ARIDAJE!

bernardo gui
Il papa all'ambasciatore tedesco: no a modelli alternativi di famiglia

Ricevendo in udienza Walter Jürgen Schmid, ambasciatore della Repubblica Federale di Germania, in occasione della presentazione delle lettere credenziali, Benedetto XVI ha espresso preoccupazione per “il crescente tentativo di eliminare il concetto cristiano di matrimonio e famiglia dalla coscienza della società”. La Chiesa, ha detto, “non può approvare delle iniziative legislative che implichino una rivalutazione di modelli alternativi della vita di coppia e della famiglia. Esse contribuiscono all’indebolimento dei principi del diritto naturale e così alla relativizzazione di tutta la legislazione e anche alla confusione circa i valori nella società”. (Fonte UAAR)

Secondo questo autentico genio del pensiero contemporaneo, una "legislazione" – ossia, un ordinamento giuridico – è assoluta in quanto si baserebbe su di un non meglio definito "diritto naturale".
Questa era la stessa gente che, cinquecento anni fa, sosteneva essere il Sole a ruotare attorno alla Terra. Si trattava d'una norma derivata dal succitato "diritto naturale" e, se qualcuno si fosse azzardato a sostenere il contrario, l'avrebbero pure bruciato vivo. Sempre in base a quel "diritto naturale", che dava loro la facoltà di farlo.
Se ancora non avete capito quali siano le reali motivazioni che ispirano questa pretesa  del clero, vi consiglio sinceramente di farvi una bella curetta di fosforo. 

18 Risposte a “ARIDAJE!”

  1. Queste canaglie sono alla frutta,oramai non sanno più dove aggrapparsi.

    I fasti del medioevo dove regnava la loro follia sono finiti da un bel pezzo,e la stessa chiesa si sta scavando la fossa con le proprie mani (pedofili e coperture varie).

    Presto o tardi sarà finita la pacchia per gli ATEI esponenti del clero cattolico.
    Giacchè riconfermo che costoro non possono che essere atei:nessuno può essere così rincoglionito nel 2010 per sparare certe cazzate…a meno che queste cazzate non fruttino un bel pò di grana.

  2. Ogni affermazione del "filosofo"(?) Buber è così facilmente confutabile a livello logico che non vale neanche la pena di perdere tempo con simili "altezze" del pensiero. La sua minestra psicologica riscaldata, con aggiunta di spezie cristiane, è un monumento all'ottusità.
    Scusate la foga.
    Filopaolo
     

  3. Decostruiamo per divertimento solo un paio di frasi, tratte dal link proposto da Bart, che rimanda ad un articolo ispirato al pensiero di Martin Buber:
    "La solidarietà non è un mero sentimento di altruismo ed ancor meno una coercizione che, dall’Alto, vincola le parti. Si tratta, invece, della consapevole inter-dipendenza di ciascuno da ciascuno: il mio bene non è realizzabile contro il bene dell’altro o a prescindere dal bene dell’altro."
    1) "
    La solidarietà non è ….  una coercizione che …. vincola le parti"
    Dunque, se non vi è coercizione, non esiste neppure una legge che vincoli alla solidarietà. Ne discende che richiamarsi al c.d. "diritto naturale" è del tutto fuori luogo.
    2) "Il mio bene non è realizzabile contro il bene dell'altro o a prescindere dal bene dell'altro"
    Anche in questo caso, siamo di fronte ad un'affermazione del tutto apodittica. Lo dimostrano gli sviluppi contemporanei della teoria dei giochi, dove la massimizzazione del risultato individuale si ottiene tramite una strategia che prevede un mix ben calibrato tra atteggiamento c.d. "egoistico" e "cooperativistico" (o solidale, che dir si voglia).
    Il problema si pone quotidianamente nella prassi esistenziale di ciascuno di noi. Non è detto che collaborando con il mio prossimo, io ottenga un beneficio pari a quello che otterrei agendo in maniera del tutto a-sociale. Per fare un esempio, se non pago le tasse, rischio di essere scoperto e causo un danno alla collettività. Ma, se mi va bene e la faccio franca, posso arricchirmi in quantità tale da aver sollevato dal bisogno non solo me stesso, ma anche i miei figli, i miei nipoti e i loro discendenti. Non esiste alcuna dimostrazione effettiva che il benessere generale determini anche il benessere individuale. Anzi, sembrerebbe proprio il contrario. Facciamo il caso degli Agnelli: questa famiglia si arricchì a dismisura, lucrando sulla morte di milioni di italiani, durante la Grande Guerra ('15-'18). Dopo quasi un secolo, gli Agnelli sono ancora lì, belli grassi e miliardari, avendo massimizzato in maniera egoistica il proprio benessere individuale a discapito di quello collettivo e senza che sia possibile per noi dimostrare che, qualora avessero agito ispirati dal bene generale anziché dal proprio esclusivo interesse, avrebbero beneficiato del medesimo successo.

  4. Io mi fermo al primo assioma:

    "la proposta di vita matrimoniale  e familiare fatta dal cristianesimo è grandemente produttiva di capitale sociale"

    Questa frase, non solo si basa su un assunto non dimostrato (anche a prescindere dall'astrusità di un concetto come "capitale sociale" avulso dal contesto economico), ma è anche storicamente infondata: il cristianesimo non ha inventato il modello della famiglia attuale che risale almeno ai greci per quanto riguarda la sua funzione economica, e all'illuminismo per quanto rigurda la gestione degli affetti.
    Filopaolo

  5. L'autrice afferma:
    La solidarietà non è un mero sentimento di altruismo ed ancor meno una coercizione che, dall’Alto, vincola le parti. Si tratta, invece, della consapevole inter-dipendenza di ciascuno da ciascuno: il mio bene non è realizzabile contro il bene dell’altro o a prescindere dal bene dell’altro.

    Tu comprendi:
    se non vi è coercizione, non esiste neppure una legge che vincoli alla solidarietà. Ne discende che richiamarsi al c.d. "diritto naturale" è del tutto fuori luogo.

    A me sembra palese che la tua comprensione sia errata, comunque non è quella che io leggo nel paragrafo.
    Provo a semplificare il discorso: non si è da essere buoni per il timore di una punizione dall'Alto, quasi si avesse a che fare con un super poliziotto che commini una super sanzione, ma al contrario la "punizione" è effetto della mancata comprensione della natura dell'oggetto con il quale si ha a che fare,cioè la persona umana.
    un po' come la differenza tra non mettere le dita nella presa della corrente perché la mamma ti mette in castigo e non mettere le dita nella presa della corrente perché se no ci resti secco. mentre la violazione della lex civilis è punita da un'autorità esterna, la violazione della lex naturalis ha conseguenze negative in quanto tale violazione in sé stessa reca danno alla persona (che la compie e anche agli altri)
    per questo la lex naturalis si distingue dalla lex civilis, perché è indipendente dall'eventuale sanzione da parte di un'autorità, perché non è stabilita dal potere di turno ma riconosciuta dall'intelletto umano

    (Gesù ha esposto questo concetto – già presente in nuce anche nella filosofia greca e nel diritto latino peraltro – quando ha detto: non vi chiamo più servi ma vi chiamo amici, o nella parabola "del figliuol prodigo" – da notare che entrambi i figli fraintendono la loro dignità filiale e si considerano in qualche modo come servi (non ho mai trasgredito un tuo comando dice l'uno, trattami come uno dei tuoi servi dice l'altro)) mentre il padre li considera entrambi come figli (ciò che è mio è tuo dice all'uno, dategli la veste più bella e ammazzate per lui il vitello grasso dice all'altro))

    "Il mio bene non è realizzabile contro il bene dell'altro o a prescindere dal bene dell'altro"
    Anche in questo caso, siamo di fronte ad un'affermazione del tutto apodittica. Lo dimostrano gli sviluppi contemporanei………. Per fare un esempio, se non pago le tasse, …………posso arricchirmi in quantità tale da aver sollevato dal bisogno non solo me stesso, ma anche i miei figli, i miei nipoti e i loro discendenti. …………., gli Agnelli sono ancora lì, belli grassi e miliardari, ………….

    l'affermazione apodittica implicata da questa obiezione è che il tuo bene sia essere "belli grassi e miliardari"…. tu ne sei proprio sicuro? persegui questi scopi come fine della tua vita? per mia esperienza personale (non parlo quindi degli Agnelli che non conosco così bene), quando si pensa così, pur stando nell'agiatezza, si vive con un atteggiamento simile a quello di un cane rabbioso, di quelli che ringhiano quando si passa davanti ai cancelli….

    "la proposta di vita matrimoniale  e familiare fatta dal cristianesimo è grandemente produttiva di capitale sociale"
    anche a prescindere dall'astrusità di un concetto come "capitale sociale" avulso dal contesto economico…..è anche storicamente infondata: il cristianesimo non ha inventato il modello della famiglia attuale che risale almeno ai greci per quanto riguarda la sua funzione economica, e all'illuminismo per quanto rigurda la gestione degli affetti.

    filopaolo, come al solito ti difetta la logica: la frase tra virgolette in alcun modo implica che la proposta di vita matrimoniale fatta dal cristianesimo sia stata inventata dal cristianesimo.
    si dà il caso, comunque, che la dignità della donna, il valore della fedeltà coniugale (sia nel senso della monogamia che in quello della indissolubilità), il rispetto dei figli ecc. li abbia introdotti proprio il cristianesimo… ma per il resto è normale che in ogni cultura vi siano aspetti di bene che anche il cristianesimo fa propri, perché la lex naturalis si riconosce dapprima dall'osservazione della natura umana, e solo in seconda istanza noi cristiani ne troviamo conferma nell'insegnamento di Gesù – che anzi proprio per questo motivo acquista dal ns punto di vista più credibilità 😉

  6. L'illustre "filosofo" bart1 ci illumina con una stupenda frase:

    "si dà il caso, comunque, che la dignità della donna, il valore della fedeltà coniugale (sia nel senso della monogamia che in quello della indissolubilità), il rispetto dei figli ecc. li abbia introdotti proprio il cristianesimo…"

    Ora,vorrei spendere un paio di versi,non miei,ma di quel grande misogino che fu Paolo,l'inventore del cristianesimo:

    “Voglio però che sappiate che di ogni uomo il capo è Cristo, e capo della donna è l'uomo, e capo di Cristo è Dio…[…]… L'uomo non deve coprirsi il capo, poiché egli è immagine e gloria di Dio; la donna invece è gloria dell'uomo.  E infatti non l'uomo deriva dalla donna, ma la donna dall'uomo;  né l'uomo fu creato per la donna, ma la donna per l'uomo.” (I Corinzi 11,3-9)

    “Come in tutte le comunità dei fedeli, le donne nelle assemblee tacciano perché non è loro permesso parlare; stiano invece sottomesse, come dice anche la legge.” (I Corinzi 14,34)

    “Voi, mogli, state sottomesse ai mariti, come si conviene nel Signore.”(Colossesi 3,18)
     
    “Le mogli siano sottomesse ai mariti come al Signore;  il marito infatti è capo della moglie, come anche Cristo è capo della Chiesa, lui che è il salvatore del suo corpo.  E come la Chiesa sta sottomessa a Cristo, così anche le mogli siano soggette ai loro mariti in tutto.”(Efesini 5,22)

    Caro bart1 è questa la dignità della donna introdotta dal cristianesimo?E' questa la dignità introdotta dal "folgorato sulla via di Damasco"?

    Illuminaci con la tua spettacolare retorica,capace di dire tutto e il contrario di tutto.

    P.S.:e meno male che non ho riportato altre nefandezze dall'antico testamento,altrimenti finivo domani.

  7. @ bart1

    Beh, se uno "fa" una "proposta" sperando che venga presa a modello da seguire significa che pensa di introdurre qualcosa di originale. Il che può essere definito nel linguaggio comune anche come "inventare" qualcosa di nuovo.
    Se invece non volevi dire che il cristianesimo ha "inventato" la famiglia allora dovevi dire che ha "adottato" un modello di famiglia che già c'era.
     O l'una o l'altra. Non si tratta di logica ma più semplicemente di proprietà nell'uso dei termini.
    Filopalo

  8. @—>Bart
    Dire "Se metti le dita nella spina la mamma ti picchia" oppure "Se metti le dita nella spina prendi la scossa" significa porre in relazione una protasi e un'apodosi.
    Nell'esempio illustrato, entrambe le proposizioni esprimono un chiaro precetto giuridico o esistenziale, perché, sia che il dolore venga inferto dalla mamma, al fine d'impedire una conseguenza peggiore, sia che esso derivi da una scossa elettrica,  siamo in presenza di inferenze causali veritiere e provate.
    Al contrario, quando tu asserisci che  "il mio bene non è realizzabile contro il bene dell’altro o a prescindere dal bene dell’altro"  stai esprimendo un assunto indimostrato e indimostrabile.
    Non sono io che mi pascio nella grassa ricchezza degli Agnelli, o che ne faccio un valore; sono loro che se ne sbattono le palle della mia dignitosa povertà, a prescindere da quello che sostieni tu. Se poi ti sei creato nella tua testa l'illusione consolatoria che tutto troverà equilibrio nel regno dei cieli, buon per te.
    Sono duemila anni che vi fottono di gusto in questa maniera e, se ancora non avete compreso come stiano veramente le cose, è giusto che esse rimangano così: ve lo meritate.

     

  9. fra l'altro qualunque altra forma di unione civile non nega il loro modello di famiglia. La loro, invece,  si. E' più facile dialogare col matto che si crede Napoleone. Ma così è su tutti i punti che riguardano la laicità…
    saluti statolaico 

  10. @—>Stato Laico
    Io non ho molti argomenti di dialogo con i credenti, perché ritengo lo stesso "credere" una patologia dell'essere.
    Mi basterebbe solo che accettassero il principio: io non rompo i coglioni a te – tu non rompi i coglioni a me.
    Ciao.
     
     

  11. caro deicida, per capirci qualcosa ti consiglio di leggere il testo esistente, rispetto al quale nelle tue citazioni "si potranno infatti notare certi anomali tagli"
    Mi limito soltanto alla prima lettera:

    I Corinzi 11:3-16

    "Voglio però che sappiate che di ogni uomo il capo è Cristo, e capo della donna è l'uomo, e capo di Cristo è Dio. Ogni uomo che prega o profetizza con il capo coperto, manca di riguardo al proprio capo. Ma ogni donna che prega o profetizza senza velo sul capo, manca di riguardo al proprio capo, poiché è lo stesso che se fosse rasata. Se dunque una donna non vuol mettersi il velo, si tagli anche i capelli! Ma se è vergogna per una donna tagliarsi i capelli o radersi, allora si copra. L'uomo non deve coprirsi il capo, poiché egli è immagine e gloria di Dio; la donna invece è gloria dell'uomo. E infatti non l'uomo deriva dalla donna, ma la donna dall'uomo; né l'uomo fu creato per la donna, ma la donna per l'uomo. Per questo la donna deve portare sul capo un segno della sua dipendenza a motivo degli angeli. Tuttavia, nel Signore, né la donna è senza l'uomo, né l'uomo è senza la donna; come infatti la donna deriva dall'uomo, così l'uomo ha vita dalla donna; tutto poi proviene da Dio. Giudicate voi stessi: è conveniente che una donna faccia preghiera a Dio col capo scoperto? Non è forse la natura stessa a insegnarci che è indecoroso per l'uomo lasciarsi crescere i capelli, mentre è una gloria per la donna lasciarseli crescere? La chioma le è stata data a guisa di velo. Se poi qualcuno ha il gusto della contestazione, noi non abbiamo questa consuetudine e neanche le Chiese di Dio".

    quindi è per rispetto ai tempi di maturazione personali e familiari dei primi credenti, – i quali, greci o giudei che fossero, provenivano tutti da tradizioni fortemente patriarcali – che non contesta apertamente questa usanza, però lascia capire che essa "nel Signore" può e deve essere superata, e di fatto tra i cristiani lo è stato.
    e infatti anche più oltre nella stessa lettera dice:

    I Corinzi 14:34-35

    "Come in tutte le comunità dei fedeli, le donne nelle assemblee tacciano perché non è loro permesso parlare; stiano invece sottomesse, come dice anche la legge. Se vogliono imparare qualche cosa, interroghino a casa i loro mariti, perché è sconveniente per una donna parlare in assemblea".

    si capisce che anche in questo caso il comando di tacere è per non contestare una usanza che già c'è, e infatti la motivazione è "perché non è loro permesso", "come dice anche la legge", "perché è sconveniente", sono cioè ragioni contingenti, che possono e devono cadere, e di fatto tra i cristiani sono cadute.
    se sono potute cadere è anche perché l'usanza nuova che si è introdotta (se vogliono imparare qualcosa interroghino a casa i loro mariti") evidentemente ha portato i frutti sperati
    ma allora se Paolo non disprezzava le donne perché non ha rivoluzionato d'imperio tutto lui anche se le comunità non fossero state sufficientemente mature per seguirlo, ma ha preferito gettare soltanto questi principi un po' concreti ma anche un po' astratti quali semi attendendo che portassero frutto nelle comunità in modo autonomo? evidentemente, per il rispetto della persona che oggi tanto si porta rivendicare col nome di "laicità": è infatti lo stesso atteggiamento che è descritto ampiamente anche dal punto di vista morale e teologico nella lettera ai Romani a proposito del mangiare le carni consacrate agli idoli: omnia munda mundis, ma guai a chi scandalizza con il proprio comportamento la fede di un fratello più "semplice" per il gusto della contestazione o altro.

    Anche le altre citazioni, consiglio di ampliarle per maggiore obiettività: Colossesi 3:17-25 (o almeno 18-19) e Efesini 5:21-33.

    *   *   *

    caro "Filopalo" (amante del palo…sì, ma dove???)  sii meno gretto mentalmente e scoprirai anche tu di poter promuovere ciò che riconosci vero pur non avendolo inventato personalmente, anzi secondo me tutto ciò che è degno di essere promosso deve essere necessariamente non inventato personalmente ma scoperto nella realtà, ché sennò sono frottole!
    noi cristiani promuoviamo ciò che Gesù ha visto dal Padre e ciò che tutti gli uomini possono riconoscere anche dall'opera del Padre cioè la natura (nos definimus Deum primo natura cognoscendum, deinde doctrina recognoscendum: natura ex operibus, doctrina ex praedicationibus)

    caro statolaico
    no comment

  12. @ bart1:

    alla prima domanda rispondo: "ovunque ci sia posto per metterlo". Sai, è la NATURA che mi ha fatto così e ha anche fatto i buchi dove infilarlo. Quindi se, come pensi tu, la natura è ex operibus, non ti contraddire e accetta tutte le conseguenze delle tue affermazioni evitando inutili e datate ironie.

    Quanto alla seconda questione non credo valga proprio la pena sprecare il fiato per confutare simili strampalate tautologie.

     

  13. Bart sei simpatico,perchè il tuo mirror climbing al fine di coprire la misoginia biblica è strabiliante.

    Decine di righe tra voli acrobatici e salti con doppio avvitamento…sei un maestro…ora ti lascio tra le tue acrobazie!

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