CHI DI GATTO NASCE MIAO FA

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NELL’APRILE SCORSO. UN EX OSPITE DELLA COMUNITÀ HA QUERELATO DON LUCIO GATTI PER PRESUNTI ABUSI SUBITI ALL’ETÀ DI 13 ANNI

Di Francesca Lagatta

Il 9 gennaio del 2014, di fronte all’evidenza delle prove, don Lucio Gatti si arrende ai giudici del Tribunale di Perugia e patteggia una condanna a due anni di carcere con pena sospesa, anche se l’avvocato Nicola Di Mario, dopo la sentenza, continua a professare l’innocenza dell’assistito, che avrebbe scelto il rito alternativo “senza che ciò possa considerarsi ammissione di responsabilità”. Ma ora un nuovo testimone, che oggi ha 20 anni, getta nuovamente nella bufera il parroco che per anni ha gestito numerose comunità di recupero per ragazzi svantaggiati e la Caritas di San Fatucchio, frazione di Castiglione del Lago, comune della provincia di Perugia.

Le indagini che hanno portato alla condanna erano partite grazie alle denunce di cinque ex ospiti di una delle comunità gestite dal sacerdote, ma le accuse di violenza sessuale erano state derubicate a molestie sessuali e abuso dei mezzi di correzione, perché all’epoca dei fatti le vittime erano tutte maggiorenni. Pertanto, sono mancati i presupposti per contestare la violenza.

PERI IL PRETE CONDANNATO MAI UN SOLO GIORNO DI CARCERE

Non un solo giorno dietro le sbarre, dunque, per il prete con il vizietto delle avances insistenti. Unica “punizione”: la sospensione ‘a divinis’ per cinque anni, periodo in cui don Lucio Gatti, protetto in una delle comunità religiose per il recupero spirituale dei preti con problemi legati alla sfera sessuale, ha dovuto rinunciare alle sue funzioni pastorali pubbliche.

Rientrato in comunità a Perugia, avrebbe ripreso le consuete attività religiose, fino a che, nell’aprile scorso, una nuova querela è tornata a scuotere la sua quiete. La presunta vittima degli abusi, il cui caso è seguito dall’associazione Rete l’Abuso del presidente Francesco Zanardi, impiega dei mesi prima di rilasciare una testimonianza dettagliata di ciò che accade circa 7 anni fa, perché il ricordo sarebbe ancora straziante.

IL RAGAZZO CHE LO ACCUSA  DESCRIVE LE COMUNITÀ DI RECUPERO COME UN INFERNO

Dopo aver lasciato casa propria ed essere stato affidato dai servizi sociali proprio nella mani di don Lucio, il ragazzo racconta di aver passato cinque anni di inferno (fino alla maggiore età) tra lavori forzati, percorsi di recupero inadeguati e violenze sessuali. Secondo la sua versione, il sacerdote, a turno, avrebbe abusato di lui e di tanti altri adolescenti affidati alle sue comunità, mandati finanche nelle missioni umanitarie all’estero nonostante la giovane età, che di umano avevano poco o nulla.

I dettagli agghiaccianti della storia, sono stati messi nero su bianco e consegnati nelle mani degli uomini dell’Arma. Ora sarà la Magistratura a verificare la veridicità del racconto ed accertare eventuali, nuove responsabilità, che questa volta sarebbero ancora più pesanti. Nel frattempo Gatti, è alle prese con la causa civile che si svolge presso il Tribunale di Perugia dal gennaio scorso, perché le vittime acclarate di molestie sessuali hanno avanzato una richiesta di risarcimento danni al sacerdote e alla sua diocesi.

FONTE:  QUI

 

Pubblicato da hannibalector

"Nessuno è il mio nome: Nessuno mi chiamano mia madre e mio padre e tutti gli altri compagni"

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