CARO BERTONE TI SCRIVO COSI’ MI DISTRAGGO UN PO’

cardinal bertone preti

Ecco la lettera che il sacerdote Paolo Farinella ha scritto al cardinale Bertone.

Sig. cardinale Tarcisio Pietro Evasio Bertone,
che lei sia inadeguato ai ruoli e compiti che ha svolto è davanti agli occhi di tutti: a Genova dove non lasciò alcuna traccia significativa, ma scelse come plenipotenziario del Galliera, il prof. Giuseppe Profiti, al centro di ogni ben di Dio; da segretario di Stato dove ha distrutto la credibilità della Chiesa universale con la sua incapacità di governo, privo di qualsiasi discernimento, ma dedito a costruire una rete di fedelissimi per perpetuare il suo potere anche da pensionato e da morto; infine da cardinale in pensione con il miserevole attico di 296 mq dove vive con tre suore e magari si rilassa, giocando a golf negli appropriati corridoi.
Leggo sui giornali che lei ha deciso «ex abundantia cordis» di donare all’ospedale Bambin Gesù un contributo di 150mila euro, attinti come da lei dichiarato, dai «miei risparmi e dai vari contributi di beneficenza ricevuti negli anni per finalità caritative». Mi faccia capire perché c’è qualcosa che non quadra. Non sto a questionare sul fatto che la ristrutturazione è costata € 300mila, di cui 200mila pagati dalla fondazione Bambin Gesù. Mi lascia esterrefatto la notizia che lei ha preso questi soldi «dai vari contributi di beneficenza ricevuti negli anni per finalità caritative», cioè non per lei, ma perché lei li desse per gli scopi per cui li ha ricevuti o, genericamente, per opere di carità. Invece lei dice che attinge da questi «vari contributi di beneficenza ricevuti negli anni» per pagare il suo appartamento. Non solo, ma lei parla di «vari anni», lasciando intendere un solo senso: lei ha trattenuto per anni contributi ricevuti per beneficenza. Mi perdoni, quando pensava di darli in beneficenza alla sua morte per testamento?
Il buco che lei vuol coprire risulta più grande della toppa che cerca disperatamente di metterci su senza riuscirci perché la sua maldestra difesa aggrava ancora di più la sua posizione che l’espone, per le sue stesse parole, al ludibrio della gente perbene che vede nei suoi comportamenti una miserabile attitudine alla superficialità che è colpa ancora più grande della delinquenza di persone come lei che dicono di volere rappresentare quel Dio che accusa chi veste di porpora di essere soci della casta del potere. Non solo lei ha trattenuto nel suo conto personale denari ricevuti per beneficenza, ma li ha anche trattenuti per «vari anni», lucrando magari sugli interessi che dalle parti dello Ior, gestito da suoi uomini e da lei stesso, potrebbero essere stati più che generosi.
Lei ha rubato due volte ai poveri: la prima volta trattenendo questi denari non suoi e la seconda volta facendosi bello con l’ospedale «Bambin Gesù» dando soldi non suoi, ma quelli della beneficenza che non ha donato negli anni passati. In ultima analisi, poiché è il totale che fa la somma (copyright Totò), lei non sborsa nulla di tasca sua, ma paga tutto sempre con denaro di beneficenza. Complimenti, esimio cardinale!
La rovina dei preti sono sempre i soldi. Per questo sproloquiate di celibato perché così siete più liberi di amare «mammona iniquitatis», fornicando giorno e notte senza essere visti da alcuno. Se il tempo che dedicate a difendere il celibato dei preti, che solo pochi rispettano (e lei lo sa perfettamente!) o a condannare i gay laici – visto che preti, vescovi, monsignori e cardinali lo sono ad abundantiam – o a sproloquiare di separati e divorziati, di cui non sapete nulla, lo dedicaste a proibire ai preti di gestire denaro, fareste una cosa preziosa per il mondo e per la Chiesa. Sicuramente due terzi del clero lascerebbe la Chiesa, ma con il terzo che resta e con l’aiuto dei preti ridotti allo stato laicale perché sposati, ripresi in servizio, saremmo capaci di rivoluzionare il mondo, oltre che il Vaticano, covo di malaffare e di depravazione senza misura.
Tanti anni fa, quando era potente, io la ripudiai pubblicamente insieme al suo amico e sodale Berlusconi, da cui lei – o lui da lei? – «prese lo bello stile che le ha fatto (dis)onore» e oggi sono contento di avere visto lungo e giusto. Lei mente dicendo di essere salesiano; se lo fosse veramente, avrebbe agito come il cardinale Carlo Maria Martini, il quale, date le dimissioni, si è ritirato in una casa di gesuiti abitando in una stanza 6×4 con letto, tavolo, armadio, servizi e un assistente personale perché malato, partecipando alla vita comunitaria da cui proveniva. Scegliendo di accorpare due appartamenti con i soldi della beneficenza, lei ha dimostrato non solo di non credere in Dio, ma di dare un pugno nello stomaco a Papa Francesco che sta provando a dire ai cardinali, ai vescovi e ai preti che c’è anche un piccolo libretto che si chiama Vangelo. A lei, di sicuro non interessa, perché come i fatti dimostrano, lei legge solo «Gli Attici degli Apostoli».
Con profonda disistima perché la conosco dai tempi di Genova, senza rimpianti.
Paolo Farinella sacerdote

Pubblicato da hannibalector

"Nessuno è il mio nome: Nessuno mi chiamano mia madre e mio padre e tutti gli altri compagni"

8 Risposte a “CARO BERTONE TI SCRIVO COSI’ MI DISTRAGGO UN PO’”

    1. Se fossi un fautore della teoria dei complotti, sarei portato a dire che tutta la vicenda (compresa la fuga dei notizie trasfusa in due libri di enorme successo) è talmente grottesca da sembrare predisposta ad arte onde risaltare l’immagine di un papa buono impegnato strenuamente a combattere una gerarchia di prelati cattivi, per il trionfo finale della Chiesa.

        1. Non li ho letti e manco credo che li leggerò. Se poi addirittura mi dici così, anche quella briciola d’interesse che potevo nutrire è completamente scemata.

  1. Ho letto diverse cose di “Paolo Farinella sacerdote”, molti anni fa: in confronto a lui Hitler può tranquillamente passare per un simpatizzante degli ebrei. Più in generale, comunque – a parte la costante logorrea che rende il leggerlo un’autentica tortura – si può dire che l’unica molla di questo individuo sia un odio implacabile, per sfogare il quale qualunque bersaglio va bene. Il fatto che occasionalmente si provi avversione per il suo bersaglio del momento, non lo rende una persona frequentabile.

    1. Non l’avevo mai sentito nominare prima.
      Tuttavia, come dice giustamente Erasmo, il palco casca con la slinguazzata finale al Grande Capo.

  2. Parole, parole, parole.
    Epperò vorrei sommessamente ricordare che, in quanto sacerdote, nella greppia del pretume “a la Bertone” ci mangia pure lui.
    E senza farsi troppi problemi, mi pare.
    Quelli che veramente danno fastidio, la chiesa li ha prontamente messi alla porta (vedi don Barbero), gli altri, quelli “a la don Gallo”, se li tiene ben stretti che servono a fare scena.

    1. Brava Mad.
      Servono solo a fare scena, per poi schiaffarli sulla pubblicità dell’8×1000.
      In questo momento torna molto comodo alla Chiesa far vedere che esiste un sentimento condiviso al suo interno contro il Cardinal Bertone.
      Che però intanto rimane sempre lì, col suo attico e le sue tre porno-suore di servizio. E non lo rimuove nessuno, a riprova che la vera Chiesa è lui e tutti quelli come lui.

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