COSA NE PENSATE?

amore saffico

Relazione intima con l’alunna: la prof patteggia la condanna

Due anni all’insegnante della scuola media al Tuscolano accusata di aver baciato un’allieva. La studentessa, interrogata in Procura, ha dichiarato: «Io la amo»

di Lavinia Di Gianvito

ROMA – Un amore nato tra i banchi di scuola.  Ma diverso dagli altri. Perché da una parte c’è un’alunna 15enne, dall’altra una professoressa di 40 anni. «Io la amo», ha giurato la ragazza quando è stata interrogata dal pm Claudia Terracina nel corso dell’inchiesta. E infatti la studentessa non si è nemmeno costituita parte civile al processo, che si è chiuso martedì mattina con una condanna a due anni dell’insegnante per atti sessuali con minore.   Un bacio, un solo appuntamento al cinema, fitte conversazioni erotiche in chat: questi i rapporti intercorsi tra  l’insegnante e l’alunna  dell’istituto al Tuscolano finito, suo malgrado, al centro della vicenda. Una vicenda delicata che, almeno sul fronte giudiziario, si è chiusa con la sentenza di oggi. La prof, già allontanata dalla scuola, ha ottenuto il patteggiamento: l’ha aiutata una perizia in base a cui in passato avrebbe avuto  problemi di relazione con gli altri. Il gup Maria Paola Tomaselli ha sospeso la pena e, in assenza di parte civile, non ha disposto alcun risarcimento dei danni. (QUI L’ARTICOLO)

Agli amici che ogni tanto mi onorano della loro presenza, chiedo se ritengono giusto che una persona, la cui colpa consiste solo nel provare amore per un’altra, venga punita con una condanna penale, la perdita del posto di lavoro e il discredito sociale;  ovvero, se la legge debba distinguere tra caso e caso, non potendosi equiparare tout-court la vicenda sopra descritta con altri fatti, come possono essere la violenza e lo sfruttamento a scopo sessuale e di lucro dei minori, che l’Ordinamento si propone giustamente d’impedire.

Pubblicato da hannibalector

"Nessuno è il mio nome: Nessuno mi chiamano mia madre e mio padre e tutti gli altri compagni"

6 Risposte a “COSA NE PENSATE?”

  1. Ciao Lector, personalmente sono dell’idea che non ci sia nulla di sbagliato. Mi ritrovo perfettamente d’accordo con il sofista Ippia di Elide nel pensare che le leggi non sono nient’altro che convenzioni umane più o meno utili per la convivenza civile, ma sono indegne di un riconoscimento obbligatorio.
    Uno dei temi del filosofo citato era l’opposizione tra la natura (physis) e la legge (nomos): le leggi vengono fatte e disfatte, pertanto non hanno alcun valore assoluto, solo la natura prescrive le vere leggi valide in ogni luogo.

  2. Purtroppo, per colpa di leggi simili, finisce che chi ha la sola colpa di provare un sentimento sincero viene punito, mentre fior di criminali incalliti se ne stanno tranquilli a celebrare messa.
    Mi ricordo ancora che, nella mia cittadina, circa trent’anni or sono, un ragazzo di venticinque anni venne condannato e messo in prigione per aver avuto rapporti sessuali con una ragazzina che al tempo aveva solo tredici anni. Una volta uscito di galera i due si sposarono e vivono tutt’ora assieme.

  3. umanamente comprendo il dramma della signora, però la legge è bene che non preveda eccezioni «umanitarie» altrimenti in quella crepa ci si infila di tutto; inoltre come insegnante della scuola pubblica la propria responsabilità è maggiore, molto maggiore di quella di un cittadino «semplice»; doveva avere la pazienza di attendere tre anni, cioè la maggiore età della ragazza che ama

    ot: ho acquistato «cartongesso», se scrivessi una recensione la puoi segnalare all’autore?

  4. Ciao Diego.
    Capisco perfettamente il tuo punto di vista, ma in questi casi preferirei vivere in un paese a Common Law, dove il giudice ha la facoltà adattare la norma alla fattispecie concreta, mitigandone l’evidente sproporzione.

    “Cartongesso”: sarà un piacere segnalare all’autore la tua recensione (ti prego però di non citarmi in alcun modo, dato che per motivi professionali non desidero venir collegato al mio nickname e a questo blog).

  5. Eh, caro Lector, siamo pur sempre in italia, se un giudice avesse la facoltà adattare la norma alla fattispecie concreta ne uscirebbero delle mostruosità giuridiche spaventose.
    Grazie, ma anche no.

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