ALLORA E’ VERO: IL PARADISO ESISTE.

svizzeraPosto un bel commento dal sito di Piergiorgio Odifreddi.

ben900   3 maggio 2014 alle 11:07

Tra i vari paesi che – per lavoro – ho visitato e dove ho vissuto (anche a lungo), credo che il migliore sistema sanitario sia quello svizzero. Le strutture sanitarie sono per la maggior parte private o hanno una gestione privata (e. ospedali cantonali gestiti da aziende private). Ogni cittadino è obbligato a sottoscrivere un’assicurazione medica con una cassa malati a sua scelta. Quest’ultima – e questa è la differenza fondamentale con il sistema statunitense –  è obbligata per legge a: 1) accetare il nuovo assicurato; 2) rimborsare tutte le prestazioni stabilite dall’ufficio federale della sanità pubblica (praticamente tutte), a prescindere dalla storia clinica del nuovo assicurato; 3) stabilire premi uguali per tutti (l’unica differenza la fa…se non ricordo male…se sei fumatore o no);

Per ridurre il premio, l’assicurato puo’ concordare una franchigia annuale: ad esempio il primi 1500 franchi di spese per la salute se li paga da solo.

Risultato:

1) La spesa sanitaria non incide sulle tasse (o minimamente…spiego dopo);

2) Le strutture sanitarie sono in concorrenza tra di loro per offrire i migliori servizi;

3) Tutti contribuiscono ai costi della sanita’;

4) Se hai sottoscritto una franchigia non vai dal dottore per un raffreddore;

Eccezioni:

1) Per i figli a carico minorenni il cantone d’appartenenza contribuisce al pagamento del premio per una certa quota (variabile secondo il cantone) fino al 50% (e a prescindere dal reddito dei genitori). Normalmente i premi per i giovani sono dunque molto bassi anche senza stipulare per loro una franchigia.

2) Chi si trova in stato d’indigenza e non puo’ permettersi un’assicurazione puo’ rivolgersi alla cassa malati cantonale. Quest’ultima eseguirà prima di tutto un accertamento fiscale a 360°: dove vivi, che macchina hai, se hai carte di credito, come spendi i soldi, se vai in vacanza, gli ultimi voli che hai preso…e se effettivamente risulta che uno non ha grana il cantone pagherà la cassa malati. Diversamente se poco poco risulta che hai evaso 1 franco e vai a chiedere l’assistenza sociale, ti rovinano fino a ridurti allo stato d’indigenza…dunque altro ottimo risultato: nessuno evade le spese per la sanità.

Pubblicato da hannibalector

"Nessuno è il mio nome: Nessuno mi chiamano mia madre e mio padre e tutti gli altri compagni"

10 Risposte a “ALLORA E’ VERO: IL PARADISO ESISTE.”

  1. Una parente di una mia paziente abita in Svizzera e confermo quello che hai riportato. Inoltre mi ha anche detto che lì non esistono assolutamente le attese vergognose che ci trovano in Italia, e non ti fanno saltare da una clinica ad un altra, da un medico ad un altro per risolvere il problema.
    In Svizzera quando hai qualcosa sono rapidissimi: in breve tempo vieni sottoposto a tutte le analisi e gli accertamenti necessari e risolvono in breve il problema. Una sorta di Blitzkrieg sanitaria.
    In italia invece per degli esami puoi aspettare mesi, fai in tempo a morire.
    Ah certo, sempre che tu non abbia soldi per permetterti il privato e sborsando centinaia di euro per una tac, ad esempio.

  2. Tutto questo è semplicemente vergognoso, Dei.
    Anche perché, di converso – e te lo dico non per sentito dire, ma con piena cognizione di causa – c’è gente che su questo schifo s’arricchisce senza ritegno, perfettamente impunita, a spese di tutta comunità lucrando ignobilmente sui disagi e le disgrazie altrui.
    E’ veramente ora di finirla.

  3. E’ più che vergognoso. E’ una cosa abominevole.
    Ma ti dirò anche un’altra cosa: il problema dell’Italia, prima che politico/organizzativo è soprattutto educativo/culturale.
    Questa persona che abita in Svizzera recentemente è stata a Tokio, una metropoli immensa di più di 15 milioni di persone. Ebbene lo sai che nei parchi NON ESISTONO I CESTINI, perchè la gente PER CULTURA non getta le cose a terra? Tutto è perfettamente pulito.
    Tokio è riuscita a stupire una cittadina svizzera…fai te due conti.

  4. Un mio amico, appena arrivato a Tokio, s’è acceso una sigaretta all’aperto, fuori dall’aeroporto. Immediatamente gli si è avvicinato un poliziotto e, con molta cortesia, gli ha fatto notare che non si poteva fumare.
    Ti do perfettamente ragione: il problema è tutto educativo/culturale. Puoi fare tutte le leggi che vuoi, ma se i cittadini non le sentono come loro, si limiteranno a ignorarle non appena ciò sia possibile.
    C’è un bel pezzo di Raffaele Carcano sul sito UAAR, che ti segnalo (lo trovi qui) e che intendo approfondire perché mi sembra assai attinente a quello che ci stiamo dicendo.
    Magari poi ne riparliamo o qui o da te, dipende da chi ne scriverà per primo.
    A presto.

  5. Ho letto il bel post di Carcano: indubbiamente ha ragione.
    Il mio punto di vista è questo:
    -come teologia la chiesa è morta oramai da secoli, essendosi dissolto il problema scolastico;
    -come superstizione continua a vivere sotto forma di madonne piangenti e padre pio sanguinanti;
    -se è dubbio che nel passato l’inferno possa aver svolto, nei confronti del popolo, un ruolo deterrente, sicuramente questo non avviene più nella nostra società, dove inconsciamente anche il più bigotto non crede a simili cretinate;
    -La naturale evoluzione della religione è la sua estinzione in favore delle leggi civili che permettono una coesistenza decente.

    In definitiva, se la tesi è: religione=civismo, non possiamo che concludere negativamente, essendo l’italia cattolica e nello stesso tempo incivile.
    Il problema di fondo a questo punto non è nemmeno più la religione, cadavere in decomposizione da secoli, ma l’educazione, che prescinde dalle proprie convinzioni personali
    L’immenso Kant diceva “non bisogna insegnare pensieri ma insegnare a pensare”.

  6. A me il discorso sul “civismo” interessa particolarmente nell’ambito d’una mia personale ricerca che conduco da anni (a livello amatoriale).
    Il fulcro del mio dilemma è il seguente: la religione occidentale (leggi: cristianesimo) aveva costruito un sistema premiale (paradiso/inferno) volto a scambiare un’utilità immediata (l’arricchimento illecito) in cambio d’una utilità futura (il regno dei cieli).
    Questo sistema ha legittimato la salvaguardia della proprietà privata e consentito lo sviluppo dell’intero sistema capitalistico moderno nei termini che tutti conosciamo.
    Oggi, come affermi tu, “anche il più bigotto non crede a simili cretinate”. Rimane il sistema delle leggi (il “civismo”), che tuttavia non contiene più il carattere premiale e fortemente incentivante della promessa d’una vita migliore (per quanto nell’Aldilà) ma solo quello punitivo della reclusione in caso d’infrazione.
    Dunque, chi viola le leggi e la fa franca, può acquisire per sé e per la propria progenie un vantaggio differenziale nei confronti di coloro che quella legge rispettano. Un vantaggio che gli consente di perpetrare i propri geni a discapito degli altri, se spostiamo il ragionamento da un approccio sociologico a una logica più bio-evoluzionistica.
    Invero – e ce ne stiamo accorgendo sempre di più – il vantaggio del rispetto delle leggi non agisce a livello del singolo, bensì a quello di comunità.
    Come illustrato nel post, perciò, pare che comunità quali quella svizzera, alla lunga, grazie a un “civismo” generalizzato, prevalgano su comunità caratterizzate da forte egoismo individuale e poco “civismo” come quella Italiana. E’ dunque indispensabile dimostrare questo assunto e, soprattutto, “distribuire” il più possibile traducendo in vantaggi tangibili il frutto di comportamenti “civicamente” virtuosi al fine che l’adesione al civismo sia generalizzata, condivisa e non imposta [*].
    Spero di essermi spiegato in maniera sufficientemente chiara.

    [*] Chiaramente, quando poi senti dal telegiornale odierno che 10 italiani, da soli, posseggono l’equivalente patrimoniale del reddito di 500.000 famiglie d’operai, ti assale un senso terribile d’impotenza e d’inutilità del proprio agire.

  7. Ti sei spiegato benissimo; sarebbe interessante sapere se esistono in tal senso studi epidemiologici ad ampio spettro a supporto delle tue ipotesi bio-evoluzionistiche. Per caso sei a conoscenza di studi del genere?

  8. per una volta senza maschera visto che l’argomento è serio, ho letto (ma non ricordo di chi era, devo cappottare la libreria per ritrovarlo) un interessante libro di teoria dell’evoluzione mista a teria dei giochi applicata all’organizzazione sociale, dove risulta evidente (secondo l’autore) che l’architettura stessa delle regole consente di tollerare una percentuale di disonesti che “si riproducono” e aumentano fino a quando la percentuale degli stessi è tale che impone una modifica della regola fino a un nuovo punto di equilibrio; tipo: tutti lasciano la porta di casa aperta, nessuno ruba; uno un po’ più furbo comincia a rubacchiare qualcosina senza farsi notare, poi due poi tre poi 20 , alla fine la gente si secca e conimcia a chiudere le porte (non tutti) ; i furbi trovando le porte chiuse smettono di cercarle, si sparge di nuovo la voce che non ci sono ladri e la gente riprende a laciarle aperte, ma all’inizio c’erao 0 ladri, col nuovo equilibrio magari 3 su cento. C’erano esempi più complicati; se lo trovo ve lo indico.
    riguardo al giappone vi narro un aneddoto. anni fa ho conosciuto una coppia che vive in italia lui artista (scultore) giapponese, lei professoressa italiana con due figli, che fino ai 8 – 10 anni di età “erano” bilingui.
    a quelll’eta decidono di passare un anno dai nonni in giappone, li iscrivono a scuola li per un anno. risultato: un tale trauma il contatto con le regole iperrigide di convivenza occulte (chi “vuole domenica mattina alle 6 “SEI!!!” può venire al parco a raccogliere i rami secchi dal prato”; MA a chi è rimasto a dormire a casa è stato tolto il saluto, … solo a loro, gli altri sapevano che “può” era da leggere “deve”) un trauma tale che a 15 anni (età a cui li ho conosciuti) negavano (roba da psichiatria) di avere mai saputo una sola parola di giapponese. probabilmente se fossero vissuti lì e li avessi portati in Italia sarebbe successo lo stesso. questo per dire che il punto di equilibrio di cui sopra può essere diverso, dipende dalla storia della collettività e non è detto che un equilibrio sia migliore di un altro.
    non è una battuta sulla creatività e l’elasticità degli italiani, ma lavorando spesso a contatto con nordeuropei, ho difficoltà a trovarne uno disponibile a lavorare fino a tardi per rispettare una consegna, ho difficoltà a trovarne capaci di un minimo di pensiero laterale e di risolvere un problema diversamente da come pianificato e questo non perchè siano più stupidi, ma perchè semplicemente poco abituati all’imprevisto (condizione normale dell’essere per noi …).
    D’altra parte proprio per questo hanno inventato il protestantesimo dove per essere salvati basta accettare Cristo
    i cattolici invece in qualche modo si devono anche sbattere un po’
    Benedittanza

  9. Ciao Tancredi.
    Molto interessante il tuo intervento. Credo che il libro al quale ti riferisci possa essere questo.
    In effetti, tutti gli esperimenti “sociologici” effettuati tramite la teoria dei giochi, sembrano dimostrare che la combinazione ottimizzante il risultato sia quella in cui si mescola cooperativismo e egoismo nelle giuste proporzioni, a seconda delle circostanze e con una buona dose di elasticità lasciata all’improvvisazione del singolo.
    Crescita demografica, carestie globali, pestilenze, pandemie, meteoriti, buchi nell’ozono, effetto serra e quant’altro permettendo, in linea con Nietzsche, sarei piuttosto propenso a credere che negli eoni a venire potrebbero evolversi tra gli umani degli “organismi comunità” che si porranno in competizione con “l’individuo”, così come siamo oggi abituati a intenderlo. Ma la mia è ovviamente solo una predizione che non ha più affidabilità di quelle di Nostradamus.
    Ritengo comunque l’argomento uno dei più interessanti tra quelli di cui si possa discutere. Genny ‘a carogna permettendo, ovviamente.
    Penitenziagite!

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