8 Risposte a “CERTA SINISTRA (ESTREMA) DAVVERO NON LA CAPISCO”

  1. non si capiscono neanche loro stessi medesimi… a me sembrano solo marionette, tragiche perché mettono le mani nelle tragedie come se fossero bacinelle di acqua fresca.

  2. Dici bene, Lector!

    Ma vedere la destra estrema fare il saluto romano, affiancata da cariche istituzionali paludate, in occasione dell’elezione romana del post-fascista Alemanno fa correre i brividi sulla schiena; meno male che tanti partigiani sono morti e non possono essere testimoni di certe schifezze!

  3. Sì, Mary. Ma quello più o meno te lo aspetti ed è conforme all’ideologia professata da certi individui: non giustifica, ma spiega.

    Quello che sconcerta negli estremisti ritratti nella foto, è l’evocazione inconsapevole di spettri che dovrebbero essere agli esatti antipodi rispetto ai loro ideali. Israele può essere contestato duramente per le sue azioni violente nei confronti dei Palestinesi; pure oggetto di sanzioni internazionali; ma certe simbologie non possono non far tornare immediatamente alla memoria rituali da Kristallnacht nazista.

  4. Infatti.

    Sarebbe bello poter dire “ignoriamoli”, ma purtroppo non è possibile.

    E questi danno pure addosso ad Amos Oz, per fare un esempio.

    Il giorno in cui la questione palestinese fosse risolta si troverebbero a dover cercare qualcun altro da odiare.

  5. Ciao, Weiss.

    Ricordiamo chi è Oz e quali colpe può avere:

    Amos Oz (nato Amos Klausner) (Gerusalemme, 4 maggio 1939) è uno scrittore israeliano. Il padre Yehudah Aryeh Klausner era di origine lituana, la madre Fania Mussman di origine ucraina.

    Scrittore di romanzi e saggi, è insegnante di letteratura all’Università Ben Gurion del Negev in Israele. Nel suo romanzo autobiografico, Una storia di amore e di tenebra, Oz ha raccontato, attraverso la storia della sua famiglia, le vicende storiche del nascente Stato di Israele dalla fine del protettorato britannico: la guerra di indipendenza, gli attacchi terroristici dei feddayn, la vita nei kibbutz. Nella vita dello scrittore è stato determinante il suicidio della madre, avvenuto quando il piccolo Amos aveva appena dodici anni. L’elaborazione del dolore si sviluppa ben presto in un contrasto con il padre, un intellettuale vicino alla destra ebraica, che termina con la decisione del ragazzo di entrare nel kibbutz Hulda e di cambiare il cognome originario Klausner in Oz che in ebraico significa Forza.
    (Da Wikipedia)

  6. A proposito di Amos Oz, se non lo avete già, vale la pena di leggere il suo libretto contro il fanatismo (non mi ricordo se è questo il titolo esatto).

    Mentre, a mio avviso e gusto, i romanzi sono un pò noiosetti, questo è veramente interessante e di piacevole lettura dando buoni spunti di riflessione.

    Ad esempio sull’importanza dell’umorismo, dell’ironia. Infatti un fanatico non ne ha perchè si prende troppo sul serio :-).

    Oppure racconta la storiella ebraica su Dio che incontra in un bar un rabbino il quali gli chiede chi abbia ragione tra ebrei, cristiani, mussulmani ecc…. e Dio gli dice: “scusa ma non so rispondarti. Sai, io non mi occupo di religioni” :-))

Rispondi a lectorinfabula Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.