DAMMI TRE PAROLE: SOLE, CUORE, AMORE

Azzeccagarbugli

«tre parole di rettifica del legislatore, e intere biblioteche diventano carta straccia»

J.H. von Kirchmann, Della mancanza di valore della giurisprudenza come scienza (1848), trad. e pref. di Paolo Frezza, Pisa, 1942.

10 Risposte a “DAMMI TRE PAROLE: SOLE, CUORE, AMORE”

  1. In verità, dato che in un ordinamento “normale” a fare le leggi ci si pensa bene e le fanno gli esperi di diritto interpretando i bisogni della società espressi dai politici… premesso questo e in un paese normale, un bene dell’ordinamento è la sua continuità e la sua progressione. Quindi la frase riportata dovrebbe essere solo un caso di scuola, una esagerazione per comprovare ciò che normalmente invece avviene.

    Dopo detto questo, spiace invece rilevare come in Italia accada che si rivolti l’ordinamento a “colpi di maggioranza”, ignorando i lai (pochini, in verità) dei tecnici e degli intellettuali, con il solo obiettivo a brevissimo raggio di uno e due punti percentuali di voti in più.

    Pardon lo sfogo, mai antipatriottico :-))

    saludos

    medita partenze

  2. Ciao, vecchio mio.

    In realtà si tratta d’un problema ben noto tra gli addetti ai lavori. Ci sono volumi e volumi di esegesi giuridica su questioni che potrebbero essere risolte da una semplice interpretazione autentica del legislatore. Un esempio tipico è quello dell’esistenza d’un c.d. “tertium genus” tra imprenditore agricolo e imprenditore commerciale. Libri e libri di chi sostiene che “tertium non datur” e altrettanti di coloro che si schierano per la tesi opposta. Eppure, basterebbe solo un intervento chiarificatore della norma per risolvere una questione che si protrae – credo – dal 1942, data di promulgazione del nostro Codice Civile. La frase di Kirchmann sottolinea, a mio avviso, l’inconsistenza sul piano scientifico dello studio del diritto. Non ci sono altri sottintesi.

    Alla prossima :-))

  3. Una frase per descrivere il collasso di un intero sistema, questa è arte…

    In effetti questo è il dramma di molti magistrati, pare, che pur volendo applicare le leggi, si trovano con leggi ossimoriche non migliorate dalle correzioni, bensì ulteriormente peggiorate

  4. @–MattBeck

    Un nodo gordiano, una matassa inestricabile di centinaia di migliaia di leggi. Riusciranno i nostri pronipoti a razionalizzare un ordinamento che rischia sempre più d’implodere? Chissà…

    Ciao e grazie per l’intervento. 🙂

  5. Vari problemi, temo.

    “Tot capita tot sentenzia”, ovvero “tutto capita nelle sentenze” :-))

    Ma poi, la legislazione di continua, da vent’anni e passa a questa parte, “emergenza”.

    Le carenze legislative sostituite dalla Corte Suprema e poi raffazzonate dal legislatore.

    Poi, da ridere, l’interpretazione “autentica”: “ho fatto questa legge perchè non mandassero in galera B. per corruzione …… quella perchè non ci andasse per bancarotta ….. quell’altra per le reti ….. cotaltra perchè …..” :-)) :-))

    Impossibile!!!!!!

    Consiglierei, a noi sognatori, il libro di Calamandrei su etica e diritto, l’ho letto da poco ed è veramente mooolto interessante …… per sognare, appunto 🙂

  6. Beh. amico mio, visto che te ne intendi, consiglio per consiglio, Emilio Betti, “Interpretazione della legge e degli atti giuridici”. Se non ricordo male, Ed. Giuffrè. 😀

  7. Provando ad applicare leggi – più snelle ed efficaci – di altri popoli finiremmo per non poter affrontare le furbizie, le disonestà e gli inganni tipici della creatività italiana. E si tornerebbe a frattalizzare la legge.

    Il problema sta sempre lì, nella scuola (e nella famiglia): se impariamo (*) ai bambini l’etica e l’educazione civica, sin da piccoli e con perseveranza, li forgiamo all’onestà, pilastro di un popolo molto meno entropico del nostro.

    (*) “impariamo” lo trovo più incisivo che “insegnamo”: è più “dentro” al destinatario 😀

    Il Carnefice

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