre espressione evangelica "Gesù il Nazareno", che noi trasformiamo del tutto arbitrariamente in "Gesù di Nazareth", deriva dal greco IhsouV o NazoraioV(Iesous o Nazoraios), cioè dall'aramaico Nazorai e dall'ebraico Nozri, e che nessuna di queste espressioni ha relazione alcuna con una città di nome Nazareth, ma è un titolo religioso o settario,
b – il fatto che l'analisi archeologica, storica, letteraria e geografica, dà adito a seri dubbi sulla esistenza della città di Nazareth al tempo di Gesù.
Si osservi come si sono espresse in proposito numerose voci autorevoli:
1 – "Gli apostoli che sono stati prima di noi l'hanno chiamato così: Gesù Nazareno Cristo… "Nazara" è la "Verità". Perciò "Nazareno" è "Quello della verità"…"
(Vangelo di Filippo, capoverso 47 – testo gnostico del II secolo dopo Cristo);
2 – "Neppure è improbabile che i primi cristiani siano stati detti Nazareni nel senso di Nazirei, piuttosto che in quello di originari della città di Nazareth, etimologia davvero poco credibile e che probabilmente ha sostituito la prima solo quando l'antica origine dall'essenato cominciava ad essere dimenticata"
(Elia Benamozegh [Italia, 1823/1900, filosofo ebreo membro del collegio rabbinico di Livorno], Gli Esseni e la Cabbala, 1979);
3 – "La stessa tradizione ha fissato il domicilio della famiglia di Gesù a Nazareth allo scopo di spiegare così il soprannome di Nazoreo, originariamente unito al nome di Gesù e che rimase il nome dei cristiani nella letteratura rabbinica e nei paesi d'oriente. Nazoreo è certamente un nome di setta, senza rapporto con la città di Nazareth"
(Alfred Loisy [Francia, 1857/1940, sacerdote cattolico, professore di ebraico e di sacra scrittura dell'Istituto Cattolico di Parigi, successivamente rimosso dall'incarico], La Naissance du Christianisme);
4 – "-Nome? – … – Jeshua – rispose rapido l'accusato
– Hai un soprannome? –
– Hanozri –
– Di dove sei? –
Della città di Gamala – rispose l'arrestato indicando con un movimento della testa che laggiù, lontano, alla sua destra, verso nord, esisteva una città chiamata Gamala.
– Di che sangue sei? –
– Non lo so di preciso – rispose pronto l'arrestato, – non ricordo i miei genitori. Mi dicevano che mio padre era siriano –
…"

(Michail Bulgakov, [1891-1940, scrittore russo] Il Maestro e Margherita, Einaudi, 1967);
5 – "La piccola città che porta questo nome [Nazareth], dove ingenui pellegrini possono visitare l'officina di Giuseppe, fu identificata come la città di Cristo solamente nel medio evo…"
(Charles Guignebert [Francia, 1867/1939, professore di Storia del Cristianesimo presso l'Università Sorbona di Parigi], Manuel d'Histoire Ancienne du Christianisme);
6 – "In realtà, per quel che riguarda Nazareth, gli storici non hanno potuto trovar traccia di una città di quel nome sino al IV secolo d.C.; secondo le fonti ebraiche, bisogna scendere addirittura sino al secolo IX. Nei vangeli non troviamo mai l'espressione Gesù di Nazareth ma soltanto Gesù il Nazoreo, talvolta scritto anche Nazoreno o Nazareno… ora, nessuno di questi appellativi, per quanto si sia cercato di forzarne l'etimologia, può farsi risalire ad un nome come Nazareth… è da questi termini che è derivato il nome della città di Nazareth, e non viceversa"
(Ambrogio Donini [accademico, specializzatosi in ebraico e siriaco presso la Harvard University, USA, è stato docente universitario in Italia], Breve Storia delle religioni, 1959);
7 – "El-Nasirah è un villaggio della Galilea, posto a circa quattrocento metri di altezza, nel quale la tradizione cristiana riconosce l'antica Nazareth, patria di Gesù. Secondo vari studiosi, tuttavia, Nazareth – meglio Natzrath o Notzereth – non è mai esistita e l'appellativo Nazareno che accompagna il nome di Gesù negli scritti neotestamentari non indica affatto il suo paese di origine…"
(M. Craveri, [autore di numerosi saggi sulla storia delle cristianesimo, tradotti in molte lingue e pubblicati in Italia e all'estero, e curatore di una raccolta di scritti apocrifi] La Vita di Gesù, 1974);
8 – "Le forme Nazoraios, Nazarenos, Nazaraeus, Nazarene, provano tutte che gli scribi ecclesiastici conoscevano l'origine della parola ed erano ben consapevoli che non era derivata da Nazareth… Il nome storico e la posizione geografica della città natale di Cristo è Gamala… questa è la patria del Nazoreo… la montagna di Gamala è la 'montagna' dell'evangelista Luca, la 'montagna' di tutti i Vangeli, che ne parlano incessantemente, senza nemmeno nominarla…"
(E.B.Szekely [teologo ungherese che ha frequentato gli studi presso il Vaticano], The Essene Origins of Christianity, USA, 1980);
9 – "…Gesù non era di Nazareth. Un'infinità di prove stanno ad indicare che Nazareth non esisteva ai tempi biblici. E' improbabile che la città sia sorta prima del III secolo. 'Gesù di Nazareth', come molti studiosi della Bibbia sarebbero oggi pronti a confermare, è una cattiva traduzione dell'originale greco Gesù il Nazareno…"
Baigent, Leigh, Lincoln [autori di alcuni libri sul cristianesimo antico e sui manoscritti del Mar Morto, fra cui il best seller internazionale "The Dead Sea Scrolls Deception"], L'Eredità Messianica, Tropea, Milano, 1996);
10 – "É stato Matteo per primo a generare l'equivoco secondo cui l'espressione 'Gesù il Nazoreo' dovesse avere qualche relazione con Nazareth, citando la profezia "sarà chiamato Nazareno (Nazoraios)" che, a conclusione del suo racconto sulla natività, egli associa col passo "ritirandosi in Galilea e andando a vivere in una città chiamata Nazareth". Questa non può essere la derivazione del termine, poiché anche in greco le ortografie di Nazareth e nazoreo differiscono sostanzialmente"
(R.H.Eisenman [professore di religioni medio orientali e di archeologia, nonché direttore dell'Istituto per lo studio delle origini giudeo-cristiane alla University of California – Los Angeles] James the Brother of Jesus, Penguin Books, 1997);
11 – "Io penso veramente che i cristiani non possano affermare che l'espressione 'Gesù Nazareno' significhi 'Gesù cittadino di Nazareth', nello stesso modo in cui l'espressione 'Leonardo da Vinci' significa 'Leonardo cittadino di Vinci'. La forma ebraica per Nazareth è NZRT, che è tarda ed è stata indicata come Nazrat o Nazeret, invece la forma greca 'Iesous o Nazoraios', mi pare, deriva dall'aramaico Nazorai… la radice NZR (senza T) capita nella traduzione aramaica di Isaia 26:2, nella quale la parola 'emunim' (=fede) deriva dalla radice 'emeth' (=verità), in questo modo risulta chiaro perché nel Vangelo di Filippo si poté dire che 'Nazareno' significa 'della verità'…"
(Daniel E. Gershenson [archeologo, docente e ricercatore presso il Dipartimento di Studi Classici della Università di Tel-Aviv] e-mail del 12/05/1998 indirizzata a David Donnini);
Come abbiamo potuto vedere, alcuni dei più autorevoli accademici di tutto il mondo sono pienamente d'accordo su un fatto: l'espressione "Gesù Nazareno", che traduce il greco "IhesouV o NaoraioV", non ha alcuna relazione con una città di nome Nazareth, ma indica un titolo religioso o settario. Persino un Vangelo apocrifo del II secolo, che abbiamo visto nella seconda citazione, attribuisce a quel termine tutt'altro significato.
E' senz'altro una constatazione clamorosa, capace da sola di scardinare tutta l'interpretazione comune del Nuovo Testamento.
Dove si trova Nazareth? La città che milioni di pellegrini visitano oggi è situata nell'alta Palestina, in Galilea, ad una trentina di Km circa dal lago Kinnereth, più noto nella tradizione evangelica come lago di Tiberiade, o lago Gennezareth.
Come possiamo approfondire meglio la questione? E perché lo scrittore russo Bulgakov si è fatto venire in mente che Gesù potesse essere di Gamala, nel Golan? E perché la stessa tesi è sostenuta anche dal teologo E.B.Szekely? Per giungere ad una risposta dobbiamo raccontare la storia della scoperta di Gamala.
In occasione della cosiddetta guerra dei sei giorni (1967), lo stato di Israele si mosse improvvisamente contro alcuni stati arabi confinanti e, oltre ad occupare il Sinai, la striscia di Gaza e la Cisgiordania, invase ed occupò buona parte della regione chiamata Golan, fino a quel momento appartenente alla Siria.
Nel corso delle operazioni militari sulle alture del Golan, qualcuno notò la presenza delle rovine di una vecchio insediamento umano su un colle circondato da scarpate ripidissime, situato a breve distanza dalla riva nord-orientale del lago Kinneret ("Lago Genezaret" o "Mare di Tiberiade" nel linguaggio evangelico). Immediatamente al termine dello stato di guerra, le autorità di Israele inviarono alcuni archeologi ad indagare nella zona segnalata, per chiarire la natura dei resti.
Il governo Israeliano, per quanto assillato dai problemi politici e non certo in rosee condizioni economiche, aveva una forte necessità, di fronte agli occhi del suo popolo e del mondo intero, di giustificare l'occupazione del Golan come un atto legittimo di riappropriazione di un territorio che apparteneva agli ebrei per un diritto naturale e storico.

Fu proprio per questo motivo che, sin dal 1968, la zona fu esaminata da un certo Itzhaki Gal, il quale fu il primo a supporre che la località segnalata potesse essere quel villaggio chiamato Gamla, o Gamala, di cui si erano completamente perse le tracce, che Giuseppe Flavio descrisse con abbondanza di particolari, narrando la storia di una tragica sconfitta subita dagli ebrei, per mano dello stesso Vespasiano, durante la guerra che insanguinò la Palestina negli anni dal 66 al 70 d.C.

Nel 1976, sotto la guida dell'archeologo Shmarya Gutman, iniziarono gli scavi sistematici che condussero a sensazionali scoperte, la prima delle quali fu, senz'altro, il riconoscimento del fatto che quei resti nascondevano proprio la città di Gamla. Ecco il modo in cui Giuseppe Flavio, circa 19 secoli fa, descrisse l'aspetto del villaggio nella sua opera Guerra Giudaica:
"…Da un'alta montagna si protende infatti uno sperone dirupato il quale nel mezzo s'innalza in una gobba che dalla sommità declina con uguale pendio sia davanti sia di dietro, tanto da rassomigliare al profilo di un cammello; da questo trae il nome, anche se i paesani non rispettano l'esatta pronuncia del nome. Sui fianchi e di fronte termina in burroni impraticabili mentre è un po' accessibile di dietro, dove è come appesa alla montagna…"
In questo luogo mi sono recato nel mese di luglio del 1997, al fine di verificare le ipotesi che in precedenza avevo avuto modo di sviluppare a riguardo della cittadella, e mi sono trattenuto a Gamla per due giorni, esplorando il villaggio e i suoi dintorni in ogni minimo dettaglio, per poi trascorrere un terzo giorno a Qasrim, dieci chilometri più a nord, dove sorge un piccolo museo che conserva il materiale archeologico reperito a Gamla.
Non è possibile non spendere due parole per descrivere la bellezza delle alture del Golan, e del sito di Gamla in particolare, dove i deserti delle regioni circostanti, dalla zona del Mar Morto, alla Giordania, alla Siria, lasciano il posto a colline splendenti di fiori rosa, macchie di bosco, torrenti e cascate rumorose, sotto i voli a spirale di grandi avvoltoi che si tuffano in picchiata nelle valli, per poi risalire ad ali spiegate sulla spinta delle correnti ascensionali.
Come si può arrivare mai a sospettare che Gamla, e non Nazareth, sia la città dove Cristo visse, e persino nacque?
Nazareth, che molti pellegrini cristiani conoscono bene, è situata nell'avvallamento fra alcuni dolci colli di Galilea. Il paese, che oggi si è spanto a macchia d'olio fino a raggiungere la sommità delle alture, era anticamente situato in basso, sulla fiancata di una collina, ed era circondato da tutti i lati dalle morbide ondulazioni dei rilievi. Tutta la Galilea è costituita da pianure o da colline stondate, senza picchi svettanti né ripide scarpate. La tradizione cristiana ha localizzato il villaggio di Giuseppe e Maria, e quindi di Gesù Cristo, nella parte bassa di uno di questi colli, esattamente nella posizione in cui oggi sorge la cosiddetta Basilica della Annunciazione.
Ma una quantità incredibile di obiezioni sembra opporsi a questa localizzazione, turbando quella convinzione abituale la cui serenità, più che sulla attendibilità delle prove storiche, appoggia le sue basi sulla forza della consuetudine ed anche sul fatto che gli argomenti che presento in questo studio sono sempre stati sistematicamente disertati.
In effetti, visitando Nazareth, colpisce il fatto che non esista assolutamente qualcosa che possa essere considerata una testimonianza originale del paese in cui sarebbe cresciuto Gesù. E questo in una terra come Israele, così esuberantemente ricca di ruderi che basta tirare una pedata ad un sasso per fare una scoperta archeologica. L'archeologia nazaretana è pressoché tutta posteriore all'epoca di Cristo e, a differenza di tanti altri siti galilei (Cafarnao, Corazin, Sefforis, Iotapata), in cui c'è almeno una costruzione, un muro, uno scavo, una sinagoga, che abbia riportato alla luce testimonianze dei tempi di Cristo, qui la presenza di Gesù e della sua famiglia è raccontata solo dai nomi degli alberghi, dei ristoranti, delle chiese, e dalle parole della narrazione evangelica. Non c'è traccia della sinagoga di cui parla il Vangelo di Luca, nemmeno una casa, un brandello di muretto, tracce di strade, monete, cocci di vasellame… insomma, di tutte quelle cose normali che si trovano nei pressi di antichi insediamenti e che potrebbero testimoniare del villaggio di duemila anni fa. I pellegrini che vengono frequentano Chiese moderne, tutt'al più qualche resto bizantino che può risalire all'inizio del quinto secolo, forse alla fine del quarto.
"…ci sono pochissimi resti giudei che risalgono al periodo del secondo tempio a Nazareth, soltanto qualche cripta [cavità tombale]scavata nella roccia, sebbene noi non possiamo sapere quale fosse il nome del sito a quel tempo…"
(Danny Syon, Israel Antiquities Authority; da un e-mail indirizzato a David Donnini, 19 gennaio 1998).
Ma dov'è finito il paesetto di Giuseppe e Maria, con le vie, la sinagoga e le case? Possibile che il tempo abbia potuto cancellare ogni benché minimo segno di una così autorevole presenza? Eppure esistono i resti di altri villaggi in cui Gesù è passato e ha compiuto alcune delle sue opere: a Cafarnao si vedono benissimo case, strade e sinagoga, e poi ci sono anche Korazim e Bet Zayda, a nord, sul lago di Tiberiade; Samaria, nel centro del paese; Betania, Betlemme e Gerico, in Giudea, solo per fare alcuni esempi. Come sarebbe stato possibile far sparire ogni traccia del paese di Nazareth?
Quello che è più sorprendente non è solo la completa assenza archeologica di una "Nazareth di Gesù" ma, ancor di più, la sua completa e totale assenza nelle testimonianze scritte degli storici. Con questo intendo riferirmi al fatto che nessuno storico del tempo ha mai nominato il villaggio e, al di fuori del racconto evangelico, esso compare solo negli scritti cristiani risalenti ad alcuni secoli dopo.
Le due grandi fonti storiche che testimoniano della Palestina dei tempi di Gesù sono gli scritti di Giuseppe Flavio e di Filone Alessandrino. Specialmente il primo, che fu comandante delle truppe ebraiche proprio in Galilea, nelle sue grandi opere "La Guerra Giudaica" e "Antichità Giudaiche", ha minuziosamente descritto tutto il paese nominando ogni più piccolo centro abitato. Ma di Nazareth non ha fatto cenno alcuno, sebbene a pochi passi dal villaggio sorgessero altri centri, come Sefforis e Iotapata, di cui lo storico ha parlato e di cui oggi si possono ammirare i resti. Insomma, la Nazareth dei tempi di Gesù è assolutamente latitante sia nel senso delle testimonianze archeologiche che di quelle letterarie. In pratica non c'è.
I fatti sono due: o Nazareth era solo un minuscolo borgo di due o tre case che meritava il totale oblio da parte di Giuseppe Flavio (ma così non appare nella descrizione evangelica, perché i Vangeli ci dicono che a Nazareth c'era del popolo e delle abitazioni, delle botteghe artigiane, come quella del carpentiere Giuseppe, c'era almeno una sinagoga; non poteva trattarsi di una semplice fattoria sperduta nella aperta campagna), oppure Nazareth, al tempo di Gesù, non esisteva proprio e sarebbe stata creata successivamente, con lo sviluppo della dottrina cristiana.
Per la verità gli stessi Vangeli, quando parlano della città di Gesù, preferiscono usare espressioni differite come "la sua patria" e ne citano il nome in pochissime occasioni:
1 – nel Vangelo di Marco (il più antico fra i quattro vangeli canonici, che è stato sicuramente usato come fonte per gli autori degli altri testi) il nome della città compare una volta sola, all'apertura, con le parole: "…In quei giorni Gesù venne da Nàzaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni…" (Mc I, 9), dopo di ché il nome della città è completamente dimenticato; niente ci vieta di pensare che, come in molti altri casi, si sia trattata di una semplice interpolazione degli scribi, eseguita posteriormente;
2 – anche il Vangelo di Giovanni nomina la città in un'unica occasione, sempre all'inizio; un'altra interpolazione?
Non si lascino ingannare i lettori da una semplice apparenza: a volte il nome Nazareth compare nei vangeli, ma si tratta dei titoli dei paragrafi in cui sono suddivisi i racconti evangelici, in realtà, i testi originali non hanno alcuna suddivisione in paragrafi. E non esistono i titoli che oggi possiamo leggere come se facessero parte integrante del libro. Il fatto è che i Vangeli non hanno mai usato l'espressione Gesù di Nazareth, essi parlano sempre e solamente di Gesù il Nazareno, e usano per questo l'espressione greca IhsouV o NazoraioV(Iesous o Nazoraios). Ora, noi abbiamo visto che l'aggettivo Nazoreo, come è sostenuto a gran voce da una schiera di accademici di tutto il mondo, non può significare Nazaretano, ovverosia abitante di Nazareth. Non possiamo fare a meno di notare che esiste anche un antico testo evangelico, che la chiesa definisce apocrifo, che fu composto in lingua semitica da una setta giudeo-cristiana, contemporanea di Gesù, il cui nome è, appunto, Vangelo dei Nazareni (o Nazorei). Non significa certo Vangelo dei cittadini di Nazareth!
Possiamo avere il piacere di consultare questo testo? Purtroppo no. Lo conosciamo solamente attraverso le citazioni effettuate da alcuni Padri della Chiesa, che lo criticano aspramente. Dalle parole di Epifanio e di Teodoreto sappiamo solamente che i Nazareni possedevano il "Vangelo secondo Matteo, assolutamente integrale, in ebraico… come fu originariamente scritto", che essi rifiutano gli insegnamenti di San Paolo, che "sono Giudei che onorano il Cristo come uomo giusto…".
Credere che i Nazareni fossero gli abitanti di Nazareth sarebbe esattamente come credere che i Domenicani siano gli abitanti di una città chiamata Domenica! Infatti i Nazareni erano i componenti di una setta religiosa il cui nome originale è Nozrim in ebraico e Nazorai in aramaico, forse, ma non sicuramente, con un possibile riferimento all'espressione ebraica NZR, indicante uno stato di purezza e di santità, che ritroviamo nell'antico testamento a proposito del voto di nazireato (i nazirei sono coloro che lasciano i capelli intonsi e accettano alcuni voti di purezza). Forse, se avessimo potuto consultare il Vangelo dei Nazareni, non avremmo trovato alcun cenno ad una città chiamata Nazareth.
Del resto lo stesso autore del vangelo di Matteo, per giustificare il fatto che la famiglia, al ritorno dall'esilio egiziano, avesse scelto Nazareth come residenza, compì una gaffe grossolana dichiarando "…perché si adempisse ciò che era stato detto dai profeti: "sarà chiamato Nazoreo"". Ma non esiste alcuna profezia biblica che, con riferimento a Gesù, sostiene che egli sarà chiamato Nazoreo! Mentre ne esistono altre, per esempio a proposito di Sansone, in cui si dice che sarà Nazireo, ovverosia che sarà consacrato ai voti del Nazireato ebraico… non certo che abiterà a Nazareth!
Adesso, se colleghiamo tutte le osservazioni, 1 – archeologiche, 2 – storiche, 3 – letterarie, che abbiamo appena fatto, con la consapevolezza che il titolo "Nazareno" non significa affatto "cittadino di Nazareth", ma è un titolo religioso o settario, allora ci accorgiamo di avere veramente parecchi motivi per credere che la narrazione evangelica nasconda qualcosa di molto interessante.
Eppure non è ancora tutto: stiamo per scoprire un altro sorprendente motivo, 4 – geografico, per essere convinti che gli evangelisti abbiano nascosto la vera identità della città di Cristo:
"…lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte sul quale la loro città era situata, per gettarlo giù dal precipizio…" (Lc IV, 29-30)
Esaminando le narrazioni evangeliche, che descrivono i movimenti di Gesù relativamente alla sua città, non otteniamo informazioni precise sulla posizione geografica della medesima, ma spesso ricaviamo l'impressione che Nazareth non potesse trovarsi dove essa è oggi: 36 chilometri di strada ad occidente del Lago Kinneret (il cosiddetto mare di Galilea), circa 600 metri più in alto. Per percorrere quella distanza e quel dislivello, al tempo in cui si viaggiava a piedi o a dorso di mulo, occorreva certamente più di un giorno; almeno per il ritorno, che si svolgeva in salita. Ho percorso numerose volte quel tragitto in macchina, nell'uno e nell'altro senso, e mentre lo facevo immaginavo un contadino, un pastore, o una popolana, che si sorbivano tutta quella salita, fra stradelle sassose, sotto il sole cocente, per una durata di un giorno o due (sto parlando del solo ritorno), perché si erano concessi una pausa nella loro ordinaria attività al fine di andare a sentire il predicatore che era solito scegliere come pulpito una barca nei pressi della riva del lago. Poteva la gente concedersi tre giorni o più di faticosa assenza, così lontano da Nazareth?
Ci sono brani, specialmente dal vangelo secondo Matteo, in cui sembrerebbe che egli, partito dalla regione di Genezaret (che è sulla sponda galilea del lago), compia una traversata e giunga a casa sua (cioè dall'altra parte, nel Golan) e che da qui, in compagnia dei discepoli, si ritiri alla ricerca di un luogo appartato "su una barca", mentre la folla decide di seguirlo. Ovviamente una città a più di 30 chilometri dal lago e con un dislivello di 600 metri, posta nel mezzo delle campagne di Galilea, a ovest del lago, non si concilia con un simile svolgimento dei fatti.
Segue la prima moltiplicazione dei pani e dei pesci, terminata la quale egli "ordinò ai discepoli di salire sulla barca e di precederlo sull'altra sponda, mentre egli avrebbe congedato la folla…", "…compiuta la traversata, approdarono a Genezaret" cioè sul lato occidentale, facendo chiaramente capire che in precedenza egli si trovava sul lato orientale. Ma la sua città, allora, dov'era? Di qua o di là?
L'evangelista Marco scrive cose di questo genere:
"…intanto si ritirò presso il mare (il lago Kinneret) con i suoi discepoli e lo seguì molta folla… salì poi sul monte, chiamò a sé quelli che egli volle ed essi andarono con lui… entrò in casa e si radunò attorno a lui molta folla, al punto che non potevano nemmeno prendere cibo… allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo… giunsero sua madre e i suoi fratelli e, stando fuori, lo mandarono a chiamare… di nuovo si mise ad insegnare lungo il mare (di Galilea). E si riunì intorno a lui una folla enorme…"
Naturalmente, con questo, non abbiamo raccolto prove definitive, ma dobbiamo ammettere che, da alcuni dettagli della narrazione evangelica, che la città di Cristo sembra possedere caratteristiche che non si adattano molto bene alla Nazareth che conosciamo:
1 – sembra trovarsi su un monte (infatti su questo "monte", che il Vangelo nomina con una certa insistenza, c'erano case, folla, i suoi parenti, e pertanto non poteva essere semplicemente un luogo selvatico in cui andava a ritirarsi);
2 –sembra trovarsi in prossimità del lago (altrimenti la gente non avrebbe potuto percorrere oltre 30 km, e un dislivello di 600 m, con tanta disinvoltura);
3 – sembra trovarsi sulla sponda orientale (Golan) e non su quella occidentale (Galilea);
Ora, dobbiamo riconoscere che queste sono poco più che vaghe indicazioni, non si tratta, fin qui, del presupposto geografico a cui accennavo poc'anzi. Questo è molto più consistente e importante e riguarda la conformazione della città che, secondo i vangeli, e secondo Luca in particolare, dovrebbe trovarsi su un monte a ridosso di un precipizio. Nei giorni che ho trascorso in essa ho potuto constatare, nonché fotografare, il suo aspetto generale: come abbiamo già detto Nazareth è situata fra dolci colline stondate e la parte nella quale la tradizione colloca il villaggio di Gesù è in basso, al centro di un avvallamento, fra leggeri pendii. Come ha potuto Luca scrivere le seguenti parole?
"…Si recò a Nàzaret, dove era stato allevato; ed entrò, secondo il suo solito, di sabato nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo trovò il passo dove era scritto: "Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l'unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi, e predicare un anno di grazia del Signore". Poi arrotolò il volume, lo consegnò all'inserviente e sedette. Gli occhi di tutti nella sinagoga stavano fissi sopra di lui. Allora cominciò a dire: – Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi – … All'udire queste cose, tutti nella sinagoga furono pieni di sdegno; si levarono, lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte sul quale la loro città era situata, per gettarlo giù dal precipizio. Ma egli, passando in mezzo a loro, se ne andò…"
A Nazareth non c'è alcun ciglio del monte né, tantomeno, alcun precipizio! Specialmente nella zona considerata la più antica che, come si direbbe oggi in parole povere, è addirittura… "in buca".
Di quale precipizio parla l'evangelista Luca?
E di quale sinagoga se, come abbiamo già detto, a Nazareth non ci sono i resti di alcuna sinagoga dei tempi di Gesù?
A dir la verità esiste una cittadina che:
1 – è situata proprio sulla gobba di un monte;
2 – in prossimità del lago di Tiberiade (8 km);
3 – sulla sponda orientale (Golan);
4 – ha i resti evidenti di una sinagoga dei tempi di Cristo;
5 – è situata a cinque minuti da uno spaventoso precipizio;
E' Gamala!
Fermiamoci un attimo per una riflessione critica: tutto quello che abbiamo detto finora ha senz'altro un impatto molto forte. Le argomentazioni non sono vaghe: il titolo Nazareno, il precipizio, la montagna, la latitanza archeologica e letteraria… E' tutto molto stimolante ma, se vogliamo essere onesti, sarà giusto avanzare anche l'obiezione naturale che qualunque persona intelligente, a questo punto, avrà sentito nascere nella sua mente: per quale irresistibile motivo gli evangelisti avrebbero dovuto mettersi d'accordo nello spostare la patria di Gesù da un paesello del Golan ad un altro paesello della Galilea? E poi per affrontare tutte le conseguenze di questo spostamento? Ovverosia i cambiamenti di nome, le incongruenze, i precipizi che mancano, insomma tutti i pasticci che insorgono inevitabilmente quando si decide di raccontare… una bugia. E' vero che abbiamo raccolto molti interessanti indizi, ma ci manca la cosa più importante: non c'è accusa che possa convincere un giudice se non c'è anche l'evidenza di un valido movente.
Ebbene, la risposta a queste necessarie obiezioni non solo esiste, ma finisce per diventare essa stessa un indizio, il più grosso degli indizi, che si aggiunge a quelli che abbiamo visto finora.
Altrove abbiamo visto che la letteratura evangelica del canone ecclesiastico rivela un intento permanente dei suoi autori. Essi erano spinti dalla necessità irrinunciabile di spoliticizzare il loro Messia; di "de-messianizzarlo"; di renderlo estraneo alla lotta patriottico religiosa degli ebrei; al tema della ricostruzione del Regno di Dio inteso in senso giudaico come Regno di Yahweh; di scorporarlo definitivamente dall'ambito dei movimenti esseno-zeloti che rappresentavano la dissidenza politica e spirituale al contempo, purista, integralista e fondamentalista, ostile ai romani. Può lo spostamento della città di Cristo da Gamala a Nazareth avere qualcosa a che fare con questo intento di spoliticizzazione?

Non solo può, ma è un elemento fondamentale di questa operazione finalizzata a rappresentare Gesù come il salvatore apolitico, il redentore delle anime che non intende affatto combattere i regni terreni né costruirne alcuno. Infatti Gamala era un famoso quartier generale della lotta zelota, che aveva dato filo da torcere alle legioni di Vespasiano e, se si fosse saputo che l'uomo crocifisso da Pilato in quanto aspirante re dei Giudei era nato e cresciuto in quella città, l'operazione di spoliticizzazione sarebbe stata assai meno facile. Se poi si fosse addirittura conosciuta la vera identità dei suoi genitori, allora tale operazione sarebbe stata del tutto impossibile.
Analizzando la storia di Gamala, per esempio leggendo le opere di Giuseppe Flavio, possiamo facilmente sapere che questa cittadina sulle alture del Golan era la patria del famoso ribelle Giuda "il galileo"; chiamato così come tutti gli appartenenti alla sua setta (come anche i seguaci di Gesù). Non solo, ma scopriamo che la città era la patria di origine degli zeloti, degli intransigenti messianisti, dei ribelli fondamentalisti che volevano portare a compimento, ad ogni costo, le profezie messianiche sul riscatto di Israele e sulla ricostruzione del regno di Davide.
Fra quelle rovine sono state trovate alcune monete che non esistono da nessun'altra parte e che, pertanto, sono un tipico prodotto dell'ambiente culturale della città. Esse costituiscono un manifesto ideologico del movimento messianico, dal momento che sulle due facciate recano le seguenti iscrizioni:
Lege'ulat Yerushalem Hak (Dosha)
"per la salvezza… (di) Gerusalemme la Santa"
dimostrando così che lassù, nel Golan, più di 150 km a nord di Gerusalemme, si trovava una comunità talmente impegnata nella causa messianica da coniare monete che erano autentici inni patriottico-religiosi.
Ai tempi in cui Erode il Grande era un giovane in carriera, speranzoso di arrivare alle altezze politiche che poi raggiunse, egli dovette affrontare in Galilea una "banda" di intransigenti fondamentalisti yahwisti, capeggiati da un certo Ezechia. Giuseppe Flavio ce lo descrive come un dottore (cioè un rabbi) della città di Gamala. Erode riuscì a uccidere il pericoloso capopolo.
Più tardi, alla morte di Erode, il figlio di Ezechia, Giuda, anch'egli di Gamala, erede della causa patriottico religiosa per cui era morto il padre, e animato da un odio personale nei confronti della dinastia erodiana, uscì allo scoperto con azioni antiromane, che riscossero significativi successi militari. Egli, come ci dice il solito Giuseppe Flavio, inventò la setta degli zeloti, che aveva senz'altro una grossa affinità con quella degli esseni del Mar Morto. Giuda, detto il galileo, sollevò un'altra importante rivolta durante il censimento della Palestina supervisionato da Quirino, all'epoca in cui Luca ambienta la nascita di Gesù. Questa volta Giuda ci lasciò la pelle, e con lui una gran quantità di zeloti, che furono crocifissi.
Più tardi ancora i figli di Giuda, anch'essi di Gamala, convinti di essere i depositari di un mandato messianico a carattere familiare, e quindi dinastico, continuarono la lotta del padre e del nonno. Fra costoro Giacomo e Simone, arrestati e giustiziati esattamente quando, secondo la tradizione evangelica, furono arrestati gli apostoli… Giacomo e Simone, con l'accusa di attività sovversive.
E poi Menahem, ultimo figlio di Giuda, che, durante i giorni terrificanti della guerra giudaica, riuscì, unico fra tutti i membri di questa dinastia con ambizioni messianiche, ad indossare la veste rossa del Re dei Giudei (la stessa ambizione che procurò a Gesù Cristo i chiodi nelle mani e nei piedi), sebbene per un breve periodo, prima che le fazioni avverse lo liquidassero.

Ad un certo punto i romani si resero conto che Gamala non poteva continuare ad esistere. Essa, nella storia del dominio romano sulla Palestina, costituisce un perfetto parallelo di quello che, pochi anni dopo, sarà il destino di Masada. E così, come abbiamo già detto, risoluti ad estirpare questo pericolosissimo quartier generale zelota, mandarono Vespasiano, con le sue legioni, a farla finita. In effetti Vespasiano, dopo lungo e doloroso assedio, ce la fece, Gamala fu trasformata in una catasta di macerie e Vespasiano ne ricavò la gloria sufficiente a diventare imperatore.
Poteva il Gesù Cristo dei Vangeli della predicazione antimessianista di Paolo essere riconosciuto come un cittadino di Gamala? Anzi, come un membro della dinastia del vecchio Ezechia? Come il depositario di una eredità messianica per cui si erano sparsi fiumi di sangue ebreo e romano? Si poteva riconoscere che i suoi fratelli, Giacomo, Simone, Giuda il gemello (Toma in ebraico, Thomas in greco, Tommaso in italiano), elencati come apostoli negli elenchi sinottici, erano i figli di Giuda il galileo?
Si poteva riconoscere suo padre come il terribile capo zelota Giuda, della città di Gamala? Si noti, a questo proposito, un fatto curioso e significativo: il vangelo di Marco, capostipite degli altri, certamente utilizzato come base dai redattori dei testi attribuiti a Matteo e a Luca, non conosce Giuseppe il falegname. Il buon uomo non c'é nella narrazione marciana, perché, probabilmente, non era ancora stato inventatato come controfigura di Giuda.
Ecco dunque come si siano potuti ottenere ben… tre piccioni con una sola fava. Spostando la patria di Gesù Cristo da Gamala ad una ipotetica Nazareth di Galilea i redattori dei Vangeli della predicazione antimessianista di Paolo hanno ottenuto ben tre risultati simultanei:
1 – hanno allontanato Gesù da quella città infame che si portava addosso tutta l'eredità della causa messianica,
2 – hanno mascherato il significato settario del titolo Nozri (ebr.), Nazorai (aram.), Nazoraios (gr.),
3 – hanno purgato l'aggettivo galileo, che stava appiccicato addosso ai membri della dinastia del vecchio Ezechia, come indicativo di una militanza rivoluzionaria, poiché le azioni di questo movimento erano iniziate in Galilea e si erano poi svolte in quella regione (a Sefforis per esempio, dove gli arsenali militari erano stati saccheggiati dai ribelli).

Questo è il movente che spiega tutto e che diventa una prova, ancor più di quanto non lo siano tutte quelle cose che abbiamo già detto sopra su Nazareth, sulla montagna, sul precipizio, sulla sinagoga, sul lago, ecc…
Adesso cominciamo veramente a capire anche il motivo dello straordinario accanimento persecutorio degli imperatori romani, nel primo secolo, contro i pericolosi seguaci del Messia giudeo. Non si trattava affatto dell'avversione nei confronti del concetto monoteistico, o della teologia della resurrezione e via dicendo. Se i romani avessero avuto questi pregiudizi religiosi avrebbero passato a fil di spada tutti gli ebrei, perché non ce n'era uno fra loro, nemmeno fra i moderati antimessianisti, nemmeno fra i conniventi sadducei, che avrebbe accettato di adorare gli dei romani, o lo stesso imperatore come dio. Questa è solo la scusa, storicamente scorretta, con cui i cristiani moderni cercano di giustificare una persecuzione che, se fosse stata condotta contro di loro per quei motivi, avrebbe dovuto essere condotta anche contro molti altri. In realtà c'erano alcuni ebrei particolari, i messianisti (=chrestianoi in greco; christiani in latino), indottrinati dalle scritture essene o dalle teorie di Giuda il galileo, che non avrebbero mai dichiarato pubblicamente che il loro padrone era Cesare (kaisar despotes). Ed era per questo, e solo per questo, che essi venivano condannati a morte.
Vediamo ora i punti di contatto fra Gesù il galileo e Giuda il galileo.

  Caratteristiche di
Giuda il galileo
Caratteristiche di
Gesù il galileo
La politica di obiezione fiscale Giuda invitava gli ebrei a non pagare le tasse ai romani, poiché ciò sarebbe stato sacrilego, come riconoscimento all'imperatore romano di una sovranità su Israele che spettava esclusivamente a Yahweh; Gesù è stato accusato per questioni relative all'obiezione fiscale ("Abbiamo trovato costui che sobillava il nostro popolo, impediva di dare tributi a Cesare e affermava di essere il Cristo re" Lc XXIII, 2). Si noti la perfetta coincidenza delle tre accuse coi temi del movimento di Giuda;
La denominazione I componenti della sua setta erano definiti "galilei"; il movimento di Gesù era conosciuto col nome "i galilei" ("In verità, anche questo era con lui; è anche lui un Galileo" Lc XXII, 59; "Una serva gli si avvicinò e disse: Anche tu eri con Gesù, il Galileo!" Mc XXVI, 69);
Gli obiettivi L'ambizione messianica (che fu coronata da uno dei figli di Giuda, Menahem, il quale, durante la terribile guerra del 66-70 d.C., riuscì, seppure per breve tempo, ad indossare la veste messianica in Gerusalemme); Gesù vantava una ambizione messianica, ovverosia il diritto al trono di Israele, al punto da essere definito "figlio di Davide" per numerose volte nella narrazione evangelica. Inoltre tutta la sua famiglia, anche molto dopo la sua morte, continuava a vantare un diritto dinastico ("Quando lo stesso Domiziano ordinò di sopprimere i discendenti di Davide, un'antica tradizione riferisce che alcuni eretici denunciarono anche quelli di Giuda (che era fratello carnale del salvatore) come appartenenti alla stirpe di Davide e alla parentela del Cristo stesso. Egesippo riporta queste notizie, dicendo testualmente: "Della famiglia del Signore rimanevano ancora i nipoti di Giuda, detto fratello suo secondo la carne, i quali furono denunciati come appartenenti alla stirpe di Davide"". Questo passo di Eusebio di Cesarea (Historia Ecclesiastica) mostra in modo fin troppo chiaro due cose: che Gesù aveva dei fratelli carnali, e che costoro e i loro discendenti, dopo la morte di Gesù, continuarono a perseguire la medesima causa dinastica, per la quale furono perseguitati dai romani);
Le azioni L'incitazione del popolo alla rivolta e l'avere acceso, più volte, focolai di ribellione; Gesù è stato accusato per azioni sovversive ("Abbiamo trovato costui che sobillava il nostro popolo, … e affermava di essere il Cristo re" Lc XXIII, 2);
Le conseguenze Praticamente tutti i suoi figli sono stati condannati a morte per la loro attività messianica; Gesù è stato giustiziato dai romani per attività messianica ("Erano le nove del mattino quando lo crocifissero. E l'iscrizione con il motivo della condanna diceva: Il re dei Giudei" Mc XV, 25);
La provenienza Gamla. La città di Gesù, secondo la descrizione lucana, deve trovarsi nelle strette vicinanze di un precipizio, caratteristica questa che manca del tutto a Nazareth mentre calza a perfezione su Gamla.

 

Gli elementi di collegamento fra Gesù e Giuda il galileo sono sorprendenti. Ed è proprio questo fatto che ha determinato un atteggiamento severamente censorio da parte dei redattori dei Vangeli coerenti con l'insegnamento riformista di Paolo. Costoro, nel trasmettere l'immagine di un Salvatore che non avesse relazioni col messianismo classico degli ebrei (esseni e zeloti), erano obbligati a "purgare" completamente l'immagine del loro Messia da ogni connotazione che potesse ricollegarlo con la sua città di origine, col suo movimento, con la sua famiglia.
In effetti la relazione fra Giuda e Gesù può essere immaginata ancora più stretta che non la semplice condivisione di una causa politico religiosa. Se notiamo che i fratelli di Gesù hanno nomi uguali a quelli dei figli di Giuda il galileo; non solo, ma che due fratelli di Gesù (gli apostoli Giacomo e Simone) sono stati arrestati e probabilmente giustiziati nello stesso momento in cui sono stati arrestati e giustiziati due figli di Giuda il galileo, di nome, appunto, Giacomo e Simone, allora possiamo avanzare l'ipotesi che Gesù avesse derivato la sua ambizione messianica proprio dal fatto di essere il figlio primogenito del celebre Giuda il galileo.

Del resto, se leggiamo con atteggiamento storico critico i racconti evangelici sulla nascita di Gesù, possiamo giungere ad una inequivocabile conclusione: che i redattori erano intenzionati a collocare il loro Salvatore in una cornice del tutto leggendaria e, soprattutto, a sradicarlo completamente da quelle che erano state le origini dell'uomo che era stato giustiziato da Ponzio Pilato.
Scrive a questo proposito lo studioso E. B. Szekely:

"Il padre di Cristo non era l'oscuro e inconsistente Giuseppe dei Vangeli, che è stato rimpiazzato dall'angelo Gabriele e dallo Spirito Santo nel compimento della funzione maritale, ma un uomo austero, di bell'aspetto, che apparteneva ad una nobile famiglia, che era il fondatore del "Messianismo" come setta, da cui, più tardi, sono derivati i "Cristiani"… Il suo vero nome era Giuda il golanita e veniva da Gamala…" (The essene origins of Christianity, IBS, USA, 1980).
Anche G. Jossa in un suo saggio di ispirazione cattolica, finalizzato a distinguere il movimento di Gesù dai movimenti di liberazione della Palestina, è costretto ad ammettere quanto segue:
"Giuda è un profeta, un nabi, che riprende con assoluta urgenza l'attesa messianica nazionale di Israele. Al centro della sua predicazione è l'annuncio della venuta del Regno di Dio e la richiesta di collaborazione del popolo alla sua realizzazione … Vari elementi sembrano avvicinare le due figure di Giuda di Gamala e Gesù di Nazareth. Innanzitutto l'origine galilaica e laica, intesa non puramente come elemento geografico e sociologico, ma come espressione di una religiosità diversa da quella dell'ambiente sacerdotale di Gerusalemme … Giuda e Gesù sono stati chiamati entrambi 'galilei'; fatto che rende talvolta difficile l'identificazione sicura del gruppo religioso indicato nelle fonti con questo nome…" (G. Jossa, Gesù e i movimenti di liberazione della Palestina, Paideia, Brescia, 1980).

Gli insediamenti umani, a Gamla, risalgono alla prima età del bronzo. Per quanto riguarda gli ebrei sembra che essi abbiano cominciato ad occuparla non prima del ritorno dall'esilio babilonese, nel sesto secolo a.C. Lo stesso Giuseppe Flavio ci dice che, all'epoca di Erode, viveva in questa città il celebre Giuda detto il galileo: "C'era un certo Giuda, un gaulonita, di una città il cui nome era Gamala…" (Giuseppe Flavio, Antiquitates Judaicae, XVIII, I). A quel tempo la città doveva essere ricca perché gli scavi archeologici hanno svelato alcuni interessanti aspetti della sua vita economica. La coltivazione delle olive e la produzione di olio era una industria molto importante a Gamla, e la sua esportazione aveva fatto la fortuna della città. Ancora oggi è possibile visitare il grande frantoio al centro del quale si trova la base circolare, in pietra, sulla quale girava la pressa rotante. Il paesaggio intorno doveva essere costellato di uliveti, mentre oggi non se ne vede uno. All'interno dell'area urbana è stata trovata gioielleria, anelli d'oro, oggetti in vetro, osso e avorio, profumi, monete d'argento.

La città era strettamente giudaica, lo provano la totale assenza di decorazioni che non siano semplicemente geometriche (la religione ebraica vieta la rappresentazione della figura umana), nonché la presenza di una bellissima sinagoga e di numerose miqweh simili a quelle che si possono trovare a Qumran e a Masada.

Un'ala del movimento messianico ebbe origine proprio in questo luogo; fu fondata da Giuda detto il galileo, ed era fortemente impegnata su temi di cui abbiamo già parlato, per esempio l'obiezione fiscale. I componenti della famiglia di Giuda rivendicavano un autentico diritto dinastico al trono di Israele, considerandosi "figli di Davide", al punto che Menahem, figlio del famoso Giuda, riuscì addirittura a indossare la veste del messia in Gerusalemme e a farsi re dei Giudei, sebbene per breve tempo.
Oltre sessanta anni dopo la distruzione del tempio, ovverosia intorno al 135 d.C., un altro discendente di Giuda il galileo si propose ancora come "figlio di Davide" e avanzò pretese messianiche, si tratta di un certo Simon bar Kokhba (Simone, figlio della stella) che accese una seconda rivolta antiromana, destinata anche questa al fallimento.

Giuseppe Flavio ci racconta la storia della tragica finedi questa città, che fu presa di mira dallo stesso Vespasiano (prima che costui diventasse imperatore), in quanto roccaforte del più intransigente movimento messianista, ed espugnata dopo un lungo assedio. Il suicidio in massa degli abitanti di Gamala ricorda in maniera inequivocabile lo stesso gesto compiuto anche dagli zeloti asserragliati a Masada, e crea un ulteriore collegamento della città di Gamala coi movimenti messianici.

Ecco dunque l'anello mancante che cerchiamo, affinché tutta la lunga serie di indizi possa essere avvalorata dall'esistenza di un valido motivo per cui gli evangelisti avrebbero effettuato la loro censura storica.
In seguito alla riforma teologica operata da San Paolo, che aveva creato la figura di un salvatore de-messianizzato, ovverosia reso estraneo alla lotta politico-religiosa dei messianisti e coerente con le immagini teologiche dei salvatori greco-orientali (il Soter, il Saoshyant, e il Buddha), i redattori del Vangelo neo-cristiano (uso il prefisso neo per distinguere questo cristianesimo de-messianizzato da quello strettamente giudaico dei seguaci di Cristo) erano fortemente motivati a scindere la figura del loro salvatore da quella dell'aspirante Messia dei Giudei che proveniva da Gamala, probabilmente dalla stessa famiglia di Giuda il galileo, e che era ben noto ai romani per la sua inequivocabile connotazione esseno-zelotica. Guai a ricordare che il Cristo era nato e cresciuto a Gamala, dopo che questa città riottosa aveva dato tanto filo da torcere ai romani, e aveva impegnato lo stesso Vespasiano in un difficile assedio, per alcuni mesi, prima di cadere finalmente sotto il ferro e il fuoco dei legionari.

A questo punto non possiamo fare a meno di ricordare la famosa frase in cui Gesù dice: "…non può restare nascosta una città collocata sopra un monte…" (Mt V, 14) facendo venire in mente, per un'altra volta, Gamala.
Su questo fatto mi è stato segnalato, dal dr. Pietro Le Mura, della Stanford University (California – USA), un particolare molto importante: infatti lo studioso mi ha inviato un e-mail in cui si fa notare che il Vangelo di Tomaso (uno scritto gnostico, considerato apocrifo dalla Chiesa e fatto scomparire fin dai primi secoli, finché il caso non ha voluto farlo tornare alla luce in questo secolo a Nag Hammadi, in Egitto) ai versi 31 e 32 recita quanto segue:
"…Gesù disse, "Nessun profeta è benvenuto nel proprio circondario; i dottori non curano i loro conoscenti… una città costruita su un'alta collina e fortificata non può essere presa, né nascosta"…".
Parole di questo genere sono presenti già nei Vangeli di Matteo e Marco; è il famoso brano "…nemo profeta in patria…", che tutti conoscono, nel quale si parla della città di residenza di Gesù.
Ora, è estremamente significativo il fatto che, in associazione a quel brano, il Vangelo di Tomaso aggiunga la frase relativa alla "città costruita su un'alta collina e fortificata". Anche nei Vangeli canonici è presente una frase simile: "…non può restare nascosta una città collocata sopra un monte…" ma, coerentemente con l'intento censorio di cui abbiamo parlato, sono state operate due modifiche dagli autori del testo:
1 – questa frase è stata allontanata dal brano che parla della città di Gesù, affinché non ci sia alcun riferimento;
2 – è stato tolto l'aggettivo "fortificata", dal momento che parlare di una città fortificata e costruita su un'alta collina avrebbe costituito un richiamo fin troppo esplicito alla famosa Gamla che era stata espugnata da Vespasiano durante la tremenda guerra degli anni 66/70.
Aggiunge il dr. Le Mura, dalla California: "…Interessante, no? La mia ipotesi e' che [il Vangelo di Tomaso] stia appunto parlando di Gamla…".
 – David Donnini –

36 Risposte a “DAVID DONNINI: IL PROBLEMA DEL TITOLO NAZARENO”

  1. @ Lectorinfabula

    'azzo!

    Il nostro amico

    @ alkall

    Dovrà spararsene di " Googleate "… Poco importa, ci guadagneranno le solite società farmaceutiche: come guarire dalla " googleite "; paghi e… forse ti passa.

    Come saprai, oltre che " saccente " ( ma solo un poco ) sono immodesto e ti dico… ero già al corrente, però comunque …grazie infinite ! ( E' sempre un'occasione per " guadinare " i cristicoli ! ).
    Il mio hobby preferito! Ed è pure gratis !

       La " pastura " l'hai data tu ed io, se del caso, ne approfitterò ignobilmente !!

    Ciao

  2. @ Lectorinfabula

    Come hai fatto ad indovinare ? ( Però, non nei " laghetti ").

    Comunque sei poco serio! Hai pubblicato una mappa della Palestina senza che sia indicata la città di Nazareth!

    Falsificatore! Impostore!!!

    Un sincero abbraccio.

  3. Dipende da laghetto a laghetto. In questo "laghetto" qui (una ex cava di 73 ettari:http://www.cercaagriturismo.it/veneto/venezia/cinto_caomaggiore/agriturismo_ca_del_lago.asp ), dove peschi no-kill e i pesci sono selvatici e non immessi e dove ci viene spesso e volentieri anche Roberto Rigamonti, il direttore di "Pescare Carpfishing" assieme a vari compnenti della redazione, ho preso una carpa selvatica di 15 chili e un luccio di 7.
    Dentro ci sono bass fino a 2 chili e tinche da 3 chili.

  4. Immaginavo che prima o poi giocassi la carta di Gamala… ma l'hai fatto nel modo più sbagliato e falso. Ovviamento te lo dico soltanto perchè non ho nessuna voglia di "lavorare per voi". Ti lascio solo alcuni brevi appunti.
    – La questione della località di Nazareth non esiste (l'avete inventata). Il luogo c'è, e i reperti scoperti recentemente la datano al primo secolo. Stop
    – Il precipizio c'è e si visita. E' soltanto 150 mt, ma basta per sfracellare chiunque venga buttato di sotto. Se vuoi proviamo con te… se rimbalzi, cambiamo la Storia… eh,eh,eh…
    – Che il sopranome Gesù di Nazareth possa essere una deformazione recente poco importa. Infatti sai bene che i nomi ebraici erano legati al padre e non al luogo. Se un sopranome si dava era rispetto al carattere della persona. Quindi "Nazireo" va più che bene e non va in contraddizione con nulla.
    – La città di Gamala è fuori da ogni corrispondenza evangelica e biblica e irrazionale ad ogni spostamento di Gesù narrato nei Vangeli, dunque è fuori discussione. Anche perchè l'ubicazione di Gamala sulle carte, nel tempo è cambiato. A meno che non ci siano adesso (o siano esistite) almeno altre due Gamala. Quale sarebbe allora quella giusta?
    – Gesù nacque a Betlemme di Giudea e non a Nazareth, e questo è confermato non solo dai Vangeli ma dalla Bibbia (Isaia), che ancora gli Ebrei pregano e usano.
    – Nazaret era un borgo di poche case non considerato anche ai tempi di Gesù (famosa è la frase: "da Nazareth, può venire qualcosa di buono?").
    – se la salita di 450 mt (e non 600), per arrivare a Nazareth spaventa, che dire dei 900 mt tra il lago e Gerusalemme? E che Gesù percorreva in un giorno soltanto!!!
    Insomma le solite seghe mentali che vi fate perchè rifiutate ideologicamente in blocco i Vangeli che invece sono più fedeli storicamente di quel che voi pensate….
    alkall

  5. "Gesù nacque a Betlemme di Giudea e non a Nazareth, e questo è confermato non solo dai Vangeli ma dalla Bibbia (Isaia), che ancora gli Ebrei pregano e usano."
    Allora sei proprio scemo, non è che fai finta.
    La corrispondenza tra vangeli e bibbia è ovviamente posteriore, creata "ad hoc", perché il "messia", secondo la profezia veterotestamentaria d'Isaia, avrebbe dovuto nascere a Betlemme ed essere di stirpe davidica. 


  6. VEDI ALDO COME SI CONTROBATTE IN MANIERA INTELLIGENTE?
    LEGGI E IMPARA
    .

    (TRATTO DA QUI:
    http://ilgesustorico.myblog.it/archive/2008/11/14/giovanni-di-gamala-personaggio-non-storico.html)

    Quali sono le osservazioni che si possono rivolgere alle teorie di Luigi Cascioli e David Donnini?

    Di questi autori è possibile leggere i libri da loro pubblicati i cui estratti sono recuperabili in Internet. 1

    In sintesi, la teoria da loro proposta – Cascioli non la ritiene tale ma anzi la propugna come una "prova inconfutabile" – è che in effetti il personaggio principale che ci viene raccontato nel Nuovo Testamento altri non fosse che un figlio di Giuda di Gamala, uno zelota fatto crocifiggere dai Romani per le sue pericolose azioni e idee rivoluzionarie. Secondo loro, la Chiesa avrebbe cambiato i nomi ai protagonisti della vicenda per "mitigare" una "ingiustizia" dei dominatori romani, trasformando un violento zelota in un personaggio che addirittura salva l'umanità intera. Da un messaggio rivoluzionario, nel senso politico e militare del termine, dunque ad uno di redenzione che, agendo in una sfera prettamente personale, comporterebbe importanti risvolti sociali.

    Quando lessi per la prima volta questi studi rimasi molto colpito perché mettevano completamente in discussione quanto affermato dalla Chiesa, che passava inevitabilmente dalla parte della "furba" ingannatrice. Seppur attratto da queste teorie alternative piuttosto accattivanti, cominciai a studiarle per verificarne l'attendibilità e pian piano mi accorsi che non soddisfacevano alcune banali considerazioni che di seguito elenco:

    La prima, più evidente, è che nessun testo tramandatoci cita questo figlio di Giuda, tale Giovanni di Gamala. Né gli autori (Cascioli e Donnini) giustificano in maniera soddisfacente che un tale personaggio dovesse esistere, e perché proprio lui sarebbe stato oggetto di quella "deificazione" poi propagandata tra le genti;

    – Cascioli sostiene con forza che Gesù non sarebbe mai esistito. Questo contraddice una evidenza particolare, cioè che non si può inventare ed imporre l'adorazione di una persona senza che questa non sia effettivamente esistita. Tanto più che i racconti evangelici descrivono Gesù come un personaggio molto famoso tra le popolazioni del Medioriente di allora. E il comportamento su questa informazione da parte degli uomini di Chiesa, che invece vorrebbero far passare Gesù per un povero incompreso sconosciuto ma dotato di talenti, era già un indizio che stessero occultando una scomoda verità;

    – Se il Cristianesimo era nato in ambiente zelota, e Gesù ne era l'artefice, allora come è possibile che i cristiani non siano stati fatti oggetto di tali e tante persecuzioni da essere fatti letteralmente "sparire", come è capitato ad altri gruppi religiosi? Evidentemente invece proprio quel Cristianesimo, ben lontano dall'ideale rivoluzionario, aveva come oggetto di adorazione un personaggio famoso ma che di zelota, cioè anti imperialistico, probabilmente non aveva alcunché. Al contrario il suo "mito" sopravviveva in quanto ben funzionale al sistema politico romano;

    – È contraddittorio che i Romani, dopo aver messo a morte un rivoluzionario, lo avessero spacciato per un "santo" martire. So che qui il paragone con personaggi come Socrate o Thomas Moore potrebbe farci presumere una tale possibilità, ma il confronto è mal posto. Se Gesù era uno zelota allora dobbiamo pensare di paragonarlo non a un predicatore pacifista, bensì ad un "terrorista" del giorno d'oggi, cioè una persona che fa seguire alla predicazione anche azioni violente, contro l'oppressore. Ma tutti gli evangelisti ci presentano Gesù come ben lungi dal fomentare attacchi "terroristici" contro Roma.

    Le osservazioni che ho presentato spiegano le principali contraddizioni, o domande senza risposta, che le teorie di questi studiosi portano con sé. Prima però di maturare queste convinzioni le mie ricerche sono state abbondantemente influenzate da simili precedenti, come si desume leggendo l'argomento Analisi dei Vangeli .

    IN QUESTA MANIERA E' POSSIBILE DISCUTERE, MA NON CON CHI  CERCA D' IMPORRE LE PROPRIE CONVINZIONI COME SI FA QUANDO SI CONDIZIONANO LE MENTI DEI BAMBINI A DOTTRINA!

  7.  
    Caro alkall,sei falso o in malafede e ti dico subito perché:

    il precipizio,STANDO ALLE SCRITTURE deve trovarsi sullo stesso monte in cui sorge anche lapatria di Gesù, ma fuori di essa;… Per raggiungere il "monte del precipizio"(che tu vorresti spacciare come il punto da cui buttarono Gesù) partendo dal centro di Nazaret occorre circa un'ora di cammino a piedi. Il problema fondamentale dei dirupi presenti sul "monte del precipizio", nel Jebel en-Nebi Sa‘in e in altre zone poste nelle vicinanze è che la città di Nazaret NON E’ EDIFICATA SOPRA DI ESSI.Questo è in contraddizione con Lc. 4:29 che colloca espressamente la cittadina SOPRA IL MONTE IN CUI SI TROVA IL DIRUPO.

    Con Gamala invece tutto coincide perfettamente,e ne ho riportato una dettagliata documentazione sul mio blog,monitorando passo per passo gli spostamenti di Gesù,e confrontando i vangeli tra loro:
    http://www.deicida.splinder.com/post/20059340/la-patria-di-gesu-nazarethnogamala
     
    "- Che il sopranome Gesù di Nazareth possa essere una deformazione recente poco importa."

    Solo gli ignoranti ritengono che questo non sia influente,dal momento che una fitta schiera di studiosi è propprio del parere che l’aggettivo Nazareno/nazoreo/nazireo non abbia nulla a che spartire con un patronimico “di Nazareth”.

    Nei vangeli a Gesù viene affiancato l’appellativo Nazareno,nazoreo,nazireo…tutti termini che non hanno nulla a che vedere con Nazareth.

    Gli abitanti di Nazareth infatti sono detti nazaretani.
     La forma ebraica per Nazareth è NZRT, che è tarda ed è stata indicata come Nazrat, mentre la forma greca Nazoraios deriva dall'aramaico Nazorai che è il nome di setta, e che non ha niente a che fare con Nazareth.
     L’appellativo di nazareno stava  ad indicare l’appartenenza alla casta politico-religiosa dei Nazorei, alla quale il movimento rivoluzionario esseno-zelota aveva affidato la propaganda.
     
    Moltissimi studiosi affermano che nazoreo sia un titolo settario;senza andare troppo lontano, leggendo gli stessi Atti degli Apostoli 24,5,troviamo:

    “Abbiamo scoperto che quest`uomo è una peste, fomenta continue rivolte tra tutti i Giudei che sono nel mondo ed è capo della setta dei Nazorei.”(At 24,5)

    Paolo viene accusato davanti a Felice,di fomentare sedizioni e far parte della “setta dei nazorei”…questo,a mio avviso è una conferma che “la setta dei Nazorei” fu un movimento che ai tempi di Pilato diede notevoli problemi politici ai Romani,e infatti gli accusatori di Paolo la associano a sedizioni affermando che “fomenta continue rivolte”.

    Evidentemente i nazorei sono i seguaci di Cristo, gli appartenenti al suo movimento,non certo i suoi … concittadini! I quali di Paolo non ne hanno mai voluto sapere.
     
    “Infatti sai bene che i nomi ebraici erano legati al padre e non al luogo.”
     
    Ignorante.Basta aprire la Guerra Giudaica o Antichità Giudaiche per contraddirti.
    Così a mente ricordo Giovanni di Giscala,Giuda di Gamala.Poi aprendo i tuoi amati vangeli puoi ritrovare anche un bel Giuseppe d’Arimatea.E non continuo per non infierire.
     
    "- La città di Gamala è fuori da ogni corrispondenza evangelica e biblica e irrazionale ad ogni spostamento di Gesù narrato nei Vangeli, dunque è fuori discussione."

    Prego,puoi leggere tu stesso:
     
    http://www.deicida.splinder.com/post/20059340/la-patria-di-gesu-nazarethnogamala
     
    "- Gesù nacque a Betlemme di Giudea e non a Nazareth, e questo è confermato non solo dai Vangeli ma dalla Bibbia (Isaia), che ancora gli Ebrei pregano e usano."
     
    Questa poi… è la scusa più penosa…utilizzare un falso per giustificare un falso…Le profezie!!!Ahahahah!

    Ritirati non sai da dove partire per difenderti!

  8. I vangeli sono sicuramente posteriori alle profezie di Isaia, almeno 4-500 anni, e quì ci arriva anche un bambino, semmai la nascita a Betlemme dimostra l'avverarsi della profezia e non viceversa (che non avrebbe senso). Tu Lector dimentichi che quando i Vangeli erano solo orali (nei primi anni dopo la morte e Risurrezione di Gesù… quando ancora non c'erano Donnini e Cascioli…), chiunque era in grado di contestare immediatamente ogni minima bugia che fosse predicata. Fondamentale perciò è la datazione dei Vangeli. Parlare del 50 è plausibile, dieci-quindici anni per avere dei testi definitivi (o quasi), non è per niente irrealistico visti i tempi che anche oggi una Chiesa perfettamente organizzata ha. Quindi che il racconto di Betlemme venga contestato non mi fa problema, dato che quello che è storico è il censimento e la necessità che Giuseppe e Maria si recassero per forza alla loro città natale, per registrarsi. Betlemme appunto. Poi ci saranno parti prese dagli apocrifi, che dipingono l'avvenimento in modo (a detta di qualcuno) troppo ispirituale, ma questo non cambia la sostanza dei fatti.
    – Gesù non è stato gettato da nessun precipizio a Nazareth, perchè si sottrasse prima (e anche in modo miracoloso), l'intenzione dei suoi paesani era quella, ma che distasse un'ora o un minuto non ci fu nessuna necessità di fare il percorso. L'ubicazione della sinagoga (o della stanza dove si riunivano vista la piccolezza del borgo…), poi bisogna capire dove era situata. Purtroppo sopra i luoghi antichi si sono costruite nel tempo varie costruzioni di culto Cristiane (almeno tre strati) il che rende tutto più difficile. Gli scavi (Israele permettendo…), però, continuano, e prima o poi si troverà anche l'esatta ubicazione della cosidetta sinagoga. Tracce di culto sono già state ritrovate risalenti al I secolo. Non è poco per una città che dovrebbe essere inesistente. E altri reperti e cisterne esistono ancora precedenti… poi vedete voi…
    alkall

  9. Che obiezioni insulse.

    No  hai controbattuto nulla su quanto ho riportato di sopra.

    Isaia prima dei vangeli?Ovvio…ed è per questo che gli evangelisti,bibbia alla mano poterono far avverare determinate profezie su un personaggio inventato…Anche un bambino ci arriverebbe…

    "Quindi che il racconto di Betlemme venga contestato non mi fa problema, dato che quello che è storico è il censimento e la necessità che Giuseppe e Maria si recassero per forza alla loro città natale, per registrarsi."

    Bene allora,scegliete la vera nascita dal momento che Matteo e Luca parlano di due nascite totalmente diverse in epoche diverse.

    Oltretutto è ridicolo che per il censimento bisognasse tornare nella terra natale.Non esiste nessun documento riguardante l'impero romano che possa far credere ad una simile balordaggine.

    "- Gesù non è stato gettato da nessun precipizio a Nazareth, perchè si sottrasse prima (e anche in modo miracoloso), l'intenzione dei suoi paesani era quella, ma che distasse un'ora o un minuto non ci fu nessuna necessità di fare il percorso. "

    Che ridicolo.A me non frega se il tuo eroe è volato via cn uno zaino jet o se è scomparso e riapparso da un altra parte,sta di fatto che la "Nazareth" dei vangeli non corrisponde alla Nazareth esistente oggi,mentre con Gamala tutto torna e fin troppo perfettamente.
    Quando avrai voglia di documentarti e contestare senza ricorrere alle favole ne riparliamo catechista.

    Altro punto:non ho mai contestato l'esistenza di Nazareth nel primo secolo.Ma contesto il fatto che "Gesù" proveniva da lì e che il titolo settario Nazoreo aveva tutt'altro significato.

  10. Purtroppo ha ragione quel detto che consiglia di non discutere mai con un imbecille perché, questo, prima cercherà di portarti al suo livello per poi sconfiggerti con la sua esperienza.

  11. Bravo Lector, hai capito perfettamente! Se davvero vuoi capire cosa vuol dire una persona devi metterti nei suoi panni. Io nei vostri (visto che son quì a farmi insultare da una trentina di commenti…), mi ci son già messo e vi ho detto chiaramente cosa ho capito. Adesso tocca a voi…
    – Solo un bambino cresciuto e già complessato non capirebbe… la cosa è talmente elementare che è difficile complicarla! Infatti non ci riuscite. Stop!
    Se davvero volete dimostrare che la nascita a Betlemme è una aggiunta tardiva dovete per forza portare due prove documentali:
    – Un vangelo sicuramente di provenienza apostolica degli anni 30-50 dove il fatto della nascita a Betlemme manca
    – Un altro Vangelo sempre canonico dove per la prima volta il fatto è inserito. Così capiamo anche da chi…
    Niente prove? Solo chiacchiere inutili…
    Sulla data non ci si può imbrogliare! Recentemente è stato fatto uno studio per parte ebraica (dunque insospettabile), sui turni di servizio al tempio. Individuato quello di Zaccaria, padre di Giovanni e fatte le dovute interpolazioni si è arrivati alla data piuttosto esatta della nascita di Gesù.
    Se poi invece volete farmi fesso dicendo che i dati che portate voi sono dogmi incontestabili (ma Lector non è di questo parere…sembra…), mentre ciò che dico io sono cazzate… alzatina di spalle e via! Sbrodolatevi pure signori nel vostro truogolo… e buon pro vi faccia.
    Lector non mi hai ancora detto chi è quel dannato prete che può fare anche senza un Gesù storico… mi sfuggi?
    alkall

  12. "casuale evoluzione genetica", affermare che Gesù è un personaggio inventato è un assunto che non puoi usare. Sarebbe un dogma. Prima devi dimostrarlo con dati certi e universalmente condivisi (visto il calibro del personaggio) e poi ne parliamo e?
    Fino ad allora astieniti please…
    alkall

  13. Au revoir alkall, di parlare con chi non sa nulla di storia e metodologia di ricerca onesta è tempo sprecato.
    Crogiolati pure nei tuoi sogni senza nemmeno riuscire a difendere ciò che sostieni.
    Le mie tesi stanno lì sopra,ben documentate.
    I tuoi sogni pure,ma quelli sono documentati solo da una fede cieca.

  14. Cieco sarai tu che sei bloccato solo sull'immanente. La Fede, oltre ad essere fortemente ragionevole è aperta ad un mondo che è miliardi di volte più vasto del tuo.
    buona grufolata…
    alkall

  15. Non ti sfuggo Aldo. Ti ho solo mandato a cagare e quando io mando a cagare una persona, vuol dire che mi ha proprio rotto i coglioni con le sue stronzate. Spero di essere stato sufficientemente chiaro.

  16. Una volta si " faceva lo scemo per non andare in guerra "

    @ alkall

    Ci sta dimostrando che " va alla guerra perché è scemo " ?

    Ciao a tutti

  17. Scusate, ma non avendo tempo di leggere tutto quanto, chiedo se qualcuno di voi può farmi un velocissimo riassuntino riguardo le conclusioni sin qui raggiunte in seguito ai vari studi.
    Roba per sommi capi, niente di più.
    THX

  18. @ lectorinfabulo

    il # 4 non l'avevo letto, forse percheé non era ancora apparso.
    Anch'io ho avuto il c… anni,  fa di prendere una carpa di 15 kg, in un grande canale del Pontino e per di più nei pressi della foce.

    Lucci max 3 kg. ( Lago di Chiusi )

    Coregoni ( nello stupendo e profondissimo lago di Scanno ).

    Ma se è una ex cava, come fanno ad essere selvatici i pesci ?

    @ carnefice

    " per sommi capi " :

    Il GC descritto nei vangeli NON E' MAI ESISTITO !

    Se vuoi i dettagli devi per forza trovare del tempo per leggere.

    N.B.: Ti ho risposto nell'altro post.

    Ciao a tutti

  19. @ carnefice

    Per essere più precisi:
    Non si chiamava Gesù e non era il Cristo.
    E' stato giustiziato in quanto rivoluzionario e la sua " patria " era Gàmala o Gamlà.

    In pratica si tratta di un uomo ( quasi sicuramente Giovanni ) che ha seguito le orme del padre, rivoltoso, Giuda il Galileo ed i suoi fratelli, tutti aspiranti al titolo di Re dei Giudei  e tutti regolarmente giustiziati dai Romani.
    Uno dei fratelli, Menahem, nei giorni di Pasqua, fece lo stesso ingresso, in Gerusalemme, con vesti regali, montando un asino ecc. ATTRIBUITO  al Gesù dei vangeli.
    Probabilmente il " titulus " era MNRI cioè Menahem Nazireus Rex Iudaeorum !

    Nazareno = Rivoluzionario e non di Nazareth, città inesistente all'epoca.
    Altrimenti lo avrebbero dovuto chiamarlo… nazarethano o nazaretano, non credi ?

    Ciao

  20. @—>Kefos
    Perché i pesci furono seminati circa 30 anni fa, ai tempi della costruzione dell'autostrada Portogruaro/Pordenone e poi non sono più stati reimmessi. Nessuno ha mai dato loro da mangiare, tant'è che risulta difficilissimo prendere le carpe con le boiles o con il grano, dato che si nutrono in prevalenza d'una specie di grossa cozza di lago, molto abbondante nel luogo. L'area è peraltro vincolata a riserva naturalistica, perché stanziano alcune specie di uccelli introvabili altrove. Se mai ti capiterà di fare una battuta di pesca in Veneto, te la consiglio. L'organizzazione noleggia anche piccole barche munite di motorino elettrico per non disturbare la fauna locale. La prima volta che ci sono capitato, mi sembrava una scena di Jurassic Park.

  21. @ lectorinfabula

    Interessante!

    Per le carpe: ci sono attorno alberi da frutta, anche selvatici ? Prova con quelli ! Qualche volta le ho prese con uva, ciliegie, lombrichi ed anche polenta, aromatizzatta con alkermes ! )

    Per le cozze: probabilmente sono state immesse una volta prelevate dal mare.
    Ho un carissimo amico in Toscana che possiede un'enorme tenuta ( con tre bellissimi laghi, tutti con singola sorgente ) il cui padre immise, decine di anni fa, appunto delle cozze di mare che si sono adattate ed ogni anno organizza pranzi e/o cene a base di queste. Sono più consistenti, ma decisamente squisite!

    Mai provate le Vongole di Fiume ? ( ca. 10×10 cm ) al cui interno si possono trovare anche delle piccolissime perle ?

    Ciao

    P.S.: Portogruaro/Pordenone: conosco abbastanza la zona ed anche Ronchi de' Legionari.

    P.S.2: Mai pescato Amur e il cd. pesce Siluro ?

    P.S.: 3 : Non è che i nostri amici ci mandano " affa " ?

    Un caro saluto

  22. @—->Kefos
    1. Il proprietario della tenuta mi ha detto che si tratta proprio di cozze d'acqua dolce.
    2. No, ci ho provato ma non sono riuscito a prendere nulla.
    3. I nostri amici ci manderanno affa …. 'na bella pescata! 
    Comunque, ad ogni buon conto, chiediamo scusa a tutti per questa divagazione da appassionati.
    (Qualcuno dice che, arrivati a una certa età, la pesca sia addirittura meglio della fica e credo non sia molto distante dal vero!)

  23. Mi sembra di aver sentito il ronzio di un

    Ca..otalebano…

    Riempite pure gli spazi con le vocali e/o consonati che volete ( vanno bene anche le doppie consonanti ).

    Ciao a tutti e condivido le scuse di lector per… l'escursione ittica.

  24. "Giuda, detto il galileo, sollevò un'altra importante rivolta durante il censimento della Palestina supervisionato da Quirino, all'epoca in cui Luca ambienta la nascita di Gesù. Questa volta Giuda ci lasciò la pelle, e con lui una gran quantità di zeloti, che furono crocifissi."
    Interessantissima questa coincidenza di riferimenti al censimento, che nei vangeli avrebbe costituito  il motivo della presunta nascita di Gesù in Betlemme.

  25. Non mi piace avventurarmi troppo, ma davvero, il mio tempo è poco, quindi, kefos93, mi avvalgo della tua cultura per cercare di capire la cosa. Porta pazienza.
    Allora, se ho capito bene:
    1) chi ha redatto il Vangelo che leggiamo oggi (lasciamo perdere eventuali successivi rimaneggiamenti) avrebbe descritto le gesta di un uomo inesistente;
    2) dai vari studi viene fuori che sia esistito un leader rivoltoso;
    3) il rivotoso è stato giustiziato, senza tante resurrezioni e roba simile.

    La mia domanda – probabilmente scema – è: e che c'entra Gesù? Voglio dire, se chi ha redatto il Vangelo si è riferito a una persona della quale non v'è storia se non solo nel Vangelo?
    Esempio: io faccio una serie di belle cose, di qua e di là. Nel quartiere vicino c'è un tipo che fa un casino indescrivibile. Una storia racconta di me e una storia racconta del casinista. Nella storia che descrive me non c'è menzione del casinista e nella storia del casinista non c'è menzione di me.

    ?

    Il Carnefice

  26. @ lectorinfabula

    "Giuda, detto il galileo, sollevò un'altra importante rivolta durante il censimento della Palestina supervisionato da Quirino, all'epoca in cui Luca ambienta la nascita di Gesù. Questa volta Giuda ci lasciò la pelle, e con lui una gran quantità di zeloti, che furono crocifissi."

    Secondo quanto ricordo i censimenti dell'epoca furo due, nel 3 a.e.v. e nel 4 e.v. ( Non per niente si parla, ancor oggi, della maternità, pressoché decennale di Maria ) entrambi erano " a fini fiscali " quindi i rilevamenti li si doveva effettuare nel luogo di residenza e non di nascita !!
    Curiosità:

    Un ricco imprenditore, Giuseppe ( altro che semplice falegname ) si reca nella sua città di origine e non trova un " cane " di parente che lo ospita ?

    Ma per piacere!

    @ carnefice

    " 1) chi ha redatto il Vangelo che leggiamo oggi (lasciamo perdere eventuali successivi rimaneggiamenti) avrebbe descritto le gesta di un uomo inesistente;"

    Chi ha redatto i vangeli, oltre a non essere testimone oculare, non conosceva né la storia dell'epoca, né la geografia e ancor meno il diritto romano.

    Le gesta dell'uomo descritte nei vangeli sono state compiute da un altro, probabilmente da Giovanni, figlio di Giuda il Galileo ( e ci spiegherebbe anche il titulus: Iohannes Nazireus Rex Iudeorum, INRI ).
    I miracoli, o meglio le magie, potrebbe averle compiute Yeshua ( che significa Giosuè e non Gesù )l'Egiziano, che viene ancora ricordato dal popolo dei Manda o Mandei e che visse fino a tarda età.

    "2) dai vari studi viene fuori che sia esistito un leader rivoltoso;"

    Non è vero; di leaders rivoltosi 
    ( Unti ) ce ne sono stati diversi e di solito radunavano i loro seguaci sul Monte degli Ulivi.
    Mi spieghi come, per arrestare un pio uomo, sia stata inviata una intera coorte  ( 600 uomini ) con aggiunte le Guardie del Tempio, che non erano poche ?
    Senza contare che i Romani sono sempre stati tolleranti nei confronti dei religiosi o delle religioni ?

    Si incazzavano solamente contro chi voleva sovvertire il loro ordine costituito !

    "3) il rivoltoso è stato giustiziato, senza tante resurrezioni e roba simile."

    A me sembra normale, anche per l'epoca.

    Per il resto, potrei anche essere scemo io, ma perché non mi metti i
    " sottotitoli " ?

    Inoltre ti consiglio di leggere un mio piccolo contributo, giusto giusto di un anno fa:

    " Dubito che si possa mettere in discussione l’esistenza storica del Cristo (unto) anche perché ce ne sono stati una caterva e tutti aspiranti al titolo di Re dei Giudei e pertanto considerati rivoluzionari dai Romani e condannati al patibolo, pena prevista dal Diritto romano per tale reato.
    I Romani, tolleranti verso ogni tipo di culto, non avrebbero mai condannato un’anima buona come quella descritta nei Vangeli!
    Per quanto riguarda il Gesù dei Vangeli:

    Gesù: Chi non l’ha visto ( e non ne ha sentito neanche parlare, e avrebbe potuto se voleva ):
    I contemporanei
    1- Giusto da Tiberiade, non da Roccacannuccia ! ( nato 50 ca e.v. ed anche compaesano) *
    2 – Filone Alessandrino. ( 10 a.e.v. – 55 e.v. )
    3 – Flavio Giuseppe ** ( al quale hanno attribuito il Testimonium, opera del Padr(ino) della Chiesa Eusebio di Cesarea)
    4 – Plinio il Vecchio, dal 65 al 70 in Palestina! Ed altri ancora…
    5 – Origene, padre della chiesa, nel suo Contra Celsum avrebbe usato sicuramente “l’asso nella manica” del testimonium, ma non ha potuto farlo, in quanto inesistente all’epoca.
    * Fozio (Photius) patriarca di Costantinopoli aveva una copia degli scritti di Giusto e si meraviglia che non parli di Gesù! ed aveva anche copia di Ant. Giud. di Flavio Giuseppe dove non era presente il Testimonium Flavianum!
    ** Se F.G. (e.v. 38 -e.v. 100) e Giusto da Tiberiade non sono stati testimoni diretti avrebbero potuto conoscere quei fatti strabilianti magari seduti sulle ginocchia dei propri padri o dei nonni! ( magari davanti al focolare gustando un abbacchio cucinato Kasher/Kosher).

    Dove Gesù non ha mai camminato:
    http://digilander.libero.it/ingeberg/Trans/maicammin.html
    Per quanto riguarda la costruzione a tavolino operata da Falsario, pardon, Eusebio di Cesarea su ordine di Costantino, adoratore di Mitra e del Sol Invictus, che impose la nascita di G.C. al 25 dicembre!!:
    http://www.xmx.it/nuovo-testamento.htm

    La preveggenza di “Gesù” nei vangeli:
    Mt: 23.35, Lc 11.49-50
    “ perché ricada su di voi tutto il sangue innocente versato sopra la terra, dal sangue del giusto Abele fino al sangue di Zaccaria, figlio di Barachìa, che avete ucciso tra il santuario e l’altare”.
    Eppure Flavio Giuseppe ce lo dà per giustiziato nel 67!

    Un altro paio di “ cristi “:
    Il dio egiziano Horus
    • Era nato dalla vergine Iside il 25 dicembre in una grotta e la sua nascita fu annunciata da una stella ad Oriente che guidò tre saggi uomini verso la grotta.
    • Suo padre terreno si chiamava Seb (Giuseppe) anche conosciuto come Geb. “Come Horus il vecchio… era ritenuto essere il figlio di Geb e di Nut ( Lewis Spence, Ancient Egyptian Myths and Legends, 84.)
    • Egli era di stirpe reale.
    • All’età di 12 anni insegnò ai dottori del tempio e a 30 fu battezzato essendo di fatto scomparso per 18 anni
    • Horus fu battezzato nel fiume Eridanus o Iarutana (Giordano) da Anup il battista (Giovanni Battista) che poi fu decapitato
    • Egli compì miracoli, praticò esorcismi e rescuscitò El-Azarus (”El-Osiris”)
    • Aveva 12 discepoli, due dei quali suoi “testimoni” chiamati “Anup”. e “Aan” (I due Giovanni)
    • Horus camminò sull’ acqua
    • Il suo epiteto personale era “Iusa,”, il figlio sempreterno” di “Ptah,” il Padre. E cosi’ era chiamato “Figlio divino”
    • Egli pronunciò “il discorso della montagna” e i suoi seguaci raccontarono “I detti di Iusa.”
    • Horus fu trasfigurato sul Monte
    • Egli du crocefisso tra due ladri, sepolto e dopo tre giorni risorse dal sepolcro.
    • Egli era anche la “Via”, la “Verità”, la “Luce”, il “Messiah”, il Figlio consacrato di dio “, “il figlio dell’Uomo”,il “Buon pastore”, “l’agnello di dio”, “Il verbo incarnato”, “La parola di verità” ecc.
    • Egli era “il Pescatore” e fu associato con il Pescatore ( (”Ichthys”), Agnello e Leone
    • Egli venne per riempire i cuore con la “Legge”
    • Horus era chiamato “il KRST, o “il Consacrato”
    • Come gesù “Il regno di Horus sarebbe durato 1000 anni”
    Sulle mura del Tempio di Luxor, furono scolpite 3500 anni fa le immagini dell’annunciazione, dell’immacolata concezione, Nascita e Adorazione di Horus, con Troth che annuncia alla vergine Isis che essa concepirà Horus, con Kneph lo spitito santo che ingravida la vergine e col “bambinello” adorato dai tre re o magi che recano doni. In aggiunta, nelle catacombe romane ci sono immagini del Horus-bambini tenuto in braccio dalla vergine madre Isis, l’originario “Madonna e bambino”
    Fonte http://www.truthbeknown.com/christ.htm Traduzione di Hereticus”””
    http://museohermetico2.splinder.com/post/13500886/ORIGINI+DEL+CRISITIANESIMO
    http://prometheus.blogosfere.it/2006/01/horus_e_cristo_.html
    http://www.fainotizia.it/2007/04/23/horus-osiride-influssi-sulle-origini-del-cristianesimo
    http://forumtgmonline.futuregamer.it/showthread.php?p=5565705
    http://blogghete.blog.dada.net/post/526372/RISERVISTI+CULTURALI
    http://www.archaeogate.org/egittologia/article/283/1/scavi-nel-museo-egizio-di-torino-vii-tra-i-papiri-torin.html
    http://www.egittologia.net/Articoli/LinguaeScrittura/tabid/55/Default.aspx
    http://www.esonet.org/Application/SchedaBio.aspx?num=203&cod=Menichetti,%20Mario
    http://www.luigicascioli.it
    http://www.yeshua.it
    http://www.nostraterra.it
    http://www.esonet.org/Application/vis_articoli.aspx?nmart=2287&nmcap=0&sett=33&Titolo=‘Religione%20Egizia%20e%20Cristianesimo’
    http://www.amorc.it/storia1.htm
    http://www.cancellidiasgard.net/forum/viewtopic.php?p=31938&sid=c52f7b992474615a7869c4a50f7b7d47
    Dopo Horus, Attis, Dioniso, Khrisna , Erakles, ecc.
    Stralcio della storia di Cleomene III, re di Sparta, dal 235 a.e.v. ( 260 ca – 219 a.e.v. ):
    “Cleomene III volle mettere in atto la “ remissione dei debiti “ intesa come redistribuzione dei beni ed emancipazione degli Iloti, ma avversato dalla sua famiglia fu “ defenestrato “.
    Rifugiatosi in Alessandria d’Egitto cercò di mettere in atto lo stesso intento creando un moto rivoluzionario contro Tolomeo IV.
    Resosi conto di non potervi riuscire, invitò i suoi compagni a desistere ed in ultimo convocò 12
    ( che caso!) suoi fidati per un’ultima cena, dopodichè si suicidò.
    Il suo cadavere …

  27. kefos93, sfrutto il tuo tempo a morte, semmai mi mandi a caghèr quando vuoi.
    La domanda è: come facciamo ad avere certezza che l'uomo descritto nei Vangeli non sia un tizio non narrato altrove? Con lo stupore di Photius ci facciamo poco, intendiamoci, tutto quello che esponi è interessante, ma non risolve il caso, tant'è che il tuo argomentare è onestamente legato da condizionali.

    E poi c'è una cosa che mi lascia un po' perplesso: moltre cose scritte nei Vangeli sono rigettate (tipo il 25 Dicembre, e altri) dando l'immagine di un racconto falsato. Poi, però, altre cose si prendono per buone. Mi scuso per l'evidente ignoranza, ma non so su quali basi attendibili.
    Per esempio: "Le gesta dell'uomo descritte nei vangeli sono state compiute da un altro…" solo perché di quest'altro si conosce perfettamente la sotria? Voglio dire: se di me dicono che io faccio la focaccia col formaggio, non si dovrebbe asserire che la storia che narra di me e di questa mia facoltà sia invece da attribuire al miglior focacciaio di Recco, perché porcaloca anch'io faccio la focaccia (e pure buonissima, tié).

    Mentre scrivo questa ribattuta mi viene in mente che sarebbe megio trovare il tempo di leggere tutto (che è veramente un botto di ore di lettura), ma confido ancora nel tuo soccorso.

    Il Carnefice

  28. @ carnefice
    t'ho già detto che sei… stimolante…

    Non mancherò…di tornare sull'argomento, che in verità, nonostante i giri di parole, non sei riuscito a ribattere pienamente .

    Conosco la insuperabile focaccia di Recco ( bel paesino, fra l'altro ) per averla gustata in " loco " ma anche perché l'ho ricevuta a domicilio.

    A presto

    Un caro saluto

    P.S. Non sono particolarmente esperto in Storia del Cristianesimo Primitivo, ma come vedi, non sono neanche un neofita.

    Di nuovo

  29. kefos93, più che "ribattere" provo – data, ripeto, la mia ignoranza in merito – ad analizzare la cosa sotto un profilo di esclusioni logiche. Poi, sai, sono certo che altri prima di me abbiano fatto questi pensieri, ma qui mi trovo, adesso, e per la prima volta ci penso… quindi…

    Comunque, ti ringrazio per la pazienza.

  30. # carnefice

    Carissimo,
    non puoi " saltare " a Photius  ( nono-decimo sec. ) che tutt'al più conferma, anzi si dimostra stupito che storici, contemporanei,  quali:

    Giusto da Tiberiade, Filone Alessandrino,Flavio Giuseppe, Plinio il Vecchio ed altri circa 40 ( quaranta ) non ci riferiscono nulla sul tuo Supereroe  GC.

    Quindi, ricomincia daccapo e poi ne parliamo…

    Sempre a… ' esposizione!

    Ciao

  31. Comunque questa analisi storica giustamente riveduta e corretta non nega l’esistenza di Gesù, chiunque egli sia stato. E la cosa più importante e che non si può negare è l’esistenza di un certo insegnamento che ha attraversato i secoli. Questo insegnamento qualcuno lo ha pur creato, ed è la cosa più interessante da approfondire. Almeno dal punto di vista dell’indagine intellettuale, della conoscenza. E’ ragionevole credere che un semplice rivoltoso non avrebbe potuto avere un simile impatto sulla Storia umana.
    I Vangeli non sono cronache storiche o semplici racconti, trasmettono un insegnamento sono libri esoterici. Il dramma romano è stato usato come un teatro per la rappresentazione narrativa dei vangeli, ma ciò che ha fatto scalpore non è stata una condanna a morte bensì l’opera di un uomo su cui da sempre si interrogano tutti. Credenti o meno, onestamente non si può negare che in questa faccenda ci sia qualcosa di più particolare che in altre.

    Mattia

    1. Le strade del mito sono infinite. Un canovaccio, un genio del marketing ante litteram come Saul di Tarso detto Paolo, un bisogno da soddisfare, tanto culo (nel senso di fortuna) ed ecco il successo contro ogni probabilità di un prodotto globalizzato che precorre Internet.

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